Chi lascia può davvero tornare? Me lo meritavo?

Premessa: sono una ragazza di 28 anni con paure abbandoniche e lui un ragazzo di 31 anni con forti stati di ansia, relativi più che altro al lavoro ma anche a delle lievi paranoie, magari su accuse infondate ecc.
(assume trilafon, non ha deliri ma solo si sente sempre accusato di tutto).

A seguito di un brutto litigio dovuto ai miei problemi di fiducia/paura dell’abbandono (lui non aveva fatto niente di che), dopo circa un anno di relazione decide di lasciarmi improvvisamente.

Per lui, questo mio aspetto è sempre stato un problema, poiché aveva avuto una ragazza morbosa ossessiva (però lei era davvero ossessiva, nel mio caso, avendo fatto anche tanta terapia, sono solo momenti di perdita di lucidità dovuti alla paura dell’abbandono): NEL COMPLESSO PER IL RESTO ANDAVAMO D’ACCORDO, fino a due settimane prima eravamo in un’altra regione dai dai miei e stavamo progettando di tornarci ad aprile, si dichiarava innamorato e felicissimo di aver finalmente trovato la donna giusta!
Tuttavia, questo mio Trigger dell’abbandono va a collidere col suo trigger della donna possessiva; MA, per quanto il litigio possa essere stato brusco, nessuno si aspettava che mi lasciasse.
Dopo il litigio ci siamo presi alcuni giorni e il 6 dicembre mi ha dato la notizia, dicendo di averlo fatto RAZIONALMENTE e con lucidità.
Alla mia richiesta di aggiustare le cose, non ne ha voluto sapere..
NON c’erano avvisaglie, si dimostrava innamoratissimo: anche chi ci vedeva da fuori lo diceva, non mi faceva mancare nulla.
Avevo conosciuto i suoi, con cui avevo un ottimo rapporto.
Avevamo programmato di andare a vivere insieme e questo FINO ALLA SETTIMANA PRIMA!
Escludo che ci sia un’altra, lui vive con i suoi dopo aver vissuto fuori per diversi anni.
Lui ha paura che io poi diventi possessiva e chieda sempre di più, insomma ha paura di finire nello stesso vortice della ex Nonostante lui, comunque, ammette che io sia diversa da lei, perché lei NON si rendeva conto del problema, mentre io mi sono dimostrata aperta anche a fare un percorso, anche se non ho da subito capito QUANTO per lui fosse urgente questa cosa.

Davvero non avevo capito che gli pesasse così tanto.
Ho avuto un vero attacco di panico, solo perché era a un convegno e l’ho anche trattato male, me ne pento e me ne vergogno.

Ma nessuno si aspettava che arrivasse a lasciarmi: lui ha detto che, se prima di ogni litigio non vedeva l’ora di vedermi per chiarire, ora questa voglia non la sente più. Da quel giorno è sparito, io ho cercato pure di sparire, ho solo chiesto qualche giorno dopo come stesse, ma mi ha risposto freddo e imperturbabile, e questo suo atteggiamento ha spaventato a morte me, ma anche i miei genitori che non si spiegano come una persona così affettuosa e apparentemente innamorata possa essere così drastica senza avere momenti di ripensamento.
Io mi sento cancellata dalla faccia della terra e non riesco a darmi spiegazioni.
Ho solo bisogno di capire
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Come si senta Lei è perfettamente comprensibile.
Perché si fa fatica ad accettare il comportamento altrui, nonostante abbia delle motivazioni espresse. Se conta di trarne una visione coerente, compiuta e che le dia serenità, non penso. Di solito si passa sopra la questione col tempo e con altre esperienze che subentrano.
Anche perché è inutile ragionare su questioni che uno si racconta come ha creduto di sapere, come gli è stato detto, e questo non significa molto in realtà.
In più: lui avrebbe potuto non essere imperturbabile, o dare segni di ripensamento, ma questo che avrebbe valso se poi fosse rimasto dello stesso avviso ? Sapere che anche lui ne soffre avrebbe lenito il dolore ? Può darsi, ma anche alimentato speranze che poi le avrebbero causato magari ulteriori mortificazioni.

Ciò che deve fare se mai è curare se stessa. Se vede sintomi di malessere, farsi consigliare in merito, per evitare di far durare di più far essere peggiore la fase di distacco. E anche per assumere, magari, una posizione di distacco che le consenta di considerare meglio il da farsi. L'autocritica va bene ma non è detto sia questo il momento migliore, proprio quando sta soffrendo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Grazie per la risposta.
Se lui non fosse stato imperturbabile, quantomeno non avrei avuto la sensazione di essere cancellata dall’oggi al domani, come se non valessi nulla per lui, e sarebbe stata una magra consolazione.
Per il resto, la cosa che non mi spiego è il fatto che la chiusura non mi sembra sensata, alla luce di come eravamo (ANCHE A DETTA SUA!) affiatati, fino a una settimana prima.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Come dice Lei, la consolazione sarebbe stata magra. Ma da questo è bene che tragga qualche spunto per lavorare sulla sua autostima, non per spiegare comportamenti altrui, poiché tanto i comportamenti che non ci piacciono tendiamo a non "giustificarli", mentre quelli che in fondo ci stanno bene, anche se confusi e incoerenti, li diamo per buoni.

Dr.Matteo Pacini
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