Polmonite e noduli polmonari
Buonasera,
chiedo un consulto per mio padre, 71 anni, ex forte fumatore (ha smesso da gennaio 2017), ricoverato a gennaio 2017 per “insufficienza respiratoria ipossiemico normocapnica in BPCO riacutizzata con segni indiretti di enfisema polmonare associato”; in seguito ricoverato nuovamente ad agosto 2017 per “schock settico in polmonite lombare dx”. Dopo le dimissioni ha eseguito numerosi rx di controllo, che hanno evidenziato la progressiva riduzione dell’addensamento parenchiale al campo polmonare superiore di destra. Anche gli ultimi rx eseguiti a novembre mostrano la riduzione di questo addensamento parenchiale al campo polmonare superiore di destra, ma, cito il referto, “a tale livello si apprezza opacamento lungo la margino-costale, esteso fino all’apice”; gli è stato quindi consigliato un esame TAC con mezzo di contrasto per un sospetto versamento pleurico saccato. Esame eseguito pochi giorni dopo, il cui referto è il seguente: “disomogeneo addensamento con aspetto epatizzato e broncogramma aereo si apprezza al segmento apicale del lobo superiore destro. Esso presenta travata di raccordo con la pleura mediastinica che appare trazionata. Formazione nodulare, vascolarizzata, in parte spiculata di circa 1.2 cm si apprezza al segmento apicale del lobo inferiore destro, in paravertebrale, con caratteri sospetti. Alcune formazioni linfonodali ovalari con diametro sino a 1.5 cm si apprezza in loggia di Barety e lungo i vasi epiaortici. Ispessite le pareti delle strutture bronchiali a destra”. Alla visita pneumologia gli è stato comunque detto che la situazione era in miglioramento ed il versamento si stava, seppur lentamente, riassorbendo; si sono comunque riservati alcuni giorni per un consulto collegiale, in modo da stabilire la futura terapia. Gli è infine stato detto di eseguire una PET, senza particolare urgenza.
Chiedo quindi se effettivamente la PET possa in questo caso servire per stabilire l’andamento del riassorbimento e quindi per valutare la terapia da seguire, o se ci possa essere dell’altro (sospettano qualcosa di più serio?). È possibile che nei raggi al torace e in tutti gli esami che in questi mesi ha effettuato non sia mai stato evidenziato questo problema? Possono essere tutte conseguenze della BPCO e della polmonite avuta in agosto? Sono un po’ preoccupata anche perché non so come interpretare i vari referti ed esami.
Ringrazio sin da ora per il tempo dedicato alla mia problematica.
chiedo un consulto per mio padre, 71 anni, ex forte fumatore (ha smesso da gennaio 2017), ricoverato a gennaio 2017 per “insufficienza respiratoria ipossiemico normocapnica in BPCO riacutizzata con segni indiretti di enfisema polmonare associato”; in seguito ricoverato nuovamente ad agosto 2017 per “schock settico in polmonite lombare dx”. Dopo le dimissioni ha eseguito numerosi rx di controllo, che hanno evidenziato la progressiva riduzione dell’addensamento parenchiale al campo polmonare superiore di destra. Anche gli ultimi rx eseguiti a novembre mostrano la riduzione di questo addensamento parenchiale al campo polmonare superiore di destra, ma, cito il referto, “a tale livello si apprezza opacamento lungo la margino-costale, esteso fino all’apice”; gli è stato quindi consigliato un esame TAC con mezzo di contrasto per un sospetto versamento pleurico saccato. Esame eseguito pochi giorni dopo, il cui referto è il seguente: “disomogeneo addensamento con aspetto epatizzato e broncogramma aereo si apprezza al segmento apicale del lobo superiore destro. Esso presenta travata di raccordo con la pleura mediastinica che appare trazionata. Formazione nodulare, vascolarizzata, in parte spiculata di circa 1.2 cm si apprezza al segmento apicale del lobo inferiore destro, in paravertebrale, con caratteri sospetti. Alcune formazioni linfonodali ovalari con diametro sino a 1.5 cm si apprezza in loggia di Barety e lungo i vasi epiaortici. Ispessite le pareti delle strutture bronchiali a destra”. Alla visita pneumologia gli è stato comunque detto che la situazione era in miglioramento ed il versamento si stava, seppur lentamente, riassorbendo; si sono comunque riservati alcuni giorni per un consulto collegiale, in modo da stabilire la futura terapia. Gli è infine stato detto di eseguire una PET, senza particolare urgenza.
Chiedo quindi se effettivamente la PET possa in questo caso servire per stabilire l’andamento del riassorbimento e quindi per valutare la terapia da seguire, o se ci possa essere dell’altro (sospettano qualcosa di più serio?). È possibile che nei raggi al torace e in tutti gli esami che in questi mesi ha effettuato non sia mai stato evidenziato questo problema? Possono essere tutte conseguenze della BPCO e della polmonite avuta in agosto? Sono un po’ preoccupata anche perché non so come interpretare i vari referti ed esami.
Ringrazio sin da ora per il tempo dedicato alla mia problematica.
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Direi che suo padre è stato "fortunato " ad avere una patologia flogistica e del tutto controllabile come una broncopilmonite che ha permesso di evidenziare quel nodulo paravertebrale e difficile da evidenziare per le esigue attuali dimensioni. L'esame dirimente sarà senz'altro la PET da eseguire appena si riduce la flogosi relativa alla polmonite. Un chirurgo toracico, nella peggiore delle ipotesi, potrà risolvete facilmente la situazione. CORDIALMENTE e... UN INBOCCAALLUPO!!!
Dr. Vito Di Cosmo ANDRIA
PNEUMOLOGIA TERRITORIALE Barletta-Andria-Trani
Già Pneumologia e Broncologia Ospedale CSS di S G Rotondo
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.8k visite dal 13/01/2018.
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