Astragalo

Salve, ho 39 anni, il 1° maggio ho fratturato l'Astragalo, durante una caduta in falesia in arrampicata. Al pronto soccorso mi hanno fatto una RX in cui è chiara la frattura del collo dell’Astragalo. Subito dopo mi hanno fatto una risonanza magnetica che ha evidenziato anche una "scomposizione" (utilizzo i termini che ho sentito ignorando spesso le differenze tecniche). Ho avuto la fortuna di vedere le lastre della risonanza e ho visto che una delle parti dell'Astragalo presentava anche una frattura interna, mentre nella parte anteriore era presente una "nuvoletta" di "scheggi" fini e un pò lateralmente una "scheggia" più grande dall'apparente forma di disco molto sottile.
Alla visone della risonanza il dottore ha preferito consultarsi con i colleghi, nel frattempo ho passato 2 gg steccato. Dal consulto è stato deciso di applicarmi 2 viti in titanio dalla parte anteriore, oggi sono stato dimesso e sembra che l'operazione sia "riuscita". Mi hanno dimesso oggi e tra 35 giorni devo ripetere la RX. ( cosa mi aspetta dopo?)

Navigando un pò su internet e ho scoperto che quest'osso può "morire" a causa della perdita delle poche arterie che lo nutrono.. Le mie domande sono le seguenti:
1) statisticamente sono messo male? ovvero, quante delle persone che hanno subito una frattura del genere sono "guarite" completamente?. Camminano tranquillamente, non hanno dolori, e fanno anche sport.
2) posso durante la convalescenza, aiutare l'osso a non morire? con farmaci / inteventi chirurgici?
3) in caso di "morte" dell'osso, quando si evidenzia e soprattutto cosa mi attende?..
Sempre navigando in internet ho intuito che mi potrei dover ricorrere a uno o più di questi rimedi (comunque limitanti)
a) Artrodesi : asportazione dell'osso “saldatura” delle ossa confinanti. La caviglia rimane rigida ma non fa più male. Si riesce a fare lunghe camminate in montagna o correre? Oppure si “zoppica”?
b) Protesi: sostituzione con osso "sintetico" ? in questo caso riuscirei a tornare ad una condizione "guarito" completamente ?( come il caso 1) Oppure dopo qualche anno sarei punto a capo?
c) Trapianto dell’osso da un donatore: è miglior soluzione? Si ritorna come prima dell’incidente?
d) Altre soluzioni?
e)

Ho richiesto copia della cartella clinica che avrò tra un mese...
Mi consigliate di contattare già qualche centro specializzato? Ho sentito di Torino e Bologna..

Supponendo che tutto vada per il meglio e tra qualche mese sia in grado di camminare come prima, posso considerarmi guarito o mi devo aspettare che con il passare del tempo possano sorgere complicazioni tra cui la famelica morte dell’osso?



La prego mi risponda, sono molto preoccupato.
Sia anche diretto voglio sapere cosa mi aspetta..

Grazie in anticipo..

[#1]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Gentile signore, prima di tutto vorrei che lei si tranquillizzi. L'ansia non è il miglio viatico per qualsiasi cura. Il problema della frattura ormai c'è, facciamo in modo di risolverlo insieme con la migliore serentià possibile. Aiuto la guarigione dello spirito e del corpo, entrambi feriti dall'accaduto.
La lesione interessa un osso a circolazione temrinale retrograda. In poche parole i vasi possono entrare nell'astragalo solo da un versante, quello distale, in quanto la porzione prossimale dell'astragalo è totalemente immersa nell'articolazione tibiotarsica (sopra) e in quella astragalo calcaneare (sotto).
I vasi che corrono dalla porzione distale e anteriore verso quella prossimale e posteriore possono (POSSONO dunque non necesssaraimente DEVONO) essere lesionati dalla frattura qualora questa interessi il collo dell'astragalo. Se danneggiati possono crearsi, a seconda delle gravità, diverse evenieneze:
- ritardo di consolidazione
- pseudoartorsi
- ischemia dell'astragalo posteriore
- necrosi dello stesso.
A seconda del tipo di complicanza si possono prender ein considerazione diversi tipi di trattamento.
Ergo rimanderei questa discussione solo al momento in cui si presentino alcuni di questi problemi.

- In genere la guarigione avviene in 3-4 mesi
- Il rischio di una necrosi a distanza anche in caso di guarigione è possibile nell'arco di 2 anni; se dopo due anni dalla guarigione non sono presenti alterazioni strutturali e/o morfologiche dell'astragalo il rischio si può ragionevolemente considerare superato.
-le complicanze per la necrosi a seconda dei vari tipi di classficazione della frattuar e secondo vari autori vanno dallo 0% al 100%, lo stesso dicasi per le pseudaortrosi (mancata consolidazione) e dallo 0% al 23% per i consolidamenti in poszione viziata.
Come lei ved eil range di variabilità in letteratura è enorme e dunque non vale la pena preoccuparsi ora.
- per aiutare la guarigioneè bene eliminare totalemente il carico e a seconda dei casi si va dai due ai tre mesi.

Un consiglio: non navighi troppo su internet, cerchi piuttosto di fare una vita il più serena possibile ed eviti assolutamente di appoggiare sul piede operato.
Inoltre di qualsiasi dubbbio o preoccupazione parli con franchezza al suo ortopedico curante, sono sicuro che saprà ascoltarla con attenzione e rispondere a tutte le sue richieste di informazione.
Cordialità
Dr. A. Valassina

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la pronta risposta ed i rassicuranti consigli, effettivamente sono angosciato..

Dalle informazioni che ho ricevuto in questo breve periodo sembra che nessuno sia mai guarito completamente da questo tipo di frattura...
Mi piacerebbe confrontarmi con qualcuno che mi potesse dire, "io sono guarito completamente" o anche " apparte qualche fastidio in certe occasioni, tutto è andato a posto"...
Non avendo feedback positivi sembra quasi che nessuno sia mai guarito completamente e che prima o poi la necrosi sia inevitabile..

Se ha magari un contatto mail di un suo paziente che è guarito, ed è dispobile, mi piacerebbe confrontarmi con lui.. giusto per rassicurarmi..

grazie ancora,

[#3]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Non posso darle mail private per la legge sulla privacy. Posso dirle che noi abbiamo avuto casi simili al suo con guarigione completa.
Parlare di rischio alto di necrosi non vuol dire che TUTTI i casi vanno incontro a necrosi, ma solo una parte presentera' complicazioni in questo senso.
Cerchi di pensare a guarire e non ad ammalarsi.
:)
Coraggio
Dr.A. Valassina
[#4]
dopo
Utente
Utente
ok, grazie. Lunedì prossimo ritorno in clinica per la medicazione e poi tra 35 giorni mi faranno una RX per verificare la saldatura dell'osso...
Ci risentiamo appena ho novità...

Grazie ancora

[#5]
dopo
Utente
Utente
Salve,

vorrei fare un aggiornamento relativamente al mio caso.
Mi hanno tolto i punti dell'operazione e già in quella occasione volevano togliermi il gesso, ma vedendo che la caviglia era ancora gonfia hanno preferito rimandare al 9 Giugno come programmato.
Dopo circa 2 settimane dall'intervento una stampella è scivolata e istintivamente ho caricato sul piede operato per non cadere, al pronto soccorso la radiografia non ha evidenziato danni.. (per fortuna non mi avevano tolto il gesso..)
Ora passo quasi tutto il giorno a letto alternando il ghiaccio a elevazione della gamba per favorire la scomparsa del gonfiore..
Ogni tanto sfilo accuratamente il gesso per fare respirare la gamba e controllare lo stato della caviglia.
Il polpaccio è praticamente sparito, non pensavo che i muscoli si consumassero così velocemente.
Ho ritirato le copie delle lastre prima e dopo l'intervento, mentre attendo ancora la consegna della TAC.
Volevo allegare le immagini delle lastre per dare un'idea del tipo di frattura ma non mi sembra sia possibile allegare immagini..
Prossimo appuntamento il 9 Giugno per il controllo radiologico..

Coordialmente,
[#6]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Aspetti il controllo di domani e ne parli con il suo ortopedico
Dr. A. Valassina
[#7]
dopo
Utente
Utente
Salve,

un aggiornamento..
Ho tolto il gesso come previsto e la radiografia è stata giudicata positivamente. Mi hanno detto di iniziare la fisioterapia attiva e passiva e di indossare la calza elastica. Hanno sottolineato di non caricare il peso sul piede e di aspettare il prossimo controllo radiologico fissato per il 10 Luglio.
Nel frattempo ho consultato uno specialista di Torino che invece è stato leggermente pessimista.
Mi ha detto che i rischi più probabili a cui potrò andare in contro sono: la necrosi o la artrosi post-traumatica.
Nel primo caso mi consiglia di stare fermo anche un anno in modo che l'osso possa riprendere a "vivere". In questo caso però dovrò passare un anno senza caricare in quanto l'osso in necrosi potrebbe deformarsi e non servire più al suo scopo.
Nel secondo caso dovrei fare una artrodesi che limita di poco l'articolarità ma evita i dolori tipici della artrosi post-traumatica.
Inoltre al contrario della valutazione della clinica, mi ha detto che la lastra manifesta già un inschemia..

Detto questo il 10 Luglio ho ripetuto il controllo radiologico. Alla clinica mi dicono che la lastra va bene e che la necrosi è una prossibilità remota e solo uno dei frammenti della testa dell'Astragalo potrebbe essere coinvolta. Comunque anche se dovesse succedere me la "caverei" con una artrodesi poco limitante..
Mi hanno detto di fare lavoro in acqua e camminare dove l'acqua è più alta. Dal primo Agosto invece iniziare a caricare progressivamente per eliminare l'utilizzo delle stampelle.. Una visione ottimistica che però va contro il parere dello specialista di Torino che mi aveva prospettato tempi più lunghi per la ripresa del carico...

Sono indeciso se dal primo di Agosto iniziare a caricare o se aspettare il manifestarsi di una totale ripresa dell'osso (segno di Hawkins?)..

che suggerimento può darmi?

Grazie,
Cordialmente


[#8]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Ripeto che a distanza non posso darle indicazioni al trattamento della lesione, non sarebbe serio nei suoi confronti e poco professionale da parte mia.

Posso solo dirle come informazione generale che il permesso al carico, soprattutto in questi casi, è strettamente legato alle condizioni della consoldazione e degli eventuali segni di ischemia in atto

Cordialità
Dr. A. Valassina