Recidiva tumore pancreas
Mio padre (78 anni) ha scoperto di avere un tumore alla testa del pancreas nel 2004. Ha subito un intervento di duodenocefalopancreasectomia e successivamente ha fatto un ciclo di sei mesi di chemioterapia (farmaco gemcitabina)fino a giugno 2005. A luglio 2006 una TAC di controllo ha evidenziato una recidiva confermata dalla PET. A settembre 2006 è stato sottoposto a radioterapia e chemioterapia a infusione lenta per sei settimane che ha avuto un discreto successo. Ora è stata rilevata un'altra recidiva in regione mesogastrica di circa 3 cm. che potrebbe portare ad una occlusione intestinale e contemporanemente sono comparsi i dolori alla schiena e all'addome. Gli è stato proposto un trattamento di cinque giorni di gemcitabina oltre alla terapia antalgica con oppiacei che sta già effettuando e eventualmente l'alcolizzazione dei nervi. Chiedo gentilmente se sia possibile tentare di curare la nuova recidiva con altra radioterapia o procedere solo alla terapia antalgica. Grazie.
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La radioterapia è una delle armi terapeutiche locali più efficaci, dopo la chirurgia. Ma non è sempre applicabile. Infatti dopo una irradiazione di una sede tumorale addominale, il ritrattamento con RT diviene arduo. Questo in virtù della pregressa dose accumulata dai tessuti sani irradiati la prima volta, che esitano in danni talora funzionali o in situazioni di danno sub-letale che può sviluppare un danno tissutale o di organo acuto o tardivo evidente con la seconda RT, talora di difficile o impossibile recupero. Inoltre l'addome è costituito da organi soggetti a continuo movimento(peristalsi, respirazione) ed è difficoltoso irradiare una sede non stabile con elevata precisione, resa ancora più necessaria dato il coinvolgimento dei tessuti sani della precedente RT.
Quindi bisogna valutare le immagini per stabilire l'esatta sede della recidiva e poi considerarne l'elegibilità per un trattamento radiante. In ogni caso penso che queste considerazioni siano già state fatte dai colleghi oncologi che la seguono.
Cordiali Saluti
dr. Filippo Alongi
Quindi bisogna valutare le immagini per stabilire l'esatta sede della recidiva e poi considerarne l'elegibilità per un trattamento radiante. In ogni caso penso che queste considerazioni siano già state fatte dai colleghi oncologi che la seguono.
Cordiali Saluti
dr. Filippo Alongi
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
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Gentile Utente,
in primis suggerirei di interpellare un chirurgo addominale per valutare l'operabilità della recidiva trattandosi di una ripresa esclusivamente locoregionale. Inoltre direi che probabilmente è opportuno evitare di impiegare nuovamente la gemcitabina su una malattia che sicuramente è resistente al farmaco. La malattia tumorale è eterogenea nella sua componente cellulare. Questo vuol dire che in una massa tumorale convivono cellule aberranti di diversa natura e con diverse sensibilità farmacologiche. Nelle evenienze più fortunate tutte le cellule possono essere sensibili ad un farmaco ma in genere un chemioterapico uccide solo le cellule ad esso sensibili. Una malattia che ha recidivato dopo trattamento con gemcitabina e dopo radioterapia molto probabilmente non è più sensibile alla gemcitabina. Quindi opterei per una altro tipo di chemioterapia. Buona efficacia nelle neoplasie pancreatiche ha ad esempio l'oxaliplatino, per non parlare del più vecchio 5-Fu. Inoltre spessissimo è possibile affiancare un trattamento con octerotide al trattamento chemioterapico previa valutazione della eventuale presenza di alti livelli di CgA (che si dosa su sangue).
Resto a disposizione per eventuali ulteriori richieste.
Molto cordialmente
Dr. Carlo Pastore
in primis suggerirei di interpellare un chirurgo addominale per valutare l'operabilità della recidiva trattandosi di una ripresa esclusivamente locoregionale. Inoltre direi che probabilmente è opportuno evitare di impiegare nuovamente la gemcitabina su una malattia che sicuramente è resistente al farmaco. La malattia tumorale è eterogenea nella sua componente cellulare. Questo vuol dire che in una massa tumorale convivono cellule aberranti di diversa natura e con diverse sensibilità farmacologiche. Nelle evenienze più fortunate tutte le cellule possono essere sensibili ad un farmaco ma in genere un chemioterapico uccide solo le cellule ad esso sensibili. Una malattia che ha recidivato dopo trattamento con gemcitabina e dopo radioterapia molto probabilmente non è più sensibile alla gemcitabina. Quindi opterei per una altro tipo di chemioterapia. Buona efficacia nelle neoplasie pancreatiche ha ad esempio l'oxaliplatino, per non parlare del più vecchio 5-Fu. Inoltre spessissimo è possibile affiancare un trattamento con octerotide al trattamento chemioterapico previa valutazione della eventuale presenza di alti livelli di CgA (che si dosa su sangue).
Resto a disposizione per eventuali ulteriori richieste.
Molto cordialmente
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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Utente
Vi ringrazio per la celerità e la completezza delle vostre risposte, se mi è permesso vorrei rivolgervi qualche altra domanda:
Gli oncologi che lo hanno in cura non sono propensi a sottoporre mio padre ad un nuovo intervento chirurgico sia per l'età che per tutto quello che a dovuto subire in questi anni che ha creato qualche problema anche a livello psicologico. Qual è il Vostro parere?
E se la chemio con la gemcitabina non dovesse dare risultati, la recidiva in che tempi potrebbe progredire fino a causare un blocco intestinale?
Grazie anticipato
Gli oncologi che lo hanno in cura non sono propensi a sottoporre mio padre ad un nuovo intervento chirurgico sia per l'età che per tutto quello che a dovuto subire in questi anni che ha creato qualche problema anche a livello psicologico. Qual è il Vostro parere?
E se la chemio con la gemcitabina non dovesse dare risultati, la recidiva in che tempi potrebbe progredire fino a causare un blocco intestinale?
Grazie anticipato
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Caro Utente,
io direi che una consulenza chirurgica è d'obbligo in considerazione dell'estensione limitata di malattia. L'età non mi sembra una pregiudizievole per un nuovo intervento. La gemcitabina, a questo punto, è molto probabile che non dia ulteriori risultati ma non è possibile fare una stima sui tempi di progressione locale della malattia poichè la cinetica (cioè la velocità di crescita) delle cellule tumorali è molto variabile.
Sempre a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
io direi che una consulenza chirurgica è d'obbligo in considerazione dell'estensione limitata di malattia. L'età non mi sembra una pregiudizievole per un nuovo intervento. La gemcitabina, a questo punto, è molto probabile che non dia ulteriori risultati ma non è possibile fare una stima sui tempi di progressione locale della malattia poichè la cinetica (cioè la velocità di crescita) delle cellule tumorali è molto variabile.
Sempre a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7.8k visite dal 24/08/2007.
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