Tumore secondario al fegato

buon giorno,
vi scrivo per mia mamma : una donna di 80 anni che da poco le hanno diagnosticato dopo vari disturbi di nausea,inappetenza,vomito e mancanza di appetico, un tumore primario al colon ( sigma ) con metastasi epatiche ( sembrerebbero 3 grosse metastasi che occupano quasi tutto il fegato ).
in un ospedale ci hanno consigliato solo di fare una leggera chemioterapia ma di non operarla, in un altro il chirurgo a cui si siamo rivolti ci hanno segnalato il grossissimo rischio che presenta il tumore al sigma di causare un'occlusione intestinale : questo sarebbe per mia mamma molto doloroso e molto rischioso.
quindi ci hanno consigliato di farla operare al colon per asportare il tumore ed eventualmente se riuscira' il chirurgo cercherà di asportare una delle metastasi ...quella che sembrerebbe prema sullo stomaco e le impedisce di mangiare di piu'.
messi di fronte a questo grosso rischio abbiamo deciso di farla operare : ora e' in ospedale la stanno preparando per l'intervento anche se mia mamma e' molto fragile e debilitata...: con poche forse , faticosamente si alza da letto.
la decisione dell'intervento e' stata molto ardua ma ...sembra non ci fosse alternativa.
comunque l'intervento risolverebbe solo il problema all'intestino.
premetto che mia mamma due settimane fa' ha avuto un episodio di insufficenza epatica : non parlava bene, straparlava,....e ci hanno detto che la causa era il fegato.
chiedo : l'intervento chirurgico presenta ( in media ) molti rischi? il post - operatorio in un soggetto come mia mamma con tumore epatico come sarà?

possibilità di vita dopo l'intervento con il tumore al fegato??

capisco benissimo che ogni persona ha la sua situazione clinica e non si possono fare previsioni certe e sicure,...chiedo solo dalla vostra esperienza ...un discorso di "media"...: in questi casi come procede la malattia.
ringrazio infinitamente per l'attenzione.

la figlia
[#1]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

mi trovo in accordo con la decisione dell'intervento sul tumore primitivo. Non perchè questo sia curativo in via definitiva ma poichè in questo modo si evita una situazione potenziale e dolorosa di blocco intestinale. Il fegato ha delle grandi riserve funzionali e se non è molto invaso dalla malattia può resistere per un pò di tempo non quantificabile. Dopo l'intervento io eseguirei una chemioterapia con raltitrexed abbinata ad ipertermia capacitiva locoregionale (vedi www.ipertermiaroma.it) per rallentare il decorso di malattia.

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/