Un successivo momento vedere se il tumore al polmone si è rimpicciolito ed è diventato operabile

Buongiorno,
questo è il referto tratto dalla cartella clinica di mia mamma :
donna 54 anni, fumatrice, sempre in ottimo stato di salute, no sovrappeso.
- per elavati valori oncomarkers fatta visita ginecologica con riscontro di apparato genitale nella norma
- TC collo, torace, addome che documentava tiroide in sede con dimensioni regolari con aspetto disomogeneo per la presenza di noduli ipodensi bilaterali.
massa (46x37 mm) in corrispondenza dell' ilo polmonare sx che si impegna nel mediastino arrivando in contatto con pareti esofago e aorta discendente.
- broncoscopia e biopsia : no mutazione gene EGFR bronco con adenocarcinoma, polmone con adenocarcinoma
- Sintigrafia ossea negativa.
- TC capo, cranio, encefalo : almeno 6 focalità intro assiali con caratteristica di secondarismi. Lesioni circondate da discreta reazione edemigena.
Terapia :Iniziata chemio + radio da iniziare successivamente.

Da quello che ci hanno detto e abbiamo capito si tratta insomma di un tumore maligno con metastasi al cervello, IV stadio, non operabile.

Con la radio si potrebbero eliminare le lesioni alla testa per poi eventualmente in un successivo momento vedere se il tumore al polmone si è rimpicciolito ed è diventato operabile o non ci sono possibilità di intervento ?

I medici dicono che vogliono provare con le terapie ad atrofizzare la malattia per evitare che si propaghi ulteriormanete e cercare poi di conviverci, è possibile questo ? Oppure è un modo gentile per dire che proveranno ad allungargli la vita il più possibile ma che in realtà non c'è molto da fare ?

So che ogni caso è diverso da un altro ed è difficile fare una stima di vita ma noi vorremo comunque avere un idea per essere preparati, quanto gli resta, 3 mesi, 6, forse 1 anno ?

Grazie a chi risponderà, saluti.
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Dr. Bruno Pasquotti Chirurgo toracico, Chirurgo generale 88 2
La prognosi è sempre difficile da quantificare. Dipenderà dalla risposta alla radioterapia e dalla chemioterapia. Purtroppo, causa lo Stadio, sappiamo che non è operabile e questo riduce drasticamente la percentuale di sopravvivenza. Io penso che in questa fase di malattia più che concentrarsi sulla prognosi bisogna prendere in considerazione anche il trattamento dei sintomi, dei disturbi e quindi valutare la sede dove possa essere instaurata una valida terapia palliativa. Per il paziente può essere un grande sollievo sapere che sarà possibile garantire, nel possibile, una quallità di vita accettabile.

Dr. Bruno Pasquotti