Pensieri di inguaribilità
Ho un terribile pensiero che mi fa andare in ansia: non riuscire a non guarire dalla depressione.
In particolare, ho paura di essermi "giocato" qualche farmaco.
Ad esempio, ho assunto per soli tre giorni l'imipramina 25mg e ora mi è stata riprescritta dopo un mese.
Visto che l'ho assunta in precedenza, ho compromesso la risposta futura alla terapia?
Inoltre, forse, si vuole optare per clomipramina in vena.
Io la feci a 75mg per bocca con scarsi risultati e collateralità (stipsi) e dovetti sospenderla.
Poi feci amitriptlina per qualche settimana e sospesa non ricordo per cosa.
Ora, se la facessi in vena (clomipramina), potrebbe funzionare oppure no?
Infine ho assunto litio per 5 mesi per poi sospenderlo per tre settimane e reintrodotto.
Mi sono "bruciato" il litio?
Tengo a precisare che ho avuto sempre scarsa risposta a questi farmaci che ho elencato
Brevi assunzioni di imipramina, clomipramina, amitriptilina, o sospensioni di litio non dovrebbero compromettere la risposta futura a questi farmaci.
La scarsa risposta precedente potrebbe dipendere da dosaggi, durata, o caratteristiche della sua depressione.
La clomipramina endovena può essere più efficace della forma orale in alcuni casi.
Tuttavia tutti i farmaci da lei menzionati non sono terapie di prima linea nel trattamento dei disturbi depressivi.
Il litio ha indicazione nella sintomatologia depressiva, ma in combinazione a farmaci che siano anche propriamente antidepressivi.
Il mio consiglio è pertanto affidarsi alle cure di uno specialista esperto in disturbi dell'umore per procedere ad una ottimizzazione della terapia farmacologica, sulla base della sua sintomatologia e profilo di sensibilità individuale.
Resto a disposizione per eventuali necessità, un caro saluto
dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
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Genericamente, indica depressione come diagnosi, ma non sembra che le terapie siano orientate verso la stessa.
Ha omesso di indicare la diagnosi di doc che indica nei consulti precedenti e l’utilizzo di altre terapie, specifiche per il disturbo di fondo.
A parte l’omissione, il tutto sembra correlato alla sua condizione di base per la quale fa comunque richieste piuttosto continuative, ed è evidente la perseverazione, ulteriore indice che il suo doc in questo momento non è in compenso.
È utile che si rapporti in modo chiaro con il suo specialista
Dr. F. S. Ruggiero
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In un consulto precedente l'ho detto di un doc o un doc-p.
Comunque il mio clinico, tende ad utilizzare stabilizzatori(in particolare il litio nella depressione endogena sia unipolare che bipolare, nel mio caso unipolare) perchè reputa curativo tale farmaco visto che agisce sulla depressione in acuto e per prevenire le ricadute. Dopodiché utilizza altri farmaci "intorno" al litio per alleviare i sintomi neurovegetativi più disturbanti. Per lui questa è una terapia per la depressione. Confesso che anche io sono un po' perplesso. Ripeto, non sono bipolare.
Stavo pensando di cambiare, per l'ennesima volta, clinico.
L'utilizzo di litio come stabilizzatore è una scelta non convenzionale per la depressione unipolare, bensì di prima scelta nel disturbo bipolare.
Il litio può essere efficace in fase acuta e per prevenire ricadute, ma non è "curativo" nel senso stretto del termine e richiede monitoraggio della funzionalità renale, tiroidea e cardiaca.
L’aggiunta di farmaci per sintomi neurovegetativi è una strategia valida, ma la perplessità sulla terapia è legittima, soprattutto senza una diagnosi di disturbo bipolare o senza associare il litio ad un efficace antidepressivo.
Le terapia da lei descritta sembra essere più indicata a gestire il DOC (gli antidepressivi triciclici da lei menzionati hanno indicazione nel DOC), ma il litio non ha indicazione nel trattamento del DOC.
Cambiare clinico è una decisione personale: un secondo parere può chiarire se alternative farmacologiche sono più indicate.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, rinnovo cari saluti restando a disposizione
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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