Ginocchio valgo dopo frattura femore

Salve, ho 28 anni sono alta 1,68 mt e peso circa 55/60 Kg,
il 27/08 c.a. sono stata operata per una frattura pluriframmentaria al femore sx (dovuta ad un incidente), mi è stato inserito un chiodo endomidollare. Sono stata dimessa dopo una settimana e sono rimasta a letto a casa per 1 mese.Il 4/09 mi hanno concesso il carico di 30 Kg e rieducazione motoria e muscolare. Quindi comncio a deambulare con le canadesi e tutti i giorni faccio terapia per il recupero dell'articolazione(il ginocchio praticamente non si piegava più) e del quadricipite ormai inesistente.La gamba comicia a "sgonfiarsi", l'edema a riassorbirsi e al successivo controllo quello del 14/10 si evidenzia una buona formazione del callo osseo ma un leggero valgismo del ginocchio.
La notizia non mi ha lasciata proprio indifferente, anzi!Il valgismo è stato misurato e si attesta sui 7/8 gradi. Mi è stata prospettata come possibile soluzione quella di impiantare (in questa fase) dei fissatori esterni con l'obiettivo di "raddrizzare" la gamba, sfruttando la non completa formazione del callo osseo e anzi addirittura andando a scalpellare proprio in prossimità della frattura.La mia domanda è:
1)il valgismo è il risultato dell'operazione o potrebbe anche essere dipeso dal postoperatorio: quindi il carico (forse precoce) e/o l'attività riabilitativa (visto che tra l'altro all'ultimo incontro mi è stato diagnosticato una lassità legamentosa al ginocchio)?"
2)Che genere di problemi potrebbe portarmi questo valgismo?
3)Consigliereste questo nuovo intervento? Riuscirei a recuperare completamente e/o almeno a ridurre l'attuale "deviazione"?
Vi ringrazio per l'attenzione e i preziosi consigli che riuscirete a darmi.
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Dr. Giuseppe Restuccia Ortopedico 117 8
Gentile utente è molto difficile darle delle risposte precise non avendo davanti una radiografia. Comunque possiamo dire che 7-8 gradi di valgo non sono molti per cui forse conviene visto che ormai è passato molto tempo dalla frattura cercare di guarire e solo in futuro rivalutare il tutto. Se necessario potrà essere fatto un intervento di osteotomia (frattura dell'osso e correzione).
saluti

Dr. Giuseppe Restuccia

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
innanzitutto grazie mille per la celerità nella risposta
Il giorno dopo la mia richiesta di consulto, ho avuto un'altro incontro con il medico che mi stà seguendo e mi è stata prospettata un'ulteriore soluzione alla correzione del mio valgismo.
Questa consisterebbe nello sfilare parzialmente il chiodo endomidollare, trazionare il ginocchio verso l'interno,creare un'ulteriore "strada" al chiodo e riposizionarlo fissandolo con una ulteriore vite all'estremità inferiore. Spero tanto di essere stata chiara.
Ovviamente il tutto dovrebbe decidersi in pochi giorni, visto che il tempo contribuisce a rinsaldare la frattura e a rendere le manovre più rischiose.
Mi è stata assicurata la riuscita dell'operazione. Inoltre mi è stato detto che potrei ritornare da subito a deambulare con le canadesi. Che così facendo non sarebbe necessario rompere l’osso, e di conseguenza non perderei tutto il lavoro fatto fino ad oggi, ne in termini di callo osseo, ne in termini di recupero articolare e/o muscolare.
Questa ipotesi mi piace molto. Vorrei però avere la certezza che le cose vadano davvero in questo modo. Mi farebbe davvero piacere avere un vs. parere!
Volevo allegare delle jpg riportanti l' Rx del femore, sotto carico ed in laterale. Ma non ho trovato il modo per farlo. Posso inviarle a qlc indirizzo di posta elettronica?
Grazie sempre.
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Dr. Giuseppe Restuccia Ortopedico 117 8
Buonasera, sicuramente ciò che le ha prospettato il collega è una cosa possibile, ma solo se il callo osseo è ancora plastico e quindi deformabile. E' comunque un intervento impegnativo anche se nel post-operatorio potrà con le dovute cautele deambulare con bastoni.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore la ringrazio per la rapida e cortese risposta.
Dopo aver appreso i suoi suggerimenti ho richiesto un ulteriore consulto ad un altro medico che dopo aver visionato le radiografie e fatto una accurata visita mi ha prospettato la sua stessa soluzione: evitare di intervenire in questa fase( a suo parere si era formato già un buon callo osseo) e soprattutto evitare di intervenire sul focolaio di frattura; terminare la riabilitazione e il recupero muscolare della gamba e rivalutare solo successivamente la possibilità di correggere questo, anche a suo avviso, lieve valgismo: visto che non determinerà effetti dal punto di vista funzionale ma soltanto da quello "estetico".
Quindi su tre pareri,mi sono affidata ai due assolutamente in linea tra di loro. In fondo so che questa è la strada più ragionevole, più tranquilla . . . anche se conservo un pò di rammarico per non essermene accorta prima. Ahimè non riconosco ancora come mia, la gamba: il dispiacere è davvero grande!Spero soltanto che il tempo sanerà anche quest'ulteriore ferita.
Quindi profondi ringraziamenti a nome mio e di tutti quelli che vagando tra mille dubbi riescono, grazie alla vs. dedizione, a trovare dei chiari e validi supporti nella ricerca della scelta giusta.
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dopo
Utente
Utente
.... la storia continua....
salve chiedo ancora un vs. gentile suggerimento, in quanto mi ritrovo per l'ennesima volta rispetto a diverse linee di pensiero e sinceramente non sò a chi affidarmi.
Passati ormai SEI mesi dall'intervento, continuo a fare riabilitazione e sebbene abbia lasciato i bastoni, non ho ancora completamente ripreso la corretta deambulazione; anche perchè poco prima di Natale mi è stata diagnosticata una borsite trocanterica (quasi sicuramente dovuta alla "sporgenza" della vite) con conseguente anca a scatto(ovviamente questo mi ha rallentato il recupero articolare): inizialmente mi è stato suggerito di fare delle infiltrazioni di cortisone, io sinceramente ho chiesto di perseguire prima altre strade ed eventualmente in extremis ricorrere a quest'ultimo. Quindi ho seguito per 15 gg una cura di antinfiammatori ed in effetti posso dire che va decisamente meglio, ma il problema non è stato ancora risolto.
Sono ritornata a controllo e mi è stata riproposta un'altra quindicina di gg di antinfiammatori.
Ho chiesto di fare anche una ecografia per cercare di capire l'entità della borsite ed eventualmente monitorarla in funzione della cura.
Le mi domande sono:
- potrei fare anche la tecar terapia per contrastare la borsite (un medico mi ha detto che mi avrebbe giovato ed un altro invece che non si assumeva la responsabilità di prescrivermela)?
- se essa è strettamente correlata alla presenza della vite, dovrò conviverci finquando non toglierò il chiodo?
- quando dovrò necessariamente ricorrere alle infiltrazioni di cortisone?
- non potendo effettuare una risonanza, tra gli esami possibili, è l'ecografia quello più indicato per analizzare il mio problema?
Grazie mille.