Secondarismi epatici

Gent.mo Dottore,
a mia madre di anni 67, è stato diagnosticato, dopo tac, un tumore al colon con secondarismi epatici (masse che ricoprono il 75% del parenchima). A marzo si sottopone ad intervento chirurgico col seguente referto: "...Emicolectomia sinistra + splenectomia EI adenocarcinoma in parte mucinoso periviscerale. Iperplasia follicolare e istiocitosi dei seni in 9/9 linfonodi. Esenti da neoplasia i margini di resezione chirurgica. Biopsia omento: tessuto fibroadiposo con infiltrazione di adenocarcinoma. Esente da neoplasia la milza. Washing peritoneale negativo. Stadio pT4apN0G2...". Dopo 6 cicli di Folfox4 (tutti senza biologico e con dosaggio al 75% dal secondo in poi per effetti collaterali di tachicardia e astenia) la seconda Tac risulta identica alla prima: "...stabile il quadro epatico di sovvertimento della struttura parenchimale che interessa parzialmente il lobo destro ed il sinistro; essi infatti appaiono in gran parte occupati da grossolane formazioni ipodense, che non presentando franchi segni di invasività, sono in parte concamerate, e contengono grappoli di calcificazioni puntiformi. Tali aree appaiono prive di constrast enhancement in tutte le fasi dopo somministrazione di mdc. Il fegato è globalmente ingrandito; il territorio non occupato dalle suddette formazioni presenta regolare aspetto tomodensitometrico. In tale contesto clinico il reperto è dubbio, potrebbe essere compatibile, anche in relazione alla disposizione lungo l'asse delle principali diramazioni biliari intraepatiche con eventuale malattia epatobiliare congenita (m. Di Caroli?): purtuttavia prima di valutare biopticamente potrebbe essere opportuno integrare con esame PET...". Nessuna biopsia è stata effettuata al fegato durante l'intervento, forse per paura che le masse fossero angiomi, o forse per superficialità o estrema sicurezza nella diagnosi? Adesso mia madre si è sottoposta ad altri 5 cicli, sempre con dosaggio al 75%. Da segnalare che una minima ascite presente prima dell'intervento si è totalmente prosciugata. Quesi i marcatori prima dell'intervento, dopo 6 cicli e dopo l'undicesimo: CEA: 46,49 6,4 5,6 CA19.9: 1774 678,7 483,7. Il CA125 era 47,12 ma è tornato nella norma. Quattro radiologi consultati hanno manifestato la loro perplessità sulle metastasi epatiche, non essendo il comportamento tipico del tumore (vene non intaccate, disposizione, calcificazione ecc...) Mia madre in questi mesi ha inoltre incrementato il peso giorno dopo giorno, recuperando tutti i 10Kg persi durante l'intervento. Non ha dolori significativi, non ha segni di ittero, non ha febbre (a parte 3 episodi isolati in 7 mesi debellati con antibiotico). Gli oncologi, come il chirurgo continuano a propendere per l'ipotesi metastasi. Vorrei conoscere il vostro parere in relazione anche ai prossimi esami in programma per mia madre (Tac, Pet e Risonanza). Grazie, cordiali saluti
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Senza vedere la TC è molto difficile, ma credo che se hanno optato per secondarismi oltre ad averli forse visti all'atto chirurgico, non hanno dubbi in merito alla TC.
Di contro lei stesso ha sottolineato tutti i miglioramenti ottenuti in corso di chemio. sia fiducioso e magari nel frattempo faccia dosare il kras.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Dr. Enzo Mammano Chirurgo generale 15
visto la perplessità dei radiologi stessi, ritengo opportuno eseguire biopsia percutanea eco-guidata: ora o i radiologi hanno la certezza che siano ancgiomi - nel qual caso la procedura è controindicata- oppure concorderaano anche loro sull'utilità di tale esame
cordiali saluti

Dr. Enzo Mammano
UOC chirurgia generale
Azienda ospedale università Padova
Ospedale Sant’Antonio

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimi Dottori, grazie molte per la vostra disponibilità e per le celeri risposte. Le prime ecografie senza mdc hanno diagnosticato 2 voluminose formazioni nodulari solide iperecogene nel lobo sx e nel lobo dx con diametri rispettivamente di 8 e 16 cm. Le formazioni tendono a confluire. Le due Tac (una prima dell'intervento e una trifasica dopo il sesto ciclo) tuttavia non hanno svelato il mistero. Tutti i medici comunque sono rimasti meravigliati dall'enorme grandezza delle suddette masse. Ad alcuni oncologi, soprattutto all'ultimo consultato, uno specialista di un rinomato centro italiano, è bastato sapere solamente delle dimensioni delle masse e dei markers (in particolar modo quelli precedenti all'intervento) per convincersi che siano metastasi, senza approfondire la lettura della tac, e la cosa mi ha lasciato un pò perplesso. Altri oncologi non si sono pronunciati senza biopsia, o hanno pensato ad un'eventuale compresenza di angiomi e metastasi. Gli unici che hanno analizzato attentamente le TAC sono stati i quattro radiologi, giungendo alla conclusione che il comportamento di queste masse non è tipico del tumore. Vorrei segnalarvi inoltre, se può esservi d'aiuto, che durante i picchi isolati di febbre i globuli bianchi sono rimasti nella norma (mi è stato detto che le metastasi dovrebbero farli aumentare) e che a mia madre sono stati trovati anche dei diverticoli (ho letto che la loro presenza può far aumentare il marker ca19.9). Grazie, Cordiali saluti.