Disgiuntore palatale rotto

Buonasera, necessito di alcuni chiarimenti in merito all'apparecchio in oggetto e spero che qualcuno mi possa aiutare.
Il 7/5/11 mi sono rivolta ad un ortodontista su consiglio del mio dentista poiché ci si è accorti che ho ancora due canini da latte, ed uno dei due permanenti ha manifestato la sua volontà di uscire allo scoperto facendosi spazio all'interno dell'arcata superiore, proprio dietro il dente da latte.
Esplicitando questo problema, durante la 1° visita di controllo, l'ortodontista ha da subito notato che il mio palato era troppo stretto e mi ha comunicato che sarebbe stato necessario dapprima fare spazio rimuovendo i 4 denti del giudizio e poi allargare il palato ricorrendo ad un intervento chirurgico.
Non mi sono premurata di sentire altri pareri e, nonostante non mi fosse stato spiegato bene come si sarebbe svolto l'intervento, decido di seguire le indicazione del dottore. Quindi, a seguito di questo intervento maxillo-facciale di "disgiunzione del palato" avvenuto il 03/01 (necessario per la condizione patologica comunicatami: palato stretto, masticazione inversa), da 11/01 (giorno in cui il chirurgo mi ha tolto i punti sebbene, duran facendo, si è accorto che era troppo presto) mi ritrovo a dover far funzionare il disgiuntore (che ho in bocca dal 13/12/11) attraverso i cosiddetti giri di chiave. Il chirurgo mi ha spiegato che dovrò eseguire un quarto di giro al giorno e mi ha detto di fissare un appuntamento con l'ortodontista (per sabato 21/01) per capire quanti giri effettuare.
Da allora mi reco in Istituto tutti i sabati per vedere di volta in volta a che punto siamo. Domenica 29/01 ruotando la chiave sento un rumore metallico e avverto molto dolore sul primo molare, dove è agganciato l'apparecchio. In più, passando la lingua sento qualcosa che mi dà fastidio al punto da rischiare di tagliarla. Il giorno dopo mi reco in Istituto e, in assenza del mio dottore, mi visita un altro ortodontista, il quale non vedendo nulla di "strano" mi rassicura e si limita a limare la parte di ferro che in bocca rischia di tagliarmi.
Il sabato successivo (04/02) durante il controllo ordinario, comunico al mio dottore questo imprevisto ed anche lui mi rassicura. Mi prescrive un antibiotico a causa di una infiammazione che si è generata sulla gengiva intorno ad un dente e mi dice di continuare a girare la chiave ancora per una settimane perchè mancano ancora 2 millimetri di ampiezza.
Così facendo si arriva a sabato scorso, giorno in cui il dottore blocca per sicurezza il disgiuntore e mi dice di pazientare un mese, tempo necessario per la calcificazione e ricomposizione dell'osso. La stessa sera, a casa, l'apparecchio si spacca. Lunedì sono stata in Istituto e un altro dottore, attraverso dei giri inversi, ha ristretto l'apparecchio per ricollocarlo in bocca e lo ha "ricomposto" con dei fili di ferro e del "cemento". Mi chiedo: il mio palato non subirà l'effetto di questo restringimento di 1 millimetro? Ed è normale che mi dondolino gli incisivi?
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Dr. Giuseppe Oscar Muraca Dentista, Odontostomatologo 4k 84 6
Di anormale io vedo solo il comportamento medico! Ma si sta curando presso una struttura pubblica? In ogni caso la disgiunzione chirurgica deve avvenire in poche settimane e il diastasatore deve rimanere bloccato per circa 4 mesi. Credo che debba essere costruito un nuovo espansore.
Cordialmente

Dr.Oscar G.ppe Muraca

La risposta ha carattere puramente informativo.

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Muraca, la ringrazio per la tempestiva risposta.
Io sono sempre più perplessa e preoccupata. L'imprevista rottura dell'apparecchio risalente a sabato scorso, dopo la visita col mio dottore avvenuta il giorno stesso, ha fatto sì che io non potessi mangiare e parlare fino al lunedì mattina (l'altro ieri), giorno in cui d'urgenza mi sono recata in Istituto.
La struttura è privata e con tutti i soldi che sto spendendo per risolvere questo problema mi aspettavo che l'apparecchio venisse sostituito. In realtà il dottore che mi ha visitata l'altro ieri, dopo avermi fatto accomodare in poltrona, si è assentato qualche minuto per contattare telefonicamente il mio dottore che riceve solo il sabato, e di ritorno mi ha spiegato che per non "stare a rifare tutto" ( non so cosa comprenda questo "tutto" ma presumo l'impronta) mi avrebbe sistemato l'apparecchio così, con dei fili di ferro attorcigliati intorno all'apparecchio per riassemblarlo. Ma la cosa che mi preoccupa di più è che lo ha dovuto restringere perchè, mi ha spiegato, altrimenti non sarebbe riuscito a ricollocarlo all'interno del mio palato (rompendosi, infatti, una parte dell'apparecchio si era completamente discostata), privandomi di quel millimetro necessario a raggiungere l'ampiezza giusta. Mi spiega che la rottura può essere stata causata dalla tensione generata dall'apparecchio stesso atto ad allargare il palato.
Tra l'altro, sabato mattina, il mio dottore, dopo aver bloccato l'apparecchio spiegandomi che non avrei più dovuto effettuare giri di chiave e che quindi ci saremmo visti tra un mese dopo la calcificazione della struttura ossea, mi ha fatto fissare per il giorno 10 e 17 marzo gli appuntamenti necessari a mettere l'altro apparecchio fisso ("ortodonzia fissa bimascellare", trattamento previsto nel piano di cura che sto pagando da quando ho iniziato ad effettuare i lavori), per la risistemazione e per l'allineamento di tutti i denti. Di lì a poco, mi ha spiegato il dottore, mi toglieranno i canini da latte: un permanente è già spuntato, mentre per l'altro è stato necessario fissare un altro appuntamento in chirurgia (appuntamento fissato sempre sabato per il 24/03) per lo "sbrecciamento e attacco bracket", poichè dalla panoramica è stato possibile vedere che il permanente è storto.
Altra cosa che mi preoccupa sono poi gli incisivi centrali che dondolano da quando sono stata operata.