Il battito cardiaco, esteso

Spett.li Dottori,

da circa 4 anni soffro di un disturbo toracico, spesso causato da un'intensa attività fisica, che si presenta dopo un paio di giorni dalla stessa. Essendo uno studente universitario, pratico sport almeno una volta alla settimana (calcio, basket, corsa, bici) anche se non assiduamente.
Pochi giorni fa ho ripreso la bici e, senza un adeguato allenamento, ho sforzato un pò più del dovuto: 2 salite non banali, con conseguenti discese in penombra verso la sera. Insomma ho preso molta aria dopo una non trascurabile sudata. Dopo un paio di giorni mi ha assalito un dolore toracico via via sempre più crescente, oppressivo, localizzato internamente, pulsante con il battito cardiaco, esteso in gran parte nella zona centrale (più verso la gola, ma non ho mal di gola), accompagnato soltanto da mal di testa e qualche linea di febbre (38°max). Il dolore diventa insopportabile e persistente in posizione sdraiata, soprattutto appena coricato, per poi "svanire" (non completamente) quando il ritmo cardiaco si è stabilizzato. Anche durante gli sforzi (es. assumendo la posizione eretta da quella seduta) il dolore è pulsante e intollerabile. Negli episodi precedenti (avvenuti almeno una volta l'anno), il dolore è durato, in media, una settimana.
La prima volta accadde nel giugno 2004, quando, dopo un giorno che ebbi giocato a basket (neanche in modo estenuante), avvertii un senso di oppressione (gradualmente crescente) al torace con la sensazione del cuore in gola. Essendo stata la prima volta, affetto da ansia, corsi subito al pronto soccorso e, dopo ECG e RX al torace (effettuato più volte nel corso dei 4 anni), tutto con esito negativo, mi diagnosticarono una tachicardia sinusale causata emotivamente e mi ordinarono, in particolare, l'assunzione del farmaco OKI. In seguito effettuai (tutto nella norma) eco-color-doppler cardiaco transtoracico (ben 2 volte), Holter, RX colonna cervicale, ecografia epatica delle vie biliari e numerose visite in reparto pneumologico, dopo aver creduto, più volte, che i responsabili fossero i bronchi. In tale reparto la Dott.ssa mi ha riferito che sono un soggetto che ha dei bronchi sensibili e per ogni piccola stupidaggine ne risento.
L'evoluzione del dolore non è sempre la stessa: verso la fine della "malattia", il dolore si allevia (spesso grazie ad OKI oppure alla Tachipirina, anche se a volte il loro effetto è vano...) e si sposta nella parte dx (non esageratamente) all'altezza della penultima costola. E' proprio ciò che mi ha portato a fare l'ecografia alle vie biliari...
Sempre nel periodo di fine guarigione, un altro indizio è dato dal fatto che quando deglutisco e il cibo passa verso la fine del tubo esofageo, avverto un vivo dolore verso la parte dx del tubo.
Spero possiate consigliarmi qualcosa di più specifico.

Grazie per la cordiale attenzione.
[#1]
Attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Infiammazione dei linfonodi mediastinici?

NB non sono specialista.



[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
Egr. Dr. Bianchi, quindi dovrei rivolgermi ad un endocrinologo? mi consiglia di inserire un consulto al reparto "endocrinologia"?

L'ultimo mio episodio è stato risolto con l'assunzione del cortisone per 2-3gg che ha fatto effetto già dal giorno seguente. Forse è stata pura coincidenza, ma non credo...
Allora potrebbe essere un problema di ormoni?

La ringrazio e scusi per il disturbo
[#3]
Attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
No no, i linfonodi (ammesso che sia colpa loro) non sono strutture ormonali di pertinenza dell'endocrinologo.

Sono piccole "stazioni di polizia" presenti in tutto il corpo il cui compito e' reagire alle infezioni (contengono i linfociti che fabbricano gli anticorpi). In presenza di infezione locale (arrivo di batteri o virus), i linfonodi adiacenti all'infezione si attivano: i loro linfociti proliferano e i linfonodi si gonfiano, e gonfiandosi (infiammazione) possono fare male.

Vedi caso il cortisonico e' un potente antinfiammatorio che dice al sistema immunitario di non "reagire esageratamente" alle infezioni. In generale va usato con cautela e solo quando la reazione immunitaria e' sproporzionata all'offesa e diventa dannosa essa stessa.

Resterebbe da capire perche' a delle banali bronchiti lei reagisce in modo esagerato, questo la teoria non ce lo spiega.