Dolore lombare, protrusione l5-s1

Buongiorno,
Sono un uomo di 24 anni, 1.86 cm x 74kg.
I primi di aprile di quest'anno ho cominciato ad avvertire un dolore alla schiena in seguito ad un allenamento in palestra.
Dopo aver constatato che, nonostante il riposo, il dolore dopo un mese era aumentato considerevolmente di entità ho effettuato una visita da un ortopedico che mi ha consigliato di fare fisioterapia, cosa che ho provveduto a fare per il mese successivo. La fisioterapia mi ha portato qualche sollievo, nel senso che mi ha sbloccato un po la schiena dalle contratture permettendomi di muovermi meglio ma non ha attenuato il dolore.
I sintomi principalmente coinvolgevano la zona lombare in particolare dopo essere stato seduto molto ( > 1 ora) e il gluteo destro.
Una RM effettuata due mesi dopo l'esordio del mal di schiena evidenzia una protrusione discale L5-S1 che impronta il sacco durale. L'ortopedico che mi ha in cura mi ha detto che la protrusione tocca la radice di un nervo. Inoltre ha aggiunto che non è una cosa da cui si guarisce e di continuare con la fisioterapia. Ha inoltre aggiunto che gli esercizi mi accompagneranno per il resto della mia vita e che c'è la possibilità di intervento chirurgico ma lui non la ritiene necessaria ("si può operare ma nel tuo caso non mi sembra ci sia molto materiale da rimuovere").
Nei 4 mesi successivi ho continuato la fisioterapia in maniera religiosa, svolgendo gli esercizi indicati ogni giorno e affiancando il nuoto. Il dolore va molto a giornate o a periodi, alcune volte è molto forte altre meno ma è sempre presente. Non posso stare seduto a lungo ne stare fermo in piedi molto, mi piego in avanti lentamente e ho continui fastidi al gluteo e contratture.
Nell'ultimo periodo mi sembra la situazione stia peggiorando, fatico a dormire e il dolore coinvolge ora anche la parte sinistra. L'esercizio fisico mi aiuta ma è un tampone, mi fa stare un po meglio ma non migliorare e mi sembra di essere in una parabola discendente.
Ho 24 anni e mi sveglio la mattina pregando che sia una giornata buona e che possa svolgere i miei compiti senza sembrare una persona di 90 anni. Sono incredibilmente abbattuto dalla situazione e dalla prospettiva che la mia condizione non migliori mai.
Gli antiinfiammatori mi rimettono in piedi nei giorni peggiori ma cerco di limitarne il più possibile l'uso per l'impatto che hanno sul mio stomaco.
Mi chiedo quindi se l'operazione sia l'ultima alternativa e se è il caso di sentire un neurochirurgo . Come posso muovermi da qui? Che esami effettuare oltre alla RM già fatta?

Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Ho l'impressione che la rmn abbia già detto quello che poteva dirci e, messa insieme ai disturbi da Lei descritti, sembra dirci che il trattamento chirurgico va sempre più delineandosi come necessario (se limita così la Sua esistenza).
A volte, non si dà una precisa indicazione a tale trattamento perchè si ha presente unicamente l'intervento a cielo aperto (la cosiddetta microdiscectomia, ad es. secondo Caspar) e non si prende in esame il trattamento mininvasivo in anestesia locale con blanda sedazione.
I risultati sono di sicuro mediamente migliori, per quanto riguarda gli effetti collaterali legati all'atto chirurgico, e non inferiori, direi nella quasi totalità dei casi, sui disturbi per i quali si è deciso di intervenire.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
volevo fornire un aggiornamento.
I sintomi progressivamente sono andati un po migliorando rispetto il consulto precedente. A marzo 2019 sono stato nuovamente visitato dall'ortopedico che mi ha in cura che ha riscontrato una minor compressione della radice nervosa e sostanzialmente continuare con la fisioterapia.
Oggi a distanza di un anno e cinque mesi i sintomi non sono gravi ma sono sempre presenti. Il dolore e' ristretto quasi esclusivamente al gluteo, l'intensita' dipende dallo sforzo fatto durante le giornate precedenti. Se sto a riposo e' quasi nullo, se mi sforzo (lavoro) aumenta di intensita'.
A marzo l'ortopedico aveva ribadito la non necessita' dell'intervento ("se fosssi mio figlio non te lo farei").
Ora io mi chiedo, e' passato un anno e mezzo, ho provato diversi fisioterapisti ed osteopati. Faccio palestra seguito da un preparatore atletico al fine di potenziare muscolatura schiena/glutei eppure i sintomi rimangono, seppur di minor intensita' rispetto un anno fa.
Non sono piegato dal dolore e tutto sommato riesco a fare il mio lavoro tuttavia qualsiasi attivita' extra mi e' preclusa (una gita in montagna,una visita ad una citta' durante il weekend) altrimenti per tutta la settimana dopo avro' mal di schiena. Cosa mi consigliate di fare? Sento di essere ad un punto morto dove il mio medico mi considera un caso "non grave" ma comunque la mia qualita' di vita e' molto diminuita
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
credo la mia richiesta di consulto sia andata persa.
I sintomi permangono con dolore cronico all'articolazione sacroilliaca. Ritornero' in italia all'inizio dell'anno e mi piacerebbe capire come muovermi. Ad esempio, potrebbe essere utile rivolgersi ad un reumatologo per cercare di capire questo stato di infiammazione perenne al SI joint?
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Si faccia pure vedere da un Reumatologo, ma faccia anche una nuova rmn (a distanza di un anno, almeno, qualcosa potrebbe essere cambiato).
Faccia pure conoscere gli ulteriori sviluppi.
Cordialità.