Dolore dopo microdiscectomia l5-s1
Salve a tutti voi, ho 25 anni e in data 03/09/2019 sono stata sottoposta a microdiscectomia per un voluminosa ernia espulsa l4-l5 che aveva provocato nel tempo deficit motori iniziali a carico del piede dx. 5 giorni dopo l’intervento è iniziato un tipico quadro da compressione della radice s1 a carico dell’arto inferiore dx che ad oggi non si è risolto nonostante terapia con soldesam e toradol im per 7gg, seppur lievemente migliorato. Ieri, ad un mese e mezzo dall’intervento sono iniziati lievi fastidi analoghi a livello dell’arto inferiore sinistro. In data 30 settembre mi sono sottoposta a rmn con e senza mdc nonostante la coscienza che coì presto le immagini non sarebbero state chiarissime. Il referto si è mantenuto vago e fa riferimento solo ad una vivace reazione fibrococatriziale in fase attiva. Ora io mi chiedo se sia un decorso ancora normale e se normalmente, nella pratica clinica e secondo i casi da voi raccolti nel tempo, ci si aspetta che questo tessuto infiammatorio vada incontro ad una fisiologica riduzione o ad un riassorbimento o se sono destinata ad esiticicatriziali irreparabili. Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrete accordarmi!
[#1]
Gentile ragazza,
la situazione, così come la descrive Lei, non è molto chiara.
Lei sarebbe stata operata a livello L4-L5, ma poi sono insorti sintomi da compressione della radice S1, ovvero ad un livello più basso di quello operato.
La RM descrive una reazione fibrocicatriziale, ma a quale livello?
I casi sono due: o il chirurgo ha sbagliato spazio o è insorta una nuova ernia allo spazio L5-S1.
Cordialmente
la situazione, così come la descrive Lei, non è molto chiara.
Lei sarebbe stata operata a livello L4-L5, ma poi sono insorti sintomi da compressione della radice S1, ovvero ad un livello più basso di quello operato.
La RM descrive una reazione fibrocicatriziale, ma a quale livello?
I casi sono due: o il chirurgo ha sbagliato spazio o è insorta una nuova ernia allo spazio L5-S1.
Cordialmente
[#2]
Utente
Purtroppo risulta tutto un po’ confuso anche per me. La mia ernia era L4-L5 e il mio deficit motorio interessava la radice di L5 con iniziale difficoltà alla dorsiflessione del piede, per cui sono stata sottoposta all’intervento. Il chirurgo è sicuro di quel che ha fatto e a quanto pare l’intervento è andato bene, l’unica difficoltà che ha incontrato è stata accedere all’ernia abbassando la radice di L5 perché la radice era davvero rovinata e molto molto infiammata. Dalla risonanza di controllo in effetti la porzione espulsa della mia ernia non c’è più e la radice di L5 risulta libera. Il tessuto infiammatorio descritto dal referto invece sembra essere scivolato più in basso e comprime proprio la radice di S1 a destra, non so come mai. L’unica premessa che vorrei fare, non so se possa aiutare, è che già prima dell’intervento risultava una sacralizzazione di L5, tant’è che all’inizio la mia ernia era stata interpretata come una L5-S1. Non so se magari questa particolare conformazione della mia colonna ha fatto sì che in realtà questo tessuto infiammatorio entrasse in contatto con S1. Non so proprio cosa pensare perché purtroppo non ho assistito dal vivo all’intervento e non posso fare altro che fidarmi del mil chirurgo, che comunque è molto bravo e con molta esperienza nel settore. Sono solo spaventata dal dover convivere per sempre con questo dolore.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 646 visite dal 11/10/2019.
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