Bifosfonati e rischio necrosi dell'osso

Mio padre 80enne,tiroidectomia totale tiroide per Carcinoma Midollare,a distanza di tre anni dall'intervento ha metastasi ossee al rachide,bacino e spalla sx. Oltre alla radio gli è stato proposto trattamento endovena di Acido Zoledronico e gli è stato chiesto consulenza odontostomatologica con ortopantomografia che escluda controindicazioni all'uso dei bifosfosfonati. Il punto è questo: mio padre a solo 6 denti nella mandibola inferiore e ne è privo del tutto nella mascella. I sei denti inferiori sono per un paio saldi ma incapsulati, gli altri quattro anche un pò instabili, hanno cioè un osso limitato, ritirato per l'età, e i denti risultano, pertanto, anche facilmente estraibli. Anche poco tempo fa è capitato che questo denti si infettassero a livello di osso, poi guarendo, immagino favoriti dal fatto che essendo, l'osso, quasi alla superficie della gengiva e non in profondità, l'infezione ha trovato via di sfogo quando mio padre e il dentista ne hanno curato una igiene trascurata da sempre. Questi denti anche se apparentemente poco utili, gli servo moltissimo per la masticazione, dato che lui ha problemi a tenere la dentiera inferiore, al contrario della superiore. Il dentista afferma che il rischio di necrosi dell'osso nel caso di mio padre sarebbe molto contenuto anche in caso di infezione con necessità di estrazione dei denti instabili, in quanto non bene inseriti nell'osso e non troppo profondi. Lui dice che il rischio maggiore lo si ha con denti sani, normalmente inseriti nell'osso, che se si infettano questo avviene in profondità. Nella sua valutazione generale viene messo su un piatto della bilancia come funziona mio padre con quei pur pochi denti e sull'altro piatto i problemi che, probabilmente, avrebbe con una dentiera completa nella mandibola, che lui dice si adatta sempre male a tante persone,che poi sentono dolori alle gengive non sempre del tutto eliminabili con le limature...
Un altro dentista, mio amico ma che non ha visto mio padre, alla descrizione sopra riportata ha affermato che lui li toglierebbe tutti, perchè non vorrebbe correre alcun rischio. Tantopiù che molti di loro tremano. Lui pensa che il rischio lo corre anche sui denti mezzi andati anche se non profondi nell'osso...
Aldilà della relazione che servirà agli oncologi, quello che a me preme capire è se questo rischio bifosfonati è davvero consistente in termini di morte dell'osso, che rischio si corre in termini di qualità di vita, insomma se per mantere una bocca si non granchè ma a suo modo funzionale e non sopportare i fastidi di una dentiera, questo rischio è giustifica correrlo... perchè poi quello che è scienficamente e matematicamente corretto non è detto lo sia sempre nel caso specifico... Un ringraziamento, saluti
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Dr. Marco Finotti Ortodontista, Dentista, Gnatologo 5.7k 113 5
Meglio bonificare e quindi estrarre i denti se non in ottime condizioni
Eventualmente prima di iniziare la terapia posizionare 2 o 4 impianti per stabilizzare la protesi
Inutile correre rischi
Cordiali saluti

Finotti Marco
www.centromedicovesalio.it

[#2]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
Il rischio, una volta iniziata la terapia con i bifosfonati, sarà abbastanza alto.
E daltronde la terapia va fatta.

Faccia fare tutto prima: bonifica e impianti.
Magari 4 impianti, che pur rappresentando un sacrificio economico, distribuiscono meglio i carichi e stabilizzano più efficacemente la protesi.
Oggi si possono fare, domani non si potranno più fare, se saranno necessari.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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Utente
Utente
Vi ringrazio delle risposte: non mi faccio problemi per l'aspetto economico rispetto agli impianti... ma in un uomo di ottanta anni che sta per fare la radioterapia nel giro di un mese e i bifosfonati a febbraio (saranno una sola flebo da 20 minuti, almeno per ora per quello che ho capito) fare degli impianti non è troppo impegnativo? Io, che ho 45 anni, ne ho fatto uno 13 anni fa e è tutto ok. Ma questo ha richiesto del tempo... ricordo almeno un sei mesi in tutto. E mi chiedo anche: non c'è il rischio che anche gli impianti possano infettarsi o essere rigettati?
Nel caso forse sarebbe meglio una semplice dentiera?Non ce ne sono di più confortevoli? Mio padre non ha grandi esigenze salvo non avere dolori...alle gengive?
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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
La dentiera semplice è la scelta n.1.

Se si opta per inserire impianti, e ripeto SE, va fatto adesso, prima di fare ogni altra terapia.
Il rischio maggiore di "rigetto" è nel primo mese, ma il fatto che inizi la radioterapia a giorni (mi era sfuggito questo particolare) complica ulteriormente la situazione.
Il rischio che non tutto riesca bene c'è.
Noi non possiamo vedere, on-line, le condizioni fisiche di suo padre.
Con mia suocera ho fatto anche io una valutazione, in una situazione analoga, ed ho fatto impianti prima che iniziasse radioterapia e chemioterapia, per evitare di farle una protesi mobile.

Impossibile per noi dirle quello che è meglio, on-line.

Spero che gli elementi raccolti anche da noi le siano utili per una valutazione.


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Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte, tutte utili... ma un grande problema, per ,me, è che non riesco a capire cosa comporta in termini di sofferenza, di durata della sofferenza, di qualità della vita, se dopo un certo tempo il dolore passa o meno... in caso di necrosi dell'osso. Senza una piena consapevolezza di questo aspetto non riesco a capire a ad aiutare mio padre a capire se tenersi o meno i suoi denti...
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Dr. Cataldo Palomba Dentista 3.1k 92 2
Gentile Utente,
non solo deve considerare gli effetti della terapia con bifosfonati ma anche quelli della radioterapia.
La cavità orale non deve presentare foci infettivi: i denti mobili sono parodontopatici, quindi è presente un'infezione cronica dei tessuti parodontali che, come Lei stesso ha riferito, in passato sono stati sede di ascesso.
Pertanto quei denti è consigliabile estrarli.
Importante valutare lo stato di salute parodontale anche dei denti incapsulati: se sani, possono risultare utili per aggangiare una protesi mobile schelatrata.

La radioterapia può provocare una mucosite, cioè un'infiammazione generalizzata della mucosa orale;
la terapia con bifosfonati non produce un'eventuale osteonecrosi in tempi brevi, ma dopo mesi se non anni, a seconda della terapia seguita: quella endovenosa è a maggior rischio di osteonecrosi ma sono comunque necessarie molte dosi, quindi possono passare diversi mesi.

Per entrambi le terapie, per evitare complicazioni, Il consiglio, oltre all'estrazione, è di mantenere disinfettata la cavità orale, tramite l'uso giornaliero di collutorio a base di clorexidina almeno allo 0,12% la sera dopo l'igiene orale, se non 2 volte al giorno.
La protesi superiore deve essere rimossa per la notte, o per 5-6 ore al giorno se viene mantenuta di notte;
e non dev'essere instabile, in tal caso dovrà essere ribasata per evitare traumatismi alla mucosa.

E' consiglabile riabilitare l'arcata inferiore con una protesi mobile per evitare traumatismi alla mucosa durante la masticazione e stabilizzare nel contempo la protesi superiore.

In concomitanza di radioterapia e bifosfonati meglio evitare impianti, poichè vi è maggiore probabilità di insuccesso.

Cordiali Saluti
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Utente
Utente
Gentile Dr Palomba,
la ringrazio per la risposta... volevo solo specificare che la radioterapia mio padre la farà al rachide e al bacino, forse anche alla spalla.Ma fortunatamente per ora alla testa non ci sono problemi...Mi auguro che almeno la radioterapia non gli crei altri problemi, alla bocca, di questo tipo!!!
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimi Dottori,
vi volevo ringraziare tutti delle risposte che mi avete dato... che mi sono state utili per trovare ulteriori spunti di ragionamento sulla questione e poi per decidere di indurre mio padre a rifletterci autonomamente e decidere da se, facendogli conoscere meglio anche i rischi che avrebbe corso.
Da un confronto ulteriore con il dentista di mio padre è emerso che i denti "mobili per problemi paradontali" erano stati, in passato, in parte infetti, a livello di osso, a causa di una carie che poi lui ha curato insieme al trattamento igienico e alla educazione di mio padre alla pulizia. Perciò ora la situazione è, da questo punto di vista, risanata.
Il medico endocrinologo ha concordato con la linea del dentista, che poi è stata anche quella "sposata" da mio padre, cioè di non toglierli.
Infatti lui sa che soffre con la dentiera, perciò togliere quei pochi denti significherebbe condannarlo da subito a non poter più mangiare cose solide o a rassegnarsi a infiammazioni continue della gengiva.
Difronte a una sofferenza praticamente certa, cronica ed immediata rispetto a una possibilità più o meno alta di andare incontro a una sofferenza anch'essa cronica forse maggiore, ma futura e legata all'ipotesi che gli dica male... lui ha optato per la seconda ipotesi.
Del resto non gli si può dare torto, perchè nella sua patologia sono insiti rischi comunque anche maggiori di questo: diventa perciò ragionevole correre altri rischi per limitare o evitare quelli che altrimenti lo aspettano. Se dovesse avere problemi a mangiare proprio in questa fase in cui ha comunque tutte le sue forze, potrebbe essere un modo per farlo abdicare più rapidamente alla malattia stessa, sia a livello psicologico che fisico. L'averlo informato e reso consapevole di questa cosa, credo sia il modo migliore perchè affronti tutte le ipotesi con più coraggio e, per quanto possibile, serenità.



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Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56 18
Gentile utente,
le sue conclusioni appaiono per me molto condivisibili, poichè frequentemente l'anziano trae sufficiente equilibrio masticatorio anche dai pochi elementi dentali residui, che andrebbero quindi assolutamente conservati, pena ulteriori importanti disagi.
Mi associo a quanto suggerito dal Dr. Palomba poichè è fondamentale una buona igiene domiciliare e controlli periodici dal dentista.
Vorrei infine segnalarle che pur essendo la condizione di suo padre a rischio elevato per necrosi dei mascellari (fattori di rischio: la molecola usata, la via di somministrazione e la malattia di base) l'incidenza statistica della complicanza è sostanzialmente bassa.
Cordiali saluti.

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it

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Utente
Utente
Grazie Dr Ponzi per la risposta... e speriamo che quello che vivrà lo vivrà il più possibile bene. Cosa che poi, alla fine, vale per tutti noi...
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