Bambino quasi 4 anni e continue regressioni nello spannolinamento

Gentilissimi Medici, sono una mamma consapevole di aver commesso molti errori nel processo di spannolinamento di mio figlio.
Tutto è iniziato l'estate scorsa quando due figli dei nostri amici, coetanei di mio figlio, hanno tolto il pannolino.
Mio figlio allora aveva quasi 3 anni, ma nonostante l'esempio degli amichetti e dei compagni di asilo, e nonostante il nostro dolce incoraggiamento corredato di fumetti, storie, vasini, si è rifiutato anche solo di provare.
Perfino in spiaggia al mare, ha sempre voluto il pannolino subito dopo essere uscito dall'acqua.
Visto il suo rifiuto non abbiamo più preso l'argomento.
A Gennaio di quest'anno ho deciso di compragli un riduttore per il wc, lui lo ha trovato interessante e ha iniziato spontaneamente a voler fare la pipì nel wc.
Tutti lo abbiamo lodato tantissimo ogni volta che usava il wc (io, mio marito, nonni, zii, etc).
Il mio errore è stato non togliergli già allora il pannolino, ma lasciarlo "libero di decidere" se farla nel wc o no, inoltre all'asilo continuava a volere il pannolino e a rifutarsi di usare i bagni.
Dopo una decina di giorni è regredito dicendo "voglio restare piccolo" e noi abbiamo assecondato il suo rifiuto pensando che non fosse pronto.
A Marzo ha di nuovo ripreso a fare alcune volte la pipì nel riduttore del wc e ha pure sperimentato a fare con successo anche la cacca.
Di nuovo lodi e complimenti, ma di nuovo non ho avuto il coraggio di forzarlo togliendo totalmente il pannolino, per cui è di nuovo regredito.
E così anche ad Aprile e a Giugno quando ha compiuto i 4 anni.
Dopo l'ennesima regressione con frasi "non voglio crescere, voglio restare piccolo", ci siamo arresi.
Abbiamo pensato ad un "blocco psicologico".
Lui vuole ancora il ciuccio per dormire, vuole essere imboccato la maggior parte delle volte e dorme in un letto singolo adiacente al nostro letto, per cui praticamente siamo tutti e tre insieme.
Lo so: ho commesso errori su errori in tutti gli aspetti educativi.
Sono una mamma che lavora e che si sente probabilmente in colpa per questo.
Fatto sta che adesso sto provando a forzarlo per la prima volta a togliere il pannolino.
Gli ho imposto prima di togliere il pannolino di giorno quando siamo a casa, ed è andata bene.
Ora sto provando a fargli togliere il pannolino quando andiamo a trovare i parenti: urla, pianti, tragedie e accuse da parte di tutti che sono "cattiva a forzarlo".
Adesso ho bisogno del Vostro immenso aiuto: cosa devo fare?
E' chiaro che mio figlio fisiologicamente sa fare tutto da solo nel wc, sia pipì che cacca, e che il suo blocco è solo psicologico, dovuto al mio modo di fare "indeciso e permissivo".
Sbaglio adesso a volerlo forzare?
Devo togliere del tutto il pannolino di giorno, sia dentro che fuori casa?
O devo aspettare ancora i "suoi tempi"?
O è il caso di andare da un neuropsichiatra infantile?
Come posso rimediare ai miei errori e al fatto che sicuramente la mia indecisione lo ha confuso?
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Dr. Alfonso Geraci Neuropsichiatra infantile 3
Buongiorno. Occorre premettere che i comportamenti dei bambini, come quelli di tuti gli esseri umani, sono il risultato di complesse interazioni fra il temperamento del bambino stesso e le sue esperienze ambientali (fra cui gli atteggiamenti educativi, ovviamente), per cui è molto difficile dare risposte univoche ad un quesito come quello posto dalla signora. A ciò si aggiunga che un elemento fondamentale nella valutazione, e purtroppo spesso trascurato, è costituito dall’atteggiamento inconscio e dalle aspettative spesso inespresse che in ogni genitore determina l’atteggiamento educativo verso il proprio figlio. Mi rendo conto che le considerazioni qui espresse sono troppo generiche e non rispondono al quesito, la cui risposta può emergere da una osservazione attenta del bambino in assetto psico dinamico e una approfondita anamnesi, psicologica più che strettamente medica, condotta con i genitori da parte di uno psicoterapeuta esperto.

Dr. Alfonso Geraci

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Dr. Alfonso Geraci Neuropsichiatra infantile 3
Buongiorno. Occorre premettere che i comportamenti dei bambini, come quelli di tuti gli esseri umani, sono il risultato di complesse interazioni fra il temperamento del bambino stesso e le sue esperienze ambientali (fra cui gli atteggiamenti educativi, ovviamente), per cui è molto difficile dare risposte univoche ad un quesito come quello posto dalla signora. A ciò si aggiunga che un elemento fondamentale nella valutazione, e purtroppo spesso trascurato, è costituito dall’atteggiamento inconscio e dalle aspettative spesso inespresse che in ogni genitore determina l’atteggiamento educativo verso il proprio figlio. Mi rendo conto che le considerazioni qui espresse sono troppo generiche e non rispondono al quesito, la cui risposta può emergere da una osservazione attenta del bambino in assetto psico dinamico e una approfondita anamnesi, psicologica più che strettamente medica, condotta con i genitori da parte di uno psicoterapeuta esperto.
Dr. Alfonso Geraci

Dr. Alfonso Geraci