Il macroadenoma è una lesione troppo estesa
Buongiorno, vi espongo il caso di mio padre, 61 aa. Gli è stato diagnosticato un macroadenoma ipofisario, dopo risonanza magnetica con mezzo di contrasto. E' già stato operato per macroadenoma nel 2000 e nel 2003, entrambe le volte con tecnica transfenoidale ma la prima volta entrando dal naso, la seconda scollando la mucosa sopra il palato en entrando in una delle fosse nasali (dicevano che in questo modo avrebbero "visto in faccia" l'adenoma, ed effettivamente l'intervento forse è riuscito meglio, visto che i tempi di recidiva si sono allungati da tre a sei anni). Gli avevano detto che si sarebbe riformato almeno tra trent'anni, invece, accusando i sintomi che ormai conosce, ha proceduto con le analisi ormonali, che hanno registrato un abbassamento dell'LH e del Testosterone, e poi con la risonanza.
Ora, c'è bisogno di un altro intervento? Quante sono le probabilità di un'ulteriore recidiva? Non ci sono modi per evitare che il problema si ripresenti? Ho letto che è possibile fare radioterapia; in quel caso verrebbero uccise sia le cellule tumorali che una parte di quelle sane ipofisarie, venendo a creare quindi un ipopituitarismo che dovrebbe essere curato a vita con somministrazione di ormoni? La radioterapia può essere sia sostitutiva dell'intervento sia post-operatoria per eliminare residui di cellule tumorali, oppure il macroadenoma è una lesione troppo estesa per essere trattata completamente solo con radioterapia? Ci sono altre alternative? E poi una curiosità: ma con l'intervento, le strutture che vengono continuamente "aperte" e poi "ricostruite" non vanno incontro a deterioramento? Quali sono i rischi operatori per un intervento di questo tipo?
Scusate la serie di domande, magari per voi anche banali, ma ne approfitto per togliermi un po' di dubbi e chiarirmi le idee.
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Ora, c'è bisogno di un altro intervento? Quante sono le probabilità di un'ulteriore recidiva? Non ci sono modi per evitare che il problema si ripresenti? Ho letto che è possibile fare radioterapia; in quel caso verrebbero uccise sia le cellule tumorali che una parte di quelle sane ipofisarie, venendo a creare quindi un ipopituitarismo che dovrebbe essere curato a vita con somministrazione di ormoni? La radioterapia può essere sia sostitutiva dell'intervento sia post-operatoria per eliminare residui di cellule tumorali, oppure il macroadenoma è una lesione troppo estesa per essere trattata completamente solo con radioterapia? Ci sono altre alternative? E poi una curiosità: ma con l'intervento, le strutture che vengono continuamente "aperte" e poi "ricostruite" non vanno incontro a deterioramento? Quali sono i rischi operatori per un intervento di questo tipo?
Scusate la serie di domande, magari per voi anche banali, ma ne approfitto per togliermi un po' di dubbi e chiarirmi le idee.
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
[#1]
Egregio Signore,bisognerebbe anche conoscere l'esame istologico dei due interventi.
L'intervento per via transfenoidaleè ottimo,rispetto a quello intracranico,ma ben difficilcemte garantisce l'asportazione del materiale laterale, Se questa componente è cospicua e rimane in situ è più facile la "recidiva".
Ritengo che,dopo ogni intervento sia stata eseguita anche una RMN senza e con mdc,per vedere la situazione residua.
Bisognerebbe,infine,sapere di quanto si sporgesse in alto(muso del terzo?)la lesione e vorrei sapere anche se era secernente.
Aspetto risposta ai quattro quesiti.
Cordialità
L'intervento per via transfenoidaleè ottimo,rispetto a quello intracranico,ma ben difficilcemte garantisce l'asportazione del materiale laterale, Se questa componente è cospicua e rimane in situ è più facile la "recidiva".
Ritengo che,dopo ogni intervento sia stata eseguita anche una RMN senza e con mdc,per vedere la situazione residua.
Bisognerebbe,infine,sapere di quanto si sporgesse in alto(muso del terzo?)la lesione e vorrei sapere anche se era secernente.
Aspetto risposta ai quattro quesiti.
Cordialità
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#2]
Utente
Innanzitutto la ringrazio per l'interessamento; le rispondo ai quesiti: ci hanno sempre detto che l'adenoma è non secernente, anche se l'esame istologico sul materiale del 2003 ha come referto "FSH 10%, LH 30%. Indice proliferativo Ki67 :1%" Il precedente esame istologico del 2000 riporta "adenoma ipofisario tipo cordonale e trabecolare con focali atipie".
Il quadro delle risonanze magnetiche è più o meno sempre lo stesso: in quella del 2000 "lesione espansiva solida di dimensioni 3x2 circa, che mostra dopo somministrazione di MdC enhancement disomogeneo per la presenza nel suo contesto di aree a contenuto liquido. La lesione descritta disloca superiormente il chiasma ottico, comprimendolo soprattutto a sn, e si estende lateralmente al seno cavernoso bilateralmente, dislocando il tratto intracavernoso della carotide interna di sn ed inglobando in parte la controlaterale.". Nella risonanza del 2003 si dice che la morfologia e le dimensioni dell'adenoma appaiono invariate rispetto a quelle del 2000. Nella risonanza odierna (2009), in più rispetto a quelle vecchie, si vedono gli esiti dei pregressi interventi chirurgici, con ridotta pneumatizzazione del seno sfenoidale, il materiale impronta i recessi anteriori del terzo ventricolo, solleva il tratto ottico di sn e il tratto A1 dell'arteria cerebrale anteriore di sn.
Per quanto riguarda le RMN dopo ogni intervento, dopo il primo intervento non credo sia stata eseguita, il controllo è stato fatto esclusivamente sulle analisi ormonali; dopo il secondo intervento è stata eseguita 3 mesi dopo l'intervento. Il referto è "si apprezzano gli esiti del reintervento di asportazione del voluminoso macroadenoma ipofisario intra e sovrasellare, a morfologia ovalare e margini polilobati: attualmente il cavo sellare appare occupato da tessuto a segnale isointenso in T1, con omogeneo enhancement dopo mdc. Le cisterne ottico-chiasmatiche appaiono quasi completamente libere, il chiasma non mostra attualmente segni di compressione: il peduncolo è nuovamente visibile, moderatamente ispessito ed è laterodeviato a sn. Il seno sfenoidale non appare attualmente pneumatizzato in relazione a presenza di materiale di apporto chirurgico."
In relazione a questi dati, come pensa che si debba procedere? I residui, dopo l'intervento del 2003, c'erano ma il chirurgo ci aveva detto che l'adenoma avrebbe dato fastidio dopo 30 anni, quindi, o ce ne erano di più di quanto ci hanno messo al corrente, oppure l'adenoma cresce più velocemente di quanto ci si aspetti.
La ringrazio.
Il quadro delle risonanze magnetiche è più o meno sempre lo stesso: in quella del 2000 "lesione espansiva solida di dimensioni 3x2 circa, che mostra dopo somministrazione di MdC enhancement disomogeneo per la presenza nel suo contesto di aree a contenuto liquido. La lesione descritta disloca superiormente il chiasma ottico, comprimendolo soprattutto a sn, e si estende lateralmente al seno cavernoso bilateralmente, dislocando il tratto intracavernoso della carotide interna di sn ed inglobando in parte la controlaterale.". Nella risonanza del 2003 si dice che la morfologia e le dimensioni dell'adenoma appaiono invariate rispetto a quelle del 2000. Nella risonanza odierna (2009), in più rispetto a quelle vecchie, si vedono gli esiti dei pregressi interventi chirurgici, con ridotta pneumatizzazione del seno sfenoidale, il materiale impronta i recessi anteriori del terzo ventricolo, solleva il tratto ottico di sn e il tratto A1 dell'arteria cerebrale anteriore di sn.
Per quanto riguarda le RMN dopo ogni intervento, dopo il primo intervento non credo sia stata eseguita, il controllo è stato fatto esclusivamente sulle analisi ormonali; dopo il secondo intervento è stata eseguita 3 mesi dopo l'intervento. Il referto è "si apprezzano gli esiti del reintervento di asportazione del voluminoso macroadenoma ipofisario intra e sovrasellare, a morfologia ovalare e margini polilobati: attualmente il cavo sellare appare occupato da tessuto a segnale isointenso in T1, con omogeneo enhancement dopo mdc. Le cisterne ottico-chiasmatiche appaiono quasi completamente libere, il chiasma non mostra attualmente segni di compressione: il peduncolo è nuovamente visibile, moderatamente ispessito ed è laterodeviato a sn. Il seno sfenoidale non appare attualmente pneumatizzato in relazione a presenza di materiale di apporto chirurgico."
In relazione a questi dati, come pensa che si debba procedere? I residui, dopo l'intervento del 2003, c'erano ma il chirurgo ci aveva detto che l'adenoma avrebbe dato fastidio dopo 30 anni, quindi, o ce ne erano di più di quanto ci hanno messo al corrente, oppure l'adenoma cresce più velocemente di quanto ci si aspetti.
La ringrazio.
[#3]
Gent.le Utente,credo che per via transfenoidale non sarebbe stato possibile ottenere di più ed una via intracranica sarebbe stata probabilmente estremamente rischiosa anche per la vita visto che anche i rami arteriosi mostravano "interessamento"dalla lesione.
A questo punto,ritornare per la terza volta sul focolaio operatorio,forse,sarebbe più difficoltoso senza avere sicuramente i benefici ottenuti in passato.
Ritengo che dovreste parlarne col vostro Neurochirurgo per ipotizzaee concretamente un trattamento tipo radiante prima che la lesione divenga troppo estesa.
Tenetemi informato e cordiali auguri.
A questo punto,ritornare per la terza volta sul focolaio operatorio,forse,sarebbe più difficoltoso senza avere sicuramente i benefici ottenuti in passato.
Ritengo che dovreste parlarne col vostro Neurochirurgo per ipotizzaee concretamente un trattamento tipo radiante prima che la lesione divenga troppo estesa.
Tenetemi informato e cordiali auguri.
[#5]
Gent.le Sig.a,il rischio è sempre quello.
Può essere che con Gammaknife si possa agire (se le dimensioni sono ancora contenute) o con altra metodologia che abbia una massima precisione nel colpire la lesione lasciando indenne il tessuto sano.
Bisogna che ne parli col Neurochirurgo che l'ha operata e che a sua volta,ritengo,si consulterà con un Radioterapista.
Mi faccia sapere quali saranna le sue conclusioni.
Saluti cordiali
Può essere che con Gammaknife si possa agire (se le dimensioni sono ancora contenute) o con altra metodologia che abbia una massima precisione nel colpire la lesione lasciando indenne il tessuto sano.
Bisogna che ne parli col Neurochirurgo che l'ha operata e che a sua volta,ritengo,si consulterà con un Radioterapista.
Mi faccia sapere quali saranna le sue conclusioni.
Saluti cordiali
[#7]
Utente
Buonasera, siamo andati in visita dal Neurochirurgo e ci ha detto che l'adenoma è da operare di nuovo, pensando ad una radiochirurgia o radioterapia in caso dovessero restare dei residui. Non mi è chiara una cosa: la radiochirurgia (gammaknife e cyberknife) si può usare anche quando il tumore infiltra la spongiosa del clivus? Molto probabilmente l'infiltrazione, che potrà essere vista durante l'intervento secondo le parole del chirurgo, sarà di nuovo presente perchè già durante l'intervento precedente c'era. Quindi quali sono le possibilità di poter usare la radiochirurgia dopo l'intervento, senza ricorrere alla radioterapia che invece potrebbe danneggiare anche le strutture circostanti? Grazie.
Distinti saluti.
Distinti saluti.
[#8]
Gent.le Utente,questa è una valutazione che deve fare il N.CH. che l'ha operata finora.
In linea di principio,la chirurgia è più decisiva ma il rischio,a mio avviso,è maggiore. Se le dimensioni,precisamente determinate,ancora lo consentono opterei per un trattamento tipo gamma knife...ma io non conosco i problemi che il Suo N.CH.ha dovuto affrontare nel corso dei precedenti interventi.
Mi tenga informato e sinceri auguri
In linea di principio,la chirurgia è più decisiva ma il rischio,a mio avviso,è maggiore. Se le dimensioni,precisamente determinate,ancora lo consentono opterei per un trattamento tipo gamma knife...ma io non conosco i problemi che il Suo N.CH.ha dovuto affrontare nel corso dei precedenti interventi.
Mi tenga informato e sinceri auguri
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 10.4k visite dal 05/07/2009.
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