Rottura tendine bicipitale
Buonasera.
Il 27 maggio, lavorando e quin.
di sollevando una pesante cassapanca, ho sentito uno strappo e relativo dolore al braccio destro.
Ho continuato a lavorare ancora per poco, solo col sinistro, poi ho guidato fino a casa, "monobraccio".
Ho dormito male per il dolore e il pomeriggio del giorno successivo, in Pronto Soccorso, dopo un esame manuale, senza ecografia, mi è stata diagnosticata "lesione distale del tendine bicipitale destro".
Mi è stato sconsigliato intervento chirurgico ma tutore per 30 gg.
e successiva visita ortopedica da richiedere subito, visti i tempi di attesa.
Io ho quasi 67 anni, pratico attività fisica costante fin dalla mia adolescenza, podismo, ciclismo strada e fuoristrada, nuoto e aikido (arte marziale tradizionale giapponese), da 39 anni.
So che perderò forza nei movimenti in supinazione, sopratutto.
Io vivo e lavoro molto in campagna, per me e conto terzi ed è l' unico introito economico per me e mia moglie.
Potrò, ad esempio, tornare a scavare buche per piantumazioni con piccone e zappa?
Spingere una carriola carica?
Camminare nel campo con due innaffiatoi da 12l.
a braccio?
Tirare su a braccia il secchio pieno d' acqua dalla cisterna?
Lavorare alla raccolta delle olive?
Faccio queste domande banali perchè erano le mie ultime attività a parte i traslochi che non farò mai più.
Inoltre mi chiedo se ci siano esercizi specifici per compensare almeno in parte la perdita di forza.
Io ne conosco a iosa ma ora mi manca un tendine, è diverso.
In aikido si allenano leve articolari, immobilizzazioni, proiezioni (e quindi cadute) e suppongo che debba darci un taglio per sempre.
Quale attività consiglierebbe dopo un simile trauma affrontato con approccio conservativo?
Mi perdoni la lunghezza ma la sto vivendo come la mia prima vera menomazione.
Grazie sempre per il vostro lavoro.
Cordiali saluti.
Il 27 maggio, lavorando e quin.
di sollevando una pesante cassapanca, ho sentito uno strappo e relativo dolore al braccio destro.
Ho continuato a lavorare ancora per poco, solo col sinistro, poi ho guidato fino a casa, "monobraccio".
Ho dormito male per il dolore e il pomeriggio del giorno successivo, in Pronto Soccorso, dopo un esame manuale, senza ecografia, mi è stata diagnosticata "lesione distale del tendine bicipitale destro".
Mi è stato sconsigliato intervento chirurgico ma tutore per 30 gg.
e successiva visita ortopedica da richiedere subito, visti i tempi di attesa.
Io ho quasi 67 anni, pratico attività fisica costante fin dalla mia adolescenza, podismo, ciclismo strada e fuoristrada, nuoto e aikido (arte marziale tradizionale giapponese), da 39 anni.
So che perderò forza nei movimenti in supinazione, sopratutto.
Io vivo e lavoro molto in campagna, per me e conto terzi ed è l' unico introito economico per me e mia moglie.
Potrò, ad esempio, tornare a scavare buche per piantumazioni con piccone e zappa?
Spingere una carriola carica?
Camminare nel campo con due innaffiatoi da 12l.
a braccio?
Tirare su a braccia il secchio pieno d' acqua dalla cisterna?
Lavorare alla raccolta delle olive?
Faccio queste domande banali perchè erano le mie ultime attività a parte i traslochi che non farò mai più.
Inoltre mi chiedo se ci siano esercizi specifici per compensare almeno in parte la perdita di forza.
Io ne conosco a iosa ma ora mi manca un tendine, è diverso.
In aikido si allenano leve articolari, immobilizzazioni, proiezioni (e quindi cadute) e suppongo che debba darci un taglio per sempre.
Quale attività consiglierebbe dopo un simile trauma affrontato con approccio conservativo?
Mi perdoni la lunghezza ma la sto vivendo come la mia prima vera menomazione.
Grazie sempre per il vostro lavoro.
Cordiali saluti.
Grazie per il suo messaggio, che merita attenzione e rispetto non solo per la chiarezza con cui descrive l’evento e le sue implicazioni pratiche, ma anche per la consapevolezza e la dignità con cui affronta quello che, comprensibilmente, sente come un momento di svolta.
1. La diagnosi e il primo approccio:
La lesione distale del tendine del bicipite è una condizione relativamente rara rispetto a quella prossimale, ma nei soggetti attivi e forti come lei può accadere in seguito a un gesto brusco e sotto carico, come nel suo caso.
La diagnosi clinica può essere sospettata con una buona manovra manuale, ma la conferma diagnostica andrebbe sempre affidata almeno a un'ecografia e meglio ancora a una risonanza magnetica (RMN) o una ecografia muscolotendinea dinamica eseguita da un operatore esperto. Questo per valutare:
[] se si tratta di una rottura completa o parziale,
[] se c’è retrazione del tendine,
[] se è realmente distale e non un errore diagnostico rispetto a una lesione prossimale.
2. L’approccio chirurgico vs conservativo:
Nel soggetto giovane e attivo, la rottura distale del bicipite è spesso trattata chirurgicamente per ripristinare la forza in supinazione (rotazione dell’avambraccio, come per avvitare una vite con un cacciavite), che può ridursi anche del 30-40%, e in flessione del gomito (meno impattata, -10-20%).
Ma anche in età più matura, se la persona è molto attiva, autonoma e svolge lavori manuali intensi, l’intervento chirurgico è un'opzione che merita attenzione, soprattutto se la lesione è completa e recente.
Il tempo è un fattore chiave: dopo 3-4 settimane dalla lesione, il tendine inizia a retrarsi e l’intervento diventa più complesso o addirittura non più proponibile in forma diretta.
3. Le attività che potrà (o non potrà) fare:
Con un approccio conservativo e in caso di lesione completa, è probabile che si instauri un deficit permanente della forza in supinazione sotto carico. Detto questo, grazie all’azione compensatoria dei muscoli flessori e pronatori (soprattutto il brachiale e il brachioradiale), molti pazienti, anche molto attivi, riescono a tornare a una vita autonoma e perfino a lavori pesanti.
Nello specifico:
Scavare con piccone e zappa: sì, ma gradualmente e con consapevolezza del lato dominante.
Spingere carriola carica: sì, con progressivo adattamento.
Camminare con 12 litri per mano: probabile, con allenamento graduale.
Tirare secchi dalla cisterna: forse con qualche difficoltà in supinazione, ma con accorgimenti (presa in pronazione, bilanciamento del carico).
Raccolta olive: probabilmente sì, ma valutando tipo di gesti richiesti (sforzi intermittenti ok, ma sconsigliati gesti torsionali intensi).
4. Attività fisica e sport:
L’Aikido pone rischi: leve articolari, cadute, torsioni improvvise, tutte cose che potrebbero mettere a rischio non solo il recupero ma anche compensazioni che il corpo costruisce col tempo.
Forse non va necessariamente abbandonato, ma ridefinito: in forma più dolce, orientata al kata, alla postura e al movimento, con meno proiezioni e con un lavoro più tecnico e consapevole.
Consiglierei invece:
Nuoto dolce (stile dorso e rana, da evitare stile libero intenso nelle fasi iniziali),
Pilates, yoga adattato, ginnastica posturale,
Allenamento funzionale (a corpo libero) con attenzione alla simmetria muscolare,
Bicicletta e camminate sempre bene accetti.
5. Esercizi per il recupero e la compensazione. sì, ci sono esercizi mirati per:
[] Rinforzare il brachiale (che non dipende dal bicipite),
[] Rinforzare i muscoli pronatori/supinatori come il brachioradiale,
[] Potenziare la cuffia dei rotatori, che diventa ancora più importante nella biomeccanica
compensatoria.
Il programma dovrebbe essere personalizzato da un fisioterapista esperto in spalla e gomito, meglio ancora in collaborazione con un ortopedico.
In sintesi:
[] Se la lesione è completa e recente (entro 3 settimane), considererei seriamente una valutazione specialistica per l'intervento chirurgico, vista la sua attività lavorativa e sportiva.
[] Se si procede in modo conservativo, molto si può recuperare, ma serve tempo, pazienza e un piano di riabilitazione ben fatto.
Non è una fine, è una trasformazione: dovrà forse modificare alcune attività, ma non abbandonare la vita attiva.
Non è una menomazione, ma una ferita che può guarire e da cui può rinascere una nuova forza, diversa ma solida.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento, anche su esami o immagini da valutare.
Con rispetto e auguri di buon recupero,
Dr. LUIGI GROSSO
Ortopedico Chirurgia della Spalla e del Gomito
www.luigigrosso.net
1. La diagnosi e il primo approccio:
La lesione distale del tendine del bicipite è una condizione relativamente rara rispetto a quella prossimale, ma nei soggetti attivi e forti come lei può accadere in seguito a un gesto brusco e sotto carico, come nel suo caso.
La diagnosi clinica può essere sospettata con una buona manovra manuale, ma la conferma diagnostica andrebbe sempre affidata almeno a un'ecografia e meglio ancora a una risonanza magnetica (RMN) o una ecografia muscolotendinea dinamica eseguita da un operatore esperto. Questo per valutare:
[] se si tratta di una rottura completa o parziale,
[] se c’è retrazione del tendine,
[] se è realmente distale e non un errore diagnostico rispetto a una lesione prossimale.
2. L’approccio chirurgico vs conservativo:
Nel soggetto giovane e attivo, la rottura distale del bicipite è spesso trattata chirurgicamente per ripristinare la forza in supinazione (rotazione dell’avambraccio, come per avvitare una vite con un cacciavite), che può ridursi anche del 30-40%, e in flessione del gomito (meno impattata, -10-20%).
Ma anche in età più matura, se la persona è molto attiva, autonoma e svolge lavori manuali intensi, l’intervento chirurgico è un'opzione che merita attenzione, soprattutto se la lesione è completa e recente.
Il tempo è un fattore chiave: dopo 3-4 settimane dalla lesione, il tendine inizia a retrarsi e l’intervento diventa più complesso o addirittura non più proponibile in forma diretta.
3. Le attività che potrà (o non potrà) fare:
Con un approccio conservativo e in caso di lesione completa, è probabile che si instauri un deficit permanente della forza in supinazione sotto carico. Detto questo, grazie all’azione compensatoria dei muscoli flessori e pronatori (soprattutto il brachiale e il brachioradiale), molti pazienti, anche molto attivi, riescono a tornare a una vita autonoma e perfino a lavori pesanti.
Nello specifico:
Scavare con piccone e zappa: sì, ma gradualmente e con consapevolezza del lato dominante.
Spingere carriola carica: sì, con progressivo adattamento.
Camminare con 12 litri per mano: probabile, con allenamento graduale.
Tirare secchi dalla cisterna: forse con qualche difficoltà in supinazione, ma con accorgimenti (presa in pronazione, bilanciamento del carico).
Raccolta olive: probabilmente sì, ma valutando tipo di gesti richiesti (sforzi intermittenti ok, ma sconsigliati gesti torsionali intensi).
4. Attività fisica e sport:
L’Aikido pone rischi: leve articolari, cadute, torsioni improvvise, tutte cose che potrebbero mettere a rischio non solo il recupero ma anche compensazioni che il corpo costruisce col tempo.
Forse non va necessariamente abbandonato, ma ridefinito: in forma più dolce, orientata al kata, alla postura e al movimento, con meno proiezioni e con un lavoro più tecnico e consapevole.
Consiglierei invece:
Nuoto dolce (stile dorso e rana, da evitare stile libero intenso nelle fasi iniziali),
Pilates, yoga adattato, ginnastica posturale,
Allenamento funzionale (a corpo libero) con attenzione alla simmetria muscolare,
Bicicletta e camminate sempre bene accetti.
5. Esercizi per il recupero e la compensazione. sì, ci sono esercizi mirati per:
[] Rinforzare il brachiale (che non dipende dal bicipite),
[] Rinforzare i muscoli pronatori/supinatori come il brachioradiale,
[] Potenziare la cuffia dei rotatori, che diventa ancora più importante nella biomeccanica
compensatoria.
Il programma dovrebbe essere personalizzato da un fisioterapista esperto in spalla e gomito, meglio ancora in collaborazione con un ortopedico.
In sintesi:
[] Se la lesione è completa e recente (entro 3 settimane), considererei seriamente una valutazione specialistica per l'intervento chirurgico, vista la sua attività lavorativa e sportiva.
[] Se si procede in modo conservativo, molto si può recuperare, ma serve tempo, pazienza e un piano di riabilitazione ben fatto.
Non è una fine, è una trasformazione: dovrà forse modificare alcune attività, ma non abbandonare la vita attiva.
Non è una menomazione, ma una ferita che può guarire e da cui può rinascere una nuova forza, diversa ma solida.
Resto a disposizione per qualsiasi approfondimento, anche su esami o immagini da valutare.
Con rispetto e auguri di buon recupero,
Dr. LUIGI GROSSO
Ortopedico Chirurgia della Spalla e del Gomito
www.luigigrosso.net
Dr. Luigi Grosso - Ortopedico Master Spalla Gomito Polso Mano
Busto Arsizio (VA) - Rapallo (GE) - Napoli
www.luigigrosso.net
Utente
Grazie, dott. Grosso!
Ad oggi son passati già 15 giorni dall' evento traumatico e quindi il treno dell' intervento chirurgico è già passato...
Il braccio va sempre meglio, è cambiato esteticamente ma non sono in età da dar peso alla forma. Ho iniziato gradualmente a far cose e piccoli sforzi senza il tutore. Nulla di assolutamente intenso, più che altro prove naturali di mobilità e ascolto. Tutto quel che implica dolore all' interno del gomito, lo evito. Ora guido con entrambe le mani, ho leggera difficoltà nelle rotazioni dello sterzo ma ho sensazione che migliorerà. Oggi mi hanno regalato delle piantine di Stramonio, che producono un fiore molto bello e ho scavato con la zappetta, con la consueta impugnatura destra avanti e sinistra un pò sotto. Colpi lievi ma decisi, senza dolore. Insomma un test per autostima. Sto cercando anche di recuperare forza e presa delle dita, che sento un pò dolenti, mentre prima mi chiamavano "mani a tenaglia"...
Domani vado al CUP a prenotare ecografia, il mio medico curante non ha voluto prescrivere Rmn. Non ho fretta per il recupero e la ripresa ma è il mio obiettivo e non mollo.
Ora ho le idee più chiare e non vedo l' ora che arrivi il giorno 8 di luglio che è la data in cui mi hanno fissato visita di controllo ortopedica, così che io possa chiedere e mostrare al medico movimenti potenzialmente dannosi. Una volta stabiliti i confini fisici farò il massimo nel territorio che mi è rimasto.
Vero. E' una trasformazione.
Io le sono molto grato.
Cordiali saluti.
Gigi.
Ad oggi son passati già 15 giorni dall' evento traumatico e quindi il treno dell' intervento chirurgico è già passato...
Il braccio va sempre meglio, è cambiato esteticamente ma non sono in età da dar peso alla forma. Ho iniziato gradualmente a far cose e piccoli sforzi senza il tutore. Nulla di assolutamente intenso, più che altro prove naturali di mobilità e ascolto. Tutto quel che implica dolore all' interno del gomito, lo evito. Ora guido con entrambe le mani, ho leggera difficoltà nelle rotazioni dello sterzo ma ho sensazione che migliorerà. Oggi mi hanno regalato delle piantine di Stramonio, che producono un fiore molto bello e ho scavato con la zappetta, con la consueta impugnatura destra avanti e sinistra un pò sotto. Colpi lievi ma decisi, senza dolore. Insomma un test per autostima. Sto cercando anche di recuperare forza e presa delle dita, che sento un pò dolenti, mentre prima mi chiamavano "mani a tenaglia"...
Domani vado al CUP a prenotare ecografia, il mio medico curante non ha voluto prescrivere Rmn. Non ho fretta per il recupero e la ripresa ma è il mio obiettivo e non mollo.
Ora ho le idee più chiare e non vedo l' ora che arrivi il giorno 8 di luglio che è la data in cui mi hanno fissato visita di controllo ortopedica, così che io possa chiedere e mostrare al medico movimenti potenzialmente dannosi. Una volta stabiliti i confini fisici farò il massimo nel territorio che mi è rimasto.
Vero. E' una trasformazione.
Io le sono molto grato.
Cordiali saluti.
Gigi.
La ringrazio di cuore per le sue parole di apprezzamento. Sapere che la mia risposta le è stata utile mi dà una grande soddisfazione.
La mia priorità e il mio obiettivo è sempre quello di fornire spiegazioni chiare e concrete, soprattutto quando si tratta di una parte complessa e delicata come la spalla di cui sono specialista.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o desidera un approfondimento personalizzato, non esiti a contattarmi: sono a disposizione per valutare ogni singolo caso con la massima attenzione.
Grazie ancora.
www.luigigrosso.net
La mia priorità e il mio obiettivo è sempre quello di fornire spiegazioni chiare e concrete, soprattutto quando si tratta di una parte complessa e delicata come la spalla di cui sono specialista.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o desidera un approfondimento personalizzato, non esiti a contattarmi: sono a disposizione per valutare ogni singolo caso con la massima attenzione.
Grazie ancora.
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Dr. Luigi Grosso - Ortopedico Master Spalla Gomito Polso Mano
Busto Arsizio (VA) - Rapallo (GE) - Napoli
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 393 visite dal 03/06/2025.
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