Adhd - farmaco
Buonasera, sono la mamma di un bambino di quasi 6 anni con diagnosi di adhd severa, deficit regolazione emotiva, ritardo del linguaggio.
Dall'età di neanche 3 anni mio figlio segue, bisettimanalmente, sedute di neuropsicomotricità individuale e da un paio d'anni seduta settimanale di logopedia.
I miglioramenti ci sono stati e fino a poco tempo fa i ritorni delle terapiste erano, tutto sommato positivi.
Il bambino, fin dal secondo anno della materna, ha avuto anche insegnante di sostegno ed OSS (anche ora che ha cominciato la primaria).
Di recente le terapiste mi hanno chiesto di far rivalutare il bambino dal neuropsichiatra infantile perché, soprattutto durante logopedia, distratto a livelli tali da concludere poco o niente.
Mi hanno "buttato là" la possibilità di valutare l'utilizzo del farmaco.
Di mio figlio posso di certo dire che ha spesso la testa tra le nuvole, perso nei suoi pensieri, nella testa e nei discorsi gli passano in continuazione scene e dialoghi di film e cartoni che ama guardare e riguardare.
Ha delle "fisse" tipo che deve fare lui e come dice lui, in genere sempre con lo stesso identico iter.
A mio avviso il peggioramento che ha avuto durante la terapia logopedica può essere imputato all'inizio della scuola ed al fatto che, anche a casa, deve fare i compiti.
Gli impegni per lui sono aumentati e ritengo comprensibile il fatto che abbia avuto uno stop.
Questo il quadro arrivo alle domande:
1) quale iter deve essere seguito prima di decidere se somministrare ad un bambino un farmaco per adhd?
(esami?
test?)
2) leggevo che si prende in considerazione anche la presenza di casi di malattia mentale in famiglia è vero?
purtroppo lato mio marito sia lui che suo padre ne hanno avuti a iosa nello specifico mio marito dall'età di 20 anni circa, oggi ne ha quasi 50, soffre di paranoie e manie di persecuzione che, nel tempo, sono state trattate con vari farmaci senza grandi risultati (anche per cure non seguite scrupolosamente), ha avuto anche un episodio di autolesionismo che lo ha portato ad un ricovero ospedaliero (dopo ha avuto un altro ricovero, programmato, per pensieri suicidi).
L'esatta condizione di mio suocero invece non la conosco ma, da quanto so, il quadro era simile pur avendo, nel tempo, tenuto sotto controllo la malattia grazie ai farmaci.
Con questa storia alle spalle potrete immaginare la mia ritrosia anche solo a prendere in considerazione un farmaco che agisce sul cervello e invece sono qui perché voglio aiutare mio figlio in tutti i modi possibili, ma solo dopo aver soppesato attentamente pro e contro.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.
a.
Dall'età di neanche 3 anni mio figlio segue, bisettimanalmente, sedute di neuropsicomotricità individuale e da un paio d'anni seduta settimanale di logopedia.
I miglioramenti ci sono stati e fino a poco tempo fa i ritorni delle terapiste erano, tutto sommato positivi.
Il bambino, fin dal secondo anno della materna, ha avuto anche insegnante di sostegno ed OSS (anche ora che ha cominciato la primaria).
Di recente le terapiste mi hanno chiesto di far rivalutare il bambino dal neuropsichiatra infantile perché, soprattutto durante logopedia, distratto a livelli tali da concludere poco o niente.
Mi hanno "buttato là" la possibilità di valutare l'utilizzo del farmaco.
Di mio figlio posso di certo dire che ha spesso la testa tra le nuvole, perso nei suoi pensieri, nella testa e nei discorsi gli passano in continuazione scene e dialoghi di film e cartoni che ama guardare e riguardare.
Ha delle "fisse" tipo che deve fare lui e come dice lui, in genere sempre con lo stesso identico iter.
A mio avviso il peggioramento che ha avuto durante la terapia logopedica può essere imputato all'inizio della scuola ed al fatto che, anche a casa, deve fare i compiti.
Gli impegni per lui sono aumentati e ritengo comprensibile il fatto che abbia avuto uno stop.
Questo il quadro arrivo alle domande:
1) quale iter deve essere seguito prima di decidere se somministrare ad un bambino un farmaco per adhd?
(esami?
test?)
2) leggevo che si prende in considerazione anche la presenza di casi di malattia mentale in famiglia è vero?
purtroppo lato mio marito sia lui che suo padre ne hanno avuti a iosa nello specifico mio marito dall'età di 20 anni circa, oggi ne ha quasi 50, soffre di paranoie e manie di persecuzione che, nel tempo, sono state trattate con vari farmaci senza grandi risultati (anche per cure non seguite scrupolosamente), ha avuto anche un episodio di autolesionismo che lo ha portato ad un ricovero ospedaliero (dopo ha avuto un altro ricovero, programmato, per pensieri suicidi).
L'esatta condizione di mio suocero invece non la conosco ma, da quanto so, il quadro era simile pur avendo, nel tempo, tenuto sotto controllo la malattia grazie ai farmaci.
Con questa storia alle spalle potrete immaginare la mia ritrosia anche solo a prendere in considerazione un farmaco che agisce sul cervello e invece sono qui perché voglio aiutare mio figlio in tutti i modi possibili, ma solo dopo aver soppesato attentamente pro e contro.
Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.
a.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 09/10/2020.
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