La terapia consigliata è il tamoxifene
Ho 43 anni e sono stata operata di carcinoma mammario recettori positivi in premenopausa. La terapia consigliata è il tamoxifene per 5 anni più la radioterapia, mi hanno chiesto se voglio sperimentare il exemestane al posto del tamoxifene, mi hanno spiegato i vari pro e contro ma la mia incertezza è sul fatto che il exemestane mi sembra più efficace sulle donne in postmenopausa. Gradirei un Vostro parere.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
La Sua osservazione è molto interessante e dopo che Lei, se lo desidera, avrà trascritto più dati sullo stadio della malattia (dimensioni del T, linfonodi ascellari, tipo di intervento, dosaggio dei recettori ormonali in %, indice di proliferazione, presenza o assenza di invasione vascolare ecc ecc e tipo di intervento chirurgico ) e soprattutto quali sono le proposte dello studio sperimentale a Lei presentato, proporrò una discussione tra colleghi oncologi nello SPAZIO MEDICI.
La terapia adiuvante postchirurgica standard per molti anni nel carcinoma mammario con recettori estrogenaci positivi, è rappresentata dal tamoxifene, alla dose di 20 milligrammi al giorno per un totale di 5 anni di trattamento.
L'aumentato rischio di sviluppo di fenomeni tromboembolici e di carcinomi uterini , connesso con l'utilizzo di tamoxifene, ha tuttavia spinto gli studiosi a mettere a punto nuove strategie terapeutiche. Le risparmio i dettagli sugli studi che hanno portato alla applicazione clinica degli INIBITORI DELLL'AROMATASI.
In linea generale gli inibitori dell'aromatasi di terza generazione sono rappresentati dall'anastrozolo (Arimidex), dal letrozolo (Femara) e dall'exemestane (Aromasin).
L'anastrozolo ed il letrozolo sono inibitori dell'aromatasi di tipo 2 (inibitori non steroidei). L'exemestane è invece un inibitore dell'aromatasi di tipo 1.
Gli inibitori dell'aromatasi di terza generazione hanno dimostrato negli studi preclinici una elevata potenza associata ad una discreta tollerabilità.
La Sua osservazione in linea teorica è più che sensata perchè
nelle pazienti in premenopausa gli inibitori dell'aromatasi inducono, un aumento della secrezione di gonadotropine, a causa del ridotto feedback degli estrogeni a livello ipotalamico ed ipofisario. In alcuni esperimenti su animali, gli inibitori dell'aromatasi determinano in premenopausa un aumento del peso e delle dimensioni e delle ovaie.
La mia quindi non è una replica definitiva , perchè mancano molti dati per una corretta valutazione della Sua richiesta di consulto e alla quale risponderanno certamente altri colleghi oncologi.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
La Sua osservazione è molto interessante e dopo che Lei, se lo desidera, avrà trascritto più dati sullo stadio della malattia (dimensioni del T, linfonodi ascellari, tipo di intervento, dosaggio dei recettori ormonali in %, indice di proliferazione, presenza o assenza di invasione vascolare ecc ecc e tipo di intervento chirurgico ) e soprattutto quali sono le proposte dello studio sperimentale a Lei presentato, proporrò una discussione tra colleghi oncologi nello SPAZIO MEDICI.
La terapia adiuvante postchirurgica standard per molti anni nel carcinoma mammario con recettori estrogenaci positivi, è rappresentata dal tamoxifene, alla dose di 20 milligrammi al giorno per un totale di 5 anni di trattamento.
L'aumentato rischio di sviluppo di fenomeni tromboembolici e di carcinomi uterini , connesso con l'utilizzo di tamoxifene, ha tuttavia spinto gli studiosi a mettere a punto nuove strategie terapeutiche. Le risparmio i dettagli sugli studi che hanno portato alla applicazione clinica degli INIBITORI DELLL'AROMATASI.
In linea generale gli inibitori dell'aromatasi di terza generazione sono rappresentati dall'anastrozolo (Arimidex), dal letrozolo (Femara) e dall'exemestane (Aromasin).
L'anastrozolo ed il letrozolo sono inibitori dell'aromatasi di tipo 2 (inibitori non steroidei). L'exemestane è invece un inibitore dell'aromatasi di tipo 1.
Gli inibitori dell'aromatasi di terza generazione hanno dimostrato negli studi preclinici una elevata potenza associata ad una discreta tollerabilità.
La Sua osservazione in linea teorica è più che sensata perchè
nelle pazienti in premenopausa gli inibitori dell'aromatasi inducono, un aumento della secrezione di gonadotropine, a causa del ridotto feedback degli estrogeni a livello ipotalamico ed ipofisario. In alcuni esperimenti su animali, gli inibitori dell'aromatasi determinano in premenopausa un aumento del peso e delle dimensioni e delle ovaie.
La mia quindi non è una replica definitiva , perchè mancano molti dati per una corretta valutazione della Sua richiesta di consulto e alla quale risponderanno certamente altri colleghi oncologi.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
Utente
Come da Vostra richiesta invio il dettaglio della mia anamnesi:
Quadrantectomia mammella destra, quadrante supero-esterno e dissezione ascellare, carcinoma duttale infiltrante NAS, G1, con associati estesi quadri di carcinom duttale in situ di tipo cribriforme e micropapillare con focale necrosi. Non evidenza di angioinvasività neoplastica peritumorale. Cute e margini di resezione chirurgica indenni da neoplasia. Linfonodite in 17/17 linfonodi. Stadio: pT1c N0M0 Er: 80%, PgR:>90%, MIB-1): 10%, Her-2/neu (c-erbB2) (DAKO): negativa (score 0 sec. CAP/ASCO 2007). Consulto: Terapia ormonale con tamoxifene 20 mg die per 5aa e L-RH analogo per 5 aa. Radioterapia complementare sulla mammella operata. Paziente candidabile allo studio TEXT.
Se acconsento di partecipare allo studio TEXT potrei dopo aver fatto una MOC essere scelta a caso Random e ricevere:
A: Triptorelin + Tamoxifen per 5 anni;
B: Triptorelin + Exemestane per 5 anni.
Nel caso non volessi partecipare allo studio i farmaci sono Tamoxifen + Decapeptyl 11.25 mg 1 fl ogni 3 mesi.
Mi hanno spiegato che l'exemestane viene già utilizzato nelle donne in menopausa, ma nel mio caso vale la pena di provare un farmaco nuovo o è meglio utilizzare il tamoxifene già conosciutissimo? Come è possibile che sia la paziente a decidere? Ringrazio e saluto cordialmente.
Quadrantectomia mammella destra, quadrante supero-esterno e dissezione ascellare, carcinoma duttale infiltrante NAS, G1, con associati estesi quadri di carcinom duttale in situ di tipo cribriforme e micropapillare con focale necrosi. Non evidenza di angioinvasività neoplastica peritumorale. Cute e margini di resezione chirurgica indenni da neoplasia. Linfonodite in 17/17 linfonodi. Stadio: pT1c N0M0 Er: 80%, PgR:>90%, MIB-1): 10%, Her-2/neu (c-erbB2) (DAKO): negativa (score 0 sec. CAP/ASCO 2007). Consulto: Terapia ormonale con tamoxifene 20 mg die per 5aa e L-RH analogo per 5 aa. Radioterapia complementare sulla mammella operata. Paziente candidabile allo studio TEXT.
Se acconsento di partecipare allo studio TEXT potrei dopo aver fatto una MOC essere scelta a caso Random e ricevere:
A: Triptorelin + Tamoxifen per 5 anni;
B: Triptorelin + Exemestane per 5 anni.
Nel caso non volessi partecipare allo studio i farmaci sono Tamoxifen + Decapeptyl 11.25 mg 1 fl ogni 3 mesi.
Mi hanno spiegato che l'exemestane viene già utilizzato nelle donne in menopausa, ma nel mio caso vale la pena di provare un farmaco nuovo o è meglio utilizzare il tamoxifene già conosciutissimo? Come è possibile che sia la paziente a decidere? Ringrazio e saluto cordialmente.
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Cara Amica,
propenderei per la scelta del tamoxifene + LHRH agonista. A tutt'oggi ancora non disponiamo di valide certezze per propendere per una terapia con exemestane in premenopausa.
Un caro saluto
Carlo Pastore
propenderei per la scelta del tamoxifene + LHRH agonista. A tutt'oggi ancora non disponiamo di valide certezze per propendere per una terapia con exemestane in premenopausa.
Un caro saluto
Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#6]
Gentile Sig.ra.,
partecipare ad uno studio fa sempre un poco paura. Tuttavia nel suo caso lo studio proposto(TEXT)è di particolare rilievo a livello internazionale. Gli studi si fanno proprio per dimostrare l'utilità di una nuova strategia terapeutica che risulta diversa da quelle già consolidate, laddove la sola teoria non aiuta a stabilirne la validità. Nell'uso dell'examestane ci sono presupposti teorici sia a favore che contro.
Partecipando allo studio, potrebbe avere la chance di fare un trattamento potenzialmente valido per lei (ma senza saperlo a priori), e per altre donne in futuro, se verrà scelta dalla selezione ("randomizzazione") per il trattamento sperimentale, se invece verrà selezionata per la terapia standard farà ciò che le sarebbe prescritto fuori studio, però seguita con il rigore e la meticolosità tipica degli studi eseguiti secondo le norme cosidette "Good Clinical Practice".
Alla fine la scelta è giusto che dipenda da Lei sola, infatti il consenso che deve firmare è preceduto da pagine di dettagliata informazione che la devono aiutare e decidere.
Cordiali Saluti
Dr Vito Barbieri
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 11.1k visite dal 01/11/2007.
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