Rmn encefalo

Buonasera dottori, mia sorella ha effettuato su consiglio del proprio medico una RMN a seguito di ripetuti episodi di vertigine.
Premetto che da un punto di vista ORL non ci sono problemi.
L'esito del dianzi citato esame è il seguente: "Presenza di isolate minute aree di alterata intensità del segnale, iperintense nelle sequenze pesate in T2, a carico della sostanza bianca biemisferica periventricolare, da riferire ad aree di gliosi su base vascolare di tipo cronico. IV ventricolo nella norma. SVST modicamente dilatato, normoconformato ed in asse rispetto alla linea mediana. Spazi liquorali della volta e della base ectasici in relazione ad una atrofia corticale su base senile. " Gradirei un Vostro parere su quanto emerso dal referto, in generale e non soltanto con riferimento al problema delle vertigini. Ad es. sono normali le ectasie su base senile in un soggetto poco più che sessantenne? Il resto è ok? Occorrono delle terapie?
Un cordiale saluto.
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.7k 361
Egregio Utente,
il reperto della risonanza non esprime una condizione clinica cui possa essere ascritta la patogenesi del disturbo vertiginoso, che ovviamente deve poter essere definito in termini clinici. Il quadro emerso dalla RM depone per una iniziale condizione di atrofia su verosimile base vasculopatica, che deve essere considerata in relazione al quadro neurologico e cognitivo della paziente, onde individuare appropriate misure di terapia.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
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Utente
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Buongiorno e grazie per la celere risposta. Stamane mia sorella ha portato all'attenzione del medico che aveva prescitto la RMN il referto. Il medesimo medico sostiene che, non risulti nulla di preoccupante in relazione all'età di mia sorella, poichè a suo dire a 65 anni è normale avere tale referto da una RMN "Spazi liquorali della volta e della base ectasici in relazione ad una atrofia corticale su base senile". Tale giudizio anche sul restante quadro emerso dal referto che, evito di riportare nuovamente. Dice che è un referto che non si discosta affatto da molti altri visti nella sua carriera. Voleva inizialmente prescrivere un antiaggregante (acido acetilsalicilico), ma vista l'allergia a tale sostanza di mia sorella, il medico prima di prescrivere altri tipi di farmaci simili ha richiesto un ecocolor doppler dei vasi epiaortici. Per quanto concerne le vertigini ha prescritto un rx colonna cervicale. Alla luce di quanto dianzi esposto, e visto che allo stato attuale mia sorella apparentemente non presenta da un punto di vista neurologico cognitivo alcun problema, le chiedo se quanto emerso invece dalla RMN a suo parere depone per una predisposizione a problematiche future quali demenza senile ecc. o altre problematiche o altre patologie di diversa natura. E se la risposta è si, cosa sarebbe opportuno fare per scongiurarle?
Un cordiale saluto
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.7k 361
Come ho scritto nella precedente risposta, il referto della Risonanza esprime una condizione cronicizzata di disturbo su base vascolare. Ciò, a mio avviso, impone innanzitutto di sottoporre ad una attenta valutazione neurocognitiva la paziente e valutare la possibilità di ulteriori approfondimenti diagnostici strumentali. Infine, voglio puntualizzare che la Rx della colonna di oirma è praticata solamente a seguito di un trauma per escludere eventuali fratture e che se viene invece effettuata per individuare la patogneesi delle vertigini è del tutto inutile ed espone il paziente immotivatamente alle radiazioni ionizzanti.

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
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Gentile dottore, innanzitutto mi preme ringraziarla per la sua ulteriore risposta. A volte dottore, mi creda, i pazienti si trovano a non sapere ciò che è meglio fare. In questo caso, da una parte c'è il curante che, ritiene il referto non di tale gravità da dover sottoporre la sorella a dei test, visto che la stessa non presenta alcun sintomo, es. perdita di memoria ecc. (me ne ha elencati tanti di sintomi che a suo dire mia sorella non ha allo stato attuale) e ritiene solo di prescrivere un antiaggregante e l'ulteriore esame diagnostico ecocolor doppler vasi epiaortici prima di decidere l'antiaggregante più indicato (non potendo usare, come già riferito) l'acido acetilsalicilico. Dall'altra parte ho il suo autorevole parere, e proprio alla luce della sua risposta ho chiesto al curante di prescrivere per mia sorella una visita neurologica. Ma visto che non la ritiene necessaria per quanto dianzi detto a questo punto dovrò provvedere ad un consulto privato. Ciò detto, da ultimo, le segnalo che la paziente è da anni ipertesa in controllo farmacologico, sovrappeso, disfunzione diastolica di primo grado. Inoltre, penso sia utile riferire che entrambi i nostri genitori hanno avuto problemi simili, ovvero, nostro padre è venuto a mancare per ictus cerebrale e mia madre presentava evidenza di TIA dal referto della RMN anche se poi è venuta a mancare per altri motivi. Secondo lei può esserci correlazione ed una predisposizione familiare? Infine, siccome siamo umani e bisognosi anche di essere rassicurati, (siamo veramente preoccupatissimi!) pur avendo ben capito che lei ritiene che sia un quadro che va indagato, se dalla sua esperienza professionale ritiene che possiamo essere per qualche aspetto (oggettivamente, e non a mo di pacca sulle spalle) rassicurati sul decorso di tali problematiche, la prego di farlo. La ringrazio veramente di cuore per il tempo che ci ha dedicato, e visto che ormai a prescindere dalla sua ulteriore risposta il consulto mi pare esaustivo, e non mi pare ci siano altre cose da aggiungere avendo già lei pienamente espresso il suo parere, l'occasione è gradita per augurarle buon lavoro unitamente ad un cordiale saluto.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.7k 361
Gentile Utente,
La ringrazio delle cortesi parole di apprezzamento. Per approfondire il quadro di declino cognitivo neurodegenerativo andrebbero eseguiti innanzitutto i test neuropsicologici e parallelamente una PET-scan cerebrale con flutametamolo, per escludere la deposizione patologica di beta-amiloide, condizione patognomonica della malattia di Alzheimer.

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
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