Cancro alla prostata ormonorefrattario

Buongiorno,ringraziandoVi anticipatamente per l'attenzione che mi vorrete accordare,Vi espongo il mio quesito:nel 2002 a mio padre che all'epoca aveva 71 anni fu diagnosticato un carcinoma alla prostata con secondarismi ossei (il dolore ad una gamba fu il motivo delle indagini che portarono alla diagnosi).L'urologo che si occupo' della terapia prescrisse un intervento di deprivazione androgenica farmacologica,mediante androcur 50 da assumere quotidianamente ed enantone da assumere per via intramuscolare ogni 4 settimane.La suddetta terapia ottenne buoni risultati,portando ad una remissione del dolore osseo nonche'ad un abbattimento dei valori di PSA e di fosfatasi alcalina.Gli altri valori ematologici risultavano entro i valori limite.Tuttavia circa 2 anni fa l'analisi del sangue trimestrale rivelo' una crescita del PSA e della fosfatasi alcalina,il che indusse l'urologo a tentare di cambiare antiandrogenico,lasciando costante l'assunzione di enantone.Il nuovo schema terapeutico funziono'fino a circa 6 mesi fa,quando si ripropose un forte dolore osseo al femore ed al bacino ,accentuato dalla deambulazione e le analisi del sangue rivelarono una forte crescita di PSA e fosfatasi;pure la scintigrafia ossea indico' una ripresa ed un'estensione dei secondarismi ossei,il che porto' alla diagnosi di ormonorefrattarieta'.Il medico indirizzo' quindi mio padre da un oncologo,il quale stabili'di effettuare un ciclo di 10 sedute di radioterapia al bacino e di 10 infusioni di aredia,da effettuare a scadenza mensile.Inoltre fu mantenuto l'enantone affiancato da eulexin da assumere quotidianamente e pradif per favorire la minzione.Oggi mio padre ha effettuato le sedute di radioterapia prescritte e 4 infusioni di aredia.I risultati sono i seguenti:buona riduzione del dolore osseo alla gamba,accompagnato tuttavia da una sorta di "torpore" muscolare nella zona irradiata.I valori ematologici post radioterapia indicano un lieve abbassamento di PSA e fosfatasi,mentre piastrine e globuli rossi risultano essere lievemente sotto i valori minimi di riferimento.Vi chiedo cosa mi consigliate di fare,soprattutto per cercare anticipare eventuali fratture patologiche e-o compressioni midollari dovute alle metastasi ossee.Esistono esami specifici per evidenziare zone a rischio?Cosa altro si puo' eventualmente fare in aggiunta a cio' che mio padre sta gia'effettuando?Ci sono esami per evidenziare eventuali estensioni del carcinoma ad altri organi?Sentendosi mio padre nel complesso relativamente bene quale puo' essere una ragionevole aspettativa di sopravvivenza?Ma soprattutto ci sono esami che mi raccomandereste per prevenire eventi legati ai secondarismi ossei ed altri danni legati dalle metastizzazioni?Vi ringrazio infinitamente per l'aiuto che mi vorrete dare e mi scuso se non sono stato sufficientemente preciso e-o mi sono ripetuto nelle domande.Grazie.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

direi che si sta procedendo per il meglio. Da valutare sarebbe la possibilità di iniziare un trattamento chemioterapico con docetaxel (Taxotere) modulato sulla base dell'età e degli esami ematochimici. Inoltre eseguirei il dosaggio della cromogranina A per verificare se è possibile abbinare l'octreotide alla terapia in corso (vedi sito www.ipertermiaroma.it ). Il modo migliore di controllare tutto l'organismo è la TC total body con mezzo di contrasto da abbinare alla scintigrafia ossea per valutare la situazione scheletrica.

Resto a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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