Tumore gastrico con metestasi osee
Salve,
Mia madre, una donna di 56 anni apparentemente sana, ha iniziato ad ottobre ad avere forti dolori al petto ed alla schiena, dopo una serie di controlli abbiamo deciso di farla ricoverare d'urgenza poichè è stata riscontrata un cedimento vertebrale e le sue condizioni si aggavavano velocemente rendendo impossibile qulunque movimento. Il cedimento vertebrale provocava una compressione midollare.Dai diversi esami (tac, ecogafie, scintigrafie ecc) è emerso che si trattava di fratture patologiche di origine tumorale ed è stata dunque allettata (situazione che persiste ad oggi). E' stata operata per una stabilizzazione delle vertebre e per liberare il midollo osseo. Dalla biopsia effettuata tramite i prelievi durante l'operazione si è evidenziato con alta probabilità un tumore primario gastrico (poi confermato) con metastasi ossee multiple alle vertebre, alla tiroide, al fegato ed ai polmoni ( ma non ha disturbi provacati da quest'ultimi tre). E' stata effettuata la gastroscopia (che ha confermato il tumore gastrico) e siamo in attesa dei risultati della biopsia. Nel frattempo ha eseguito un ciclo di radioterapia per stabilizzare la colonna vertebrale poichè persiste una situazione di compressione midollare. I medici ci hanno dato poche speranze poichè sembra trattarsi di un tumore molto aggressivo che ha compromesso diversi organi. Tuttavia sarebbe loro intenzione, se le condizioni di mia madre lo permetteranno, tentare una chemioterapia a basso dosaggio per valutarne la reazione. Mia madre, nonostante sia allettata, sta benino, mangia con appettito e a 15 giorni dal termine della radioterapia ha riacquistato parte della sensibilità e della mobilità agli arti inferiori. Nel frattempo segue una cura del dolore a base di morfina solfato (80 g per 4 volte al giorno). Vorrei sapere se effettivamente ci sono i presupposti per iniziare una chemioterapia e se questa possa realmente apportare benefici senza comprometterne la situazione generale (secondo il medico di base non ha senso e sarebbe un accanimento ed anche uno dei due oncologi che la segue mi sembra titubante). Nel caso in cui si decidesse, ove possibile, per la chemioterapia, dopo quanto tempo potrebbero essere valutati gli eventuali benefici? Ci sono altre strade? Inoltre, cosa ne pensa della "cadena de gorgojo" (coleoterapia), può essere utile o al contrario è nociva?
Grazie
La relazione dell'oncologo dice:
TC torace-addome: due micronodulazioni al segmento anteriore lobo superiore sinistro e ulteriore micronulo subpleurico al segmento posteriore del lobo superiore di destra non captanti mdc. Al lobo inferiore di destra si osserva minuta immagine nodulare di circa 7 mm che presenta enhancement dopo contrasto. Voluminose adenopatie confluenti in sede mediastinica, paratracheale anteriore, periaortica, sottocarenale, e ilare bilateralmente. Plurime lesioni osteolitiche dorsali con cedimento somatico D5. Plurime nodulazioni ipodense di dimensioni massime di 1 cm localizzate in tutti i segmenti epatici. Plurime linfoadenomegalie confluenti in sede ilare epatica, prisplenica, a livello della piccola e grande curva gastrica, in sede interaortocavale. Diffuse lesioni osteolitiche vertebrali lombari, del sacro e delle ali iliache.
CA 19.9 41, CA 15.3 17, CA 125 15.6
Ecografia tiroidea: nodulo al terzo inferiore di sinistra iso-ipoecogeno di circa 1,6 cm. In sede sovraclaveare sinistra si segnala la presenza di almeno tre tumefazioni linfonodali di significato ripetitivo.
ECG: ritmo sinusale; bassi voltaggi periferici (FC 66 bpm).
Es. ematologici GB 9.850, Hb 11.9, PLT 406.000, funzionalità epatica e renale nella norma, glicemia 87, LHD 426, calcemia 8.71, PCR 6.2-0.6, D-dimero 3.274-1.661, urato 2.9, ALP 198, GGT 85, PT e PPT nella norma, fibrinogeno 454, a-FP 2.251, CEA 17.5, CA 19.9 59.9 HBsAg negativo, HBsAb 0, HBcAb negativo, anti-HCV negativo.
EGDS: esofago regolare per calibro, decorso, ed aspetto endoscopico della mucosa. Cardias competente. Stomaco: in sede angolare si reperta neoformazione ulcerata sanguinante (biopsia, in attesa di referto).
Mia madre, una donna di 56 anni apparentemente sana, ha iniziato ad ottobre ad avere forti dolori al petto ed alla schiena, dopo una serie di controlli abbiamo deciso di farla ricoverare d'urgenza poichè è stata riscontrata un cedimento vertebrale e le sue condizioni si aggavavano velocemente rendendo impossibile qulunque movimento. Il cedimento vertebrale provocava una compressione midollare.Dai diversi esami (tac, ecogafie, scintigrafie ecc) è emerso che si trattava di fratture patologiche di origine tumorale ed è stata dunque allettata (situazione che persiste ad oggi). E' stata operata per una stabilizzazione delle vertebre e per liberare il midollo osseo. Dalla biopsia effettuata tramite i prelievi durante l'operazione si è evidenziato con alta probabilità un tumore primario gastrico (poi confermato) con metastasi ossee multiple alle vertebre, alla tiroide, al fegato ed ai polmoni ( ma non ha disturbi provacati da quest'ultimi tre). E' stata effettuata la gastroscopia (che ha confermato il tumore gastrico) e siamo in attesa dei risultati della biopsia. Nel frattempo ha eseguito un ciclo di radioterapia per stabilizzare la colonna vertebrale poichè persiste una situazione di compressione midollare. I medici ci hanno dato poche speranze poichè sembra trattarsi di un tumore molto aggressivo che ha compromesso diversi organi. Tuttavia sarebbe loro intenzione, se le condizioni di mia madre lo permetteranno, tentare una chemioterapia a basso dosaggio per valutarne la reazione. Mia madre, nonostante sia allettata, sta benino, mangia con appettito e a 15 giorni dal termine della radioterapia ha riacquistato parte della sensibilità e della mobilità agli arti inferiori. Nel frattempo segue una cura del dolore a base di morfina solfato (80 g per 4 volte al giorno). Vorrei sapere se effettivamente ci sono i presupposti per iniziare una chemioterapia e se questa possa realmente apportare benefici senza comprometterne la situazione generale (secondo il medico di base non ha senso e sarebbe un accanimento ed anche uno dei due oncologi che la segue mi sembra titubante). Nel caso in cui si decidesse, ove possibile, per la chemioterapia, dopo quanto tempo potrebbero essere valutati gli eventuali benefici? Ci sono altre strade? Inoltre, cosa ne pensa della "cadena de gorgojo" (coleoterapia), può essere utile o al contrario è nociva?
Grazie
La relazione dell'oncologo dice:
TC torace-addome: due micronodulazioni al segmento anteriore lobo superiore sinistro e ulteriore micronulo subpleurico al segmento posteriore del lobo superiore di destra non captanti mdc. Al lobo inferiore di destra si osserva minuta immagine nodulare di circa 7 mm che presenta enhancement dopo contrasto. Voluminose adenopatie confluenti in sede mediastinica, paratracheale anteriore, periaortica, sottocarenale, e ilare bilateralmente. Plurime lesioni osteolitiche dorsali con cedimento somatico D5. Plurime nodulazioni ipodense di dimensioni massime di 1 cm localizzate in tutti i segmenti epatici. Plurime linfoadenomegalie confluenti in sede ilare epatica, prisplenica, a livello della piccola e grande curva gastrica, in sede interaortocavale. Diffuse lesioni osteolitiche vertebrali lombari, del sacro e delle ali iliache.
CA 19.9 41, CA 15.3 17, CA 125 15.6
Ecografia tiroidea: nodulo al terzo inferiore di sinistra iso-ipoecogeno di circa 1,6 cm. In sede sovraclaveare sinistra si segnala la presenza di almeno tre tumefazioni linfonodali di significato ripetitivo.
ECG: ritmo sinusale; bassi voltaggi periferici (FC 66 bpm).
Es. ematologici GB 9.850, Hb 11.9, PLT 406.000, funzionalità epatica e renale nella norma, glicemia 87, LHD 426, calcemia 8.71, PCR 6.2-0.6, D-dimero 3.274-1.661, urato 2.9, ALP 198, GGT 85, PT e PPT nella norma, fibrinogeno 454, a-FP 2.251, CEA 17.5, CA 19.9 59.9 HBsAg negativo, HBsAb 0, HBcAb negativo, anti-HCV negativo.
EGDS: esofago regolare per calibro, decorso, ed aspetto endoscopico della mucosa. Cardias competente. Stomaco: in sede angolare si reperta neoformazione ulcerata sanguinante (biopsia, in attesa di referto).
[#1]
Gentile Utente,
direi che la giovane età della paziente farebbe propendere per tentare un trattamento. Questo non avrebbe lo scopo purtroppo di cercare la guarigione ma di limitare la progressione di malattia e limitare la sintomatologia (ritardandola) che ne deriverebbe. I protocolli di chemioterapia odierni risultano in genere ben tollerati e disponiamo di presidi ottimi per limitare gli effetti collaterali fastidiosi. Anche per le lesioni ossee è possibile effettuare delle fleboclisi di acido zoledronico abbinate ad una eventuale chemioterapia per limitare il riassorbimento dell'osso.
Sempre a disposizione,
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
direi che la giovane età della paziente farebbe propendere per tentare un trattamento. Questo non avrebbe lo scopo purtroppo di cercare la guarigione ma di limitare la progressione di malattia e limitare la sintomatologia (ritardandola) che ne deriverebbe. I protocolli di chemioterapia odierni risultano in genere ben tollerati e disponiamo di presidi ottimi per limitare gli effetti collaterali fastidiosi. Anche per le lesioni ossee è possibile effettuare delle fleboclisi di acido zoledronico abbinate ad una eventuale chemioterapia per limitare il riassorbimento dell'osso.
Sempre a disposizione,
un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
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