Glioblastoma IV

Buongiorno,

vi scrivo per conto del mio compagno e di sua madre e come leggete dal titolo la situazione non è delle migliori. La signora di 59 anni è stata operata un mese fa per la seconda volta. Precedentemente aveva subito una prima operazione a febbraio dopo essere stata ricoverata d'urgenza per convulsioni al pronto soccorso.
In seguito all'intervento ha perso la mobilità del braccio sinistro. La terapia che hanno deciso di seguire i medici (che l'hanno ancora in cura) è stata un ciclo di chemioterapia "leggera" in compresse da assumere ogni 8 ore per 3 settimane distanziate tra loro.
Non ha riscontrato nessun effetto collaterale grave, anche se soffre di pressione alta, tranne come hanno rilevato gli esami del sangue, un livello al di sotto la norma di piastrine nel sangue.
La situazione dopo il ciclo però invece di migliorare è peggiorata infatti verso la metà di maggio ha iniziato ad avere problemi con la gamba sinistra che non muoveva più bene come prima e non la faceva camminare. E' stata di nuovo ricoverata di nuovo e in seguito alla risonanza di controllo si è scoperto il disastro. Il tumore è raddoppiato e così è stata, come ho scritto sopra, operata per la seconda volta. Vi riporto il referto dell'istologico appena ricevuto dopo quest'ultimo intervento:

Sede Prelievo:
ENCEFALO - LOBO FRONTALE DESTRO
Descrizione macroscopica:
Un frammento grigio brunastro di cm 7,5 x 6 x 3. Al taglio area giallastra a margini stellati, granuleggiante di cm 3,2 di asse maggiore.
Materiale pervenuto fissato in formalina. Sul materiale inviato si allestiscono 7 inclusioni.
Diagnosi istologica:
Reperto istologico compatibile con glioblastoma (G IV WHO, 2007)
T-A2202 M-94403

I medici dopo il risultato dell'istologico hanno deciso di fare questa settimana un'altra rmn per vedere se la situazione è migliorata, peggiorata o si è stabilizzata e poi procedere con una possibile radioterapia. La chemioterapia per endovena l'hanno esclusa, dopo un consulto anche con la psicologa che la sta seguendo, perchè troppo pesante da sopportare nelle sua condizione psico-fisica attuale; ha avuto un'altro problema di carattere affettivo i mesi passati molto grave.
Attualmente muove pochissimo la gamba sinistra e il braccio sinistro, sta facendo riabilitazione da due settimane ma non riesce a stare in piedi.

Ora vi chiedo se in queste condizioni c'è qualcosa che si può fare oppure come ci hanno già detto si vince la battaglia con un ciclo di radioterapia ma non la guerra.
Purtroppo non posso inserire il risultato del primo istologico e della risonanza precedente perchè il cd ce l'hanno in reparto. Ci hanno avvertito che resterà con noi massimo 16 mesi se farà la radioterapia se no non si sa. I pensieri non sono dei migliori dato che in 5 mesi, da febbraio a maggio il tumore si è moltiplicato a dismisura.

Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione,

cordialmente

M.


[#1]
Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20
Gentile Signora,
Il caso che Lei riporta è purtoppo molto comune nella pratica clinica neurochirurgica.
Si tratta di una donna ancora relativamente giovane anche se non giovanissima, che è già stata sottoposta alle cure che usualmente si praticano nel caso di glioma di grado elevato.
Mi pare di aver capito che dopo il primo intervento è stata praticata unicamente chemioterapia ed ora, alla recidiva, si considera l'idea, se alla prossima RM il quadro lo consenta, di aggiungere anche la radioterapia.
Nulla da eccepire sul protocollo terapeutico, anche se ogni centro può applicare differenze ad un criterio generale.
Resta il fatto che ci si trova, come espresso da Lei, di fronte ad un 'disastro' dopo il primo intervento, che posso immaginare e di fronte a cui c'è da encomiare i colleghi che, senza scoraggiarsi, hanno proceduto per quanto possibile, evidentemente, a ridurre la massa della recidiva.
I tempi di recidiva sono brevi ma non brevissimi (a volte queste neoplasie si rigenerano prima della dimissione dal primo tempo chirurgico), questo fa presupporre che i limiti di tempo entro cui possa avere efficacia una radioterapia sono piuttosto stretti.
Al di fuori della chirurgia, della chemioterapia e della radioterapia, vi sono poche altre modalità di trattamento efficaci, soprattutto alla recidiva. Una di queste è l'impiato di 'compresse' di chemioterapico nella cavità chirurgica stessa, tecnica non scevra da rischi (sofferenza grave dell'encefalo circostante, epilessia), ben sapendo inoltre che la neoplasia tende a recidivare in periferia se non addirittura con altre focalità topografiche, piuttosto che nel centro della cavità chirurgica.
La tendenza attuale è quella anzichè di prolungare a tutti i costi la vita, piuttosto di mantenerne una qualità accettabile. Tranne sporadici casi di lunga sopravvivenza, i 16 mesi prospettati dai medici curanti sembrerebbero già una rosea prospettiva di fronte ad un secondo intervento.
Quindi effettivamente c'è da prendere decisioni importanti al momento del controllo RM nel secondo postoperatorio, se la riduzione della massa è stata sufficientemente tale da consentire una efficacia ad un trattamento radiante aggiuntivo.
Con l'aspettativa di vita media attuale, per una donna senza altre importanti problematiche mediche, 57 anni non sono tantissimi, ma nemmeno pochissimi. Consideri che il glioblastoma è la più frequente neoplasia cerebrale nell'adulto, che può colpire un'età compresa tra i 30 e i 75 anni. Il caso descritto rientra nella media di questa fascia. Le lascio immaginare la drammaticità e l'impatto emotivo violento di fronte ai casi più giovanili colpiti inesorabilmente da questa malattia.
Le porgo i miei più cordiali saluti,
dr Rinaldi

Dr. Alessandro  Rinaldi

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore,

la ringrazio inanzitutto per la sua cortesia e disponibilità. Abbiamo creduto in una soluzione fino al risultato dell'istologico della settimana scorsa, poi le nostre speranze sono svanite. Purtroppo in questi casi è sempre uno shock tornare alla realtà e vedere che non esiste una soluzione per questo male ancora oggi incurabile. Cercheremo nonostonante tutto di trasmetterle serenità e di distrarla dalla quotidianità poco stimolante alla quale dovrà abituarsi nei prossimi mesi in ospedale.

Volevo farle un'ultima domanda. Abbiamo scoperto, parlando con i parenti, che anche un cugino di primo grado della signora, a 40 anni, è morto a causa di un tumore cerebrale; un'altra sua cugina di primo grado ha una patologia cerebrale. E' stata operata qualche anno fa ma si sta tuttora curando. Non ha problemi motori ma non può avere figli. Allora le chiedo se può esserci una predisposizione genetica per questo tipo di tumori anche per quanto riguarda il mio compagno (di 32 anni) e sua sorella (di 28 anni)? Se sì c'è qualche controllo medico che possiamo fare? Fortunatamente stanno bene entrambi e spero sarà così per i prossimi cent'anni.

La ringrazio ancora per l'attenzione,

cordialmente

M.
[#3]
Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20
Gent. Signora
no per il glioblastoma che io sappia non vi e' alcuna predisposizione genetica riconosciuta.
Alla prima necessita' di un controllo per altre ragioni fara' una Rm encefalo.
Un caro saluto.
Dr Rinaldi

[#4]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore,

mi scusi se la disturbo ulteriormente ma oggi abbiamo avuto un'altra brutta notizia per quanto riguarda la risonanza magnetica fatta ieri. Il referto è stato un colpo durissimo e non pensavamo che il tumore si fosse sviluppato anche nella zona sana, purtroppo invece è successo il contrario. I suoi colleghi ci hanno detto che la situazione è ulteriormente peggiorata. Il tumore che era stato rimosso con la seconda operazione si è riformato.
Le riporto il risultato dell'esame:

RMN ENCEFALO E TRONCO ENCEFALO CON E SENZA CONTRASTO
Indicazioni: esiti di asportazione di lesione espansiva recidiva frontale dx risultata un astrocitoma di quarto grado. Confronto con precedente 28/5/2012.
Indagine condotta con ripresa di sequenze pesate in densità protonica e T2 FLAIR secondo piani assiali trasversi e coronali e T1 pesate e triplanari senza e dopo MDC.

Si apprezza la presenza di un importante incremento della nota lesione espansiva frontale sn, con attuale coinvolgimento massivo della ginocchio e del terzo anteriore del corpo calloso, che si estrinseca al di là della linea mediana impronta il complesso ventricolare che presenta una deviazione transfalcale ed oblitera i solchi delle tre circonvoluzioni frontali principalmente la seconda e la terza. Vi è un iniziale ingrandimento volumetrico del trigono di sinistra ma senza segni di riassorbimento trans-ependimale.
La lesione espansiva con morfologia polimorfa, che misura attualmente circa 7 cm presenta un'inomogenea iperintensità in T1 con un'area di necrosi e di contaminazione ematica adiacente alla cavità chirurgica ed una disomogena iperintensità T2 con una importante componente solida da alterazione della barriera emato-encefalica, che contorna tale nodula cavitario.

In fossa posteriore il quarto ventricolo è regolarmente posizionato sulla linea mediana. L'alterazione di segnale evidenziata in sede pontina paramediana dx e al peduncolo cerebellare cerebrale medio senza impregnazione di mezzo di contrasto, non presente precedente indagine potrebbe essere segno di una eventuale estensione edemigena sottotentoriale piuttosto che di una degenerazione walleriana.

Conclusioni: i reperti sono ascrivibili ad un incremento della nota lesione espansiva frontale destra con estensione controlaterale.

Attualmente la signora si trova ricoverata in un centro riabilitativo ma ci hanno comunicato che molto probabilmente, se anche i medici che l'hanno operata saranno d'accordo e non vorranno fare radioterapia, sarà mandata in un hospice per malati terminali.
Sinceramente ci siamo spaventati perchè non eravamo preparati così in "anticipo" ad uno spostamento del genere. Pensavamo sarebbe stata una soluzione da prendere tra qualche mese invece pare sia arrivato il momento proprio ora. Ci chiediamo com'è possibile anche dopo l'operazione che il tumore si sia sviluppato così tanto.
Le chiedo Dottore sinceramente se lei sa dirmi quanto le manca da vivere perchè lì in reparto non hanno saputo o voluto dircelo. Siamo tutti disperati e vorremmo tentare con una cura alternativa alla medicina tradizionale, sapendo che non sarà lo stesso una soluzione. Magari ci può dare qualche speranza di tenerla ancora qui per qualche mese, settimana.

La ringrazio e mi scuso per lo sfogo, voi sicuramente siete abituati a casi del genere ma oggi per noi è stata una giornata davvero pesante.

Cordialmente

M.



[#5]
Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20
Gentile signora
come era da temere la neoplasia e' cresciuta spingendosi oltre i limiti etici di trattabilita' secondo i criteri della medicina tradizionale. L'interessamento del corpo calloso e' uno dei segnali di intrattabilita'. In questo caso anche la radioterapia non solo e' inutile ma puo' diventare pericolosa.
Di medicina alternativa non ho mai visto guarire nessuno, ma certamento lo si puo' far star meglio.
L' hospice per malati terminali e' una soluzione, meglio se modulato tra degenza in casa o in hospice a seconda del grado di assistenza di cui ha bisogno. E' senz'altro un sollievo per i familiari della paziente che non sono piu' soli davanti alla malata.
Continuo a dispiacermi per l'ennesima dimostrazione che non sempre si puo' tutto di fronte alla malattia.
I piu' cordiali saluti
dr Rinaldi
[#6]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentile Dottore,


la ringrazio infinitamente per la sua disponibilità. Ci stringiamo attorno alla malata e cerchiamo di darle il miglior supporto possibile anche se è molto dura accettare questa situazione così drammatica, soprattutto per il mio compagno. Ci hanno parlato di settembre-ottobre come limite massimo di sopravvivenza. Per ora lei è lucida e vigile ma ci hanno confermato che non lo sarà per tutto agosto o forse nemmeno per luglio. La porteremo a casa e poi successivamente nell'hospice a seconda dei suoi tempi. Grazie ancora di tutto,

cordialmente

M.
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