Possibile intossicazione lieve da monossido di carbonio

Gentile staff di medici italia,
nove ore fa io e altri miei amici, che ci troviamo in vacanza all'estero, siamo tornati da una gita con un viaggio di 2 ore in pullman. Prima della partenza con il pullman (11 ore fa) per 20 minuti circa l'autista ha aspettato dei ritardatari lasciando le porte del bus aperte e permettendo così ad una parte dei fumi di scarico di un pullman acceso e parcheggiato davanti al nostro, di entrare.
Chiedo questo consulto perché io e i miei amici siamo preoccupati per una possibile intossicazione da monossido di carbonio. Durante il viaggio siamo stati colti da una grande stanchezza e abbiamo dormito per tutto il tempo. Inoltre da quando siamo scesi accusiamo un lieve mal di testa che lamentiamo anche adesso. Nessuno di noi ha vomitato (ho letto che è un sintomo di intossicazione) ma da 3 ore ho un leggero senso di nausea. Un ora fa siamo andati al pronto soccorso raccontando l'accaduto. Il dottore ci ha messo una specie di molletta al dito per misurare, mi pare di aver capito, la percentuale di ossigeno, che era attorno al 96-97% (ci ha detto nella norma). Ci ha inoltre detto che non reputava necessario fare un esame per la carbossiemoglobina, come ho chiesto io, in quanto secondo lui a 8 ore dalla presunta esposizione non si sarebbe rilevato nulla dato che, ha detto, basta respirare per un po' dell'aria fresca e i livelli nel sangue tornano a valori normali. Ci ha inoltre invitato a non preoccuparci relativamente a possibili danni permanenti.
Tornato in alloggio, ho cercato conferma su internet a quello che ci ha riferito il dottore trovando intanto che il tempo di dimezzamento nel sangue della carbossiemoglobina è di circa 6 ore, al contrario di quanto dettoci, inoltre nel sito carbon monosside survivors, che sembrerebbe affidabile, ho letto che ci possono essere gravi effetti a lungo termine, soprattutto cerebrali. Sempre da tale sito, precisamente in questa pagina http://www.carbon-monoxide-survivor.com/carbon-monosside-poisoning-symptoms-one-time-exposure.html confrontando i sintomi sembrerebbe che abbiamo avuto un intossicazione dove il livello i carbossiemoglobina nel sangue è inferiore al 20%. Ora le mie domande sono le 3 seguenti:
1) Sempre che i nostri sintomi siano causati da un'intossicazione da co (non escludo che non siano causati da essa visto che in questi giorni dormiamo poco e non mangiamo bene come in Italia, anche se ritengo comunque molto probabile che la causa sia il co visto che abbiamo tutti gli stessi sintomi) che gravità conferisce al nostro presunto livello di intossicazione e ci consiglia di andare a farci visitare al nostro ritorno in Italia (torniamo domani)?
2) Quali sono gli effetti a lungo termine per una tale esposizione, in particolare che gravità possono avere eventuali danni cerebrali?
3) In caso di possibili effetti a lungo termine, come ci consiglia di limitarli? C'è qualche terapia da seguire?
Grazie in anticipo, confidando in una sua dettagliata risposta la saluto cordialmente.
[#1]
Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13

Buongiorno,

Per quanto sia possibile che l'inalazione di fumi di scarico provenienti da un pullman davanti al vostro possa aver causato qualche sintomi, è difficile che con queste modalità ci possa essere stata un'intossicazione da monossido di carbonio.

È più probabile che i sintomi siano stati causati dal viaggio in sé, che immagino non sia stato comodo, dalla carenza di sonno, dalla stanchezza e dal cambio di abitudini e di alimentazione.

Non è neanche utile fare altre visite al rientro in Italia, perché eventuali sequele ad un intossicazione da CO si possono avere in casi gravi, in cui i sintomi sono drasticamente peggiori di quelli sperimentati da lei e i suoi amici. Nel vostro caso, ammesso di intossicazione da CO si possa parlare, certamente non vi saranno sequele.

Dr. Stefano Vollaro

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Buongiorno e grazie per la riposta. Mentre aspettavo il reponso ho fatto delle ricerche più approfondite. Ho provato ad aggiornare la domanda con i dettagli che volevo aggiungere ma non sono riuscito, mi vedo costretto dunque ad aggiungere i dettagli qui. Mi scuso dunque per l'insistenza e mi impegno a essere il più preciso possibile in questa risposta, cercando in tal modo di non tralasciare nulla. Per ogni dettaglio che aggiungerò citerò la fonte esatta.

Per prima cosa ho trovato qui
https://www.extension.iastate.edu/Pages/communications/CO/co_car.html
che un furgoncino acceso anche solo per due minuti in un garage aperto possono portare ad una concentrazione di CO di circa 500 ppm. Dato che l'altro pullman distava circa 2 metri dalla porta del nostro pullman, ciò sembrerebbe giustificare la mia preoccupazione circa una possibile intossicazione.

Documentandomi ho trovato che ciò che nella domanda precedente ho chiamato "danni neurologici permandenti" è un evento che viene denotato "sindrome neurologia tardiva" (DNS). Ho letto che la DNS avviene con una elevata frequenza (circa 2 casi su 3) in casi di intossicazioni gravi. Cercando se tale sindrome è talvolta presente anche in intossicazioni lievi (dove lieve è inteso con HbCO non superiore al 20%) ho trovato i seguenti risultati

1) http://link.springer.com/article/10.1007/s00134-001-1127-z#page-1
Viene condotta un indagine su 307 pazienti che hanno subito un'intossicazione lieve, con sintomi come mal di testa e vertigini e che non sono svenuti. Essi sono stati trattati con ossigenoterapia e a un mese dall'accaduto il 67% di essi è risultato in salute e tali pazienti non hanno presentato DNS, al più mal di testa.

2) http://emed.wustl.edu/Portals/2/Answer%20Key%20PDF/2012/January2012/FirstYear.pdf
E' stato eseguito un test su 30 pazienti e 7 di questi (cioè il 23%) hanno sviluppato DNS. Nella penultima pagina è mostrata una tabella che mostra che tale sindrome può avvenire anche a livelli di HbCO < 20% (in realtà ciò non potrebbe non essere esatto perché è mostrato il livello di HbCO all'ingresso in ospedale, magari più basso di quello originario). Nell'articolo è specificato che i pazienti hanno sviluppato DNS anche se sono stati trattati con ossigenoterapia, contraddicendo i dati del primo articolo.

3) http://www.drugs.com/health-guide/carbon-monoxide-poisoning.html
Nel paragrafo "prognosis" c'è scritto che nel caso di intossicazioni da lievi a moderate, il rischio di DNS è del 20% (1 caso su 5), in accordo con il secondo articolo.

Da questi dati mi sembra di capire che, al contrario di quanto ha detto, si possono avere sequele anche ad intossicazioni lievi da CO. Sono inoltre preoccupato perché non ho ricevuto alcun trattamento, al contrario dei pazienti esaminati nei primi due articoli, i quali sono stati trattati con ossigenoterapia.

Inoltre, prima della bibliografia, qui http://anestit.unipa.it/esiait/0401_01.htm è scritto che spesso le sequele sono concomite ad un aumento dell'attività fisica e ad un aumento dell'attività mentale. Deduco da
http://www.mcsrr.org/resources/articles/P11.html#treatment
nel paragrafo "Medications, Supplements and Diet" che ciò sia dovuto al fatto che tali attività tendono ad aumentare la produzione endogena di CO.
Nell'ultimo articolo c'è scritto anche di curare l'alimentazione, pensavo quindi di prendere Multicentrum che male non fa. Eviterò inoltre alcol e caffeina.

Le chiedo dunque, in luce di tali articoli, resta comunque del parere espressomi? Non sono medico dunque spero di aver interpretato in modo errato tali dati.
Inoltre, dovendo sostenere degli esami a ottobre, mi si prospettano due mesi di studio intenso (7 ore al giorno circa). Pensavo di alternare lo studio ad attività fisica quotidiana. Però nel caso in cui fosse stata presente un'intossicazione, mi sembra di dedurre dagli ultimi due articoli che non sarebbe il miglior stile di vita da adottare. Come mi consiglia di comportarmi dunque? Lo studio intenso non lo posso evitare, diminuisco quindi l'attività fisica?

La ringrazio in anticipo per pazienza e disponibilità, dunque le porgo i più cordiali saluti.
[#3]
Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Si, rimane valido quanto detto prima.
Da come ha descritto l'accaduto mi pare improbabile che i livelli inalati di CO possano essere tali da rappresentare un rischio: quasi certamente la concentrazione di CO che si inala fumando una sigaretta è maggiore. Forse potrebbe esserci stato un lieve effetto irritante delle altre molecole dei fumi di scarico sulle mucose delle vie respiratorie, che comunque dovrebbe essersi risolto nel giro di alcune ore.
Non riesco ad aprire la versione completa del primo articolo, per cui non so se lo studio è in cieco e come sono stati valutati i pazienti, comunque sembrerebbe trattarsi di tutti pazienti con intossicazione domestica, di solito correlata ai fumi di scarico delle caldaie e tra i sintomi inclusi nella valutazione a distanza ci sono la cefalea e l'apatia, due sintomi molto comuni nella popolazione generale e che possono anche essere indotti da effetto placebo o dallo stato ansioso generato dal trauma dell'intossicazione. Per capire se davvero un intossicazione lieve possa aver causato sintomi tardivi sarebbe stata utile una popolazione di controllo.
Anche il secondo articolo non ha un vero gruppo di controllo, ma confronta l'efficacia di due trattamenti differenti sulle "sequele" (un piccolo gruppo di controllo viene usato soltanto per valutare i risultati dei test neuropsicologici, eseguiti solo su 7 pazienti); inoltre la definizione di DNS è davvero molto ampia e include molti sintomi "generici".

Quindi penso davvero che possa stare tranquillo. Certo, nulla vieta per scrupolo di chiedere un parere di un esperto di un centro antiveleni.
Come consigli generali è certamente una buona idea quella di evitare il fumo e in generale le fonti di inquinamento atmosferico. La riduzione dell'attività fisica credo sia utile solo nelle prime ore dall'ipossia. Più che il Multicentrum, andrebbero assunte sostanze antiossidanti: senza necessità di assumere farmaci, potrebbe essere sufficiente aumentare l'introito di frutta, verdura e pesce rispetto ai grassi saturi (carne, salumi, ecc.). Sicuramente non dovrà temere l'attività fisica o lo studio intenso a distanza di settimane dall'evento.
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