Interruzione ralzione terapeutica da parte del terapeuta

Buongiorno.Da due anni ero in cura da uno psichiatra -psicoterapeuta. Fin da subito è iniziata una relazione terapeutica molto speciale di forte empatia e di grande fiducia.Il rapporto è diventato quasi quotidiano,via mail,o sms.Più volte ci siamo comunicati l'affetto(amore a detta sua)reciproco.Se non ci si sentiva per qualche giorno spesso era lui il primo a cercarmi,per un certo periodo era entrato anche su face e ci si trovava anche in chat.Mi ha sempre dato la sua massima disponibilità,avvertendomi spesso dei programmi per il fine settimana di dove e quando potevo rintracciarlo e stessa cosa per le ferie.Due settimane fa dopo una seduta per me abbastanza deludente gli ho comunicato via mail,che percepivo uno stallo e avevo perso la direzione della terapia e gli chiedevo di essere sincero e dirmi se poteva ancora essermi di aiuto.Lui mi ha risposto con una mail molto formale che c'erano ancora cose da fare ma che voleva che io gli dicessi cosa mi aspettavo da lui e dalla terapia e che ne avremmo parlato.Sono partita per le ferie e gli ho mandato due mail generiche su come stava, e visto che non rispondeva gli ho chiesto se qualcosa non andava. La risposta ricevuta è stata che stava aspettando le mie risposte e io invece stavo facendo solo domande e che stava facendo un lavoro intenso e difficile.Percependo un forte cambiamento in lui ho chiamato un mio amico psichiatra (che è il "maestro" del mio) e gli ho chiesto nell'eventualità altri nominativi.Alla seduta programmata mi sono trovata di fronte un estraneo.Era arrabbiato e mi ha comunicato che per lui erano cambiate le condizioni,e non sapeva se sarebbe riuscito a proseguire la terapia in quanto non si fidava più di me. Mi ha detto che ci avrebbe pensato per una 15ina di giorni e che mi avrebbe chiamato e ne avremmo parlato.Sempre nella stessa seduta mi ha detto che io mi sono comportata dopo quella mail come se niente fosse successo e che le mie mail successive erano su un altro livello di comunicazione e che chiedevo a lui cose rispetto a una situazione alla quale stava lavorando intensamente proprio in quei giorni (da questo ho dedotto che stesse lavorando con il supervisore proprio su questa nostra situazione)Durante quella seduta ho pianto tutto il tempo, direi disperatamente, a fine seduta come sempre mi ha abbracciata forte forte io gli ho detto che avevo paura e lui mi ha detto che gli dispiaceva e mi ha salutata.Non ha aspettato i 15 giorni e mi ha comunicato dopo quattro giorni via mail che non era in grado di aiutarmi e mi ha dato i numero di una collega.Sono rimasta sconvolta,sono passata da una sua disponibilità assoluta a una indisponibilità assoluta senza capire le ragioni e senza che mi venissero fornite.L'ho chiamato e mi ha detto che non sempre le cose finiscono bene, che le persone possono anche morire.Io gli ho detto che non avevo previsto che una relazione terapeutica potesse finire non bene, e lui mi ha detto di si.Chiedo e'così? grazie infinite. Ho bisogno di capire
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Parla di una relazione terapeutica o di una relazione affettiva?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Utente
Utente
Relazione terapeutica.
La sua domanda è provocatoriamente la risposta?
Chiedo scusa ma non capisco.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Lei descrive una relazione che non e' propriamente terapeutica, anzi non lo e' proprio:

sms, chiamate, messaggi d'amore e tutto il resto non fanno parte di alcuna relazione terapeutica di alcun tipo.

La cosa da capire e' se lei ha interpretato come speciali alcune comunicazioni che venivano date oppure il suo terapeuta ha chiaramente manifestato una attrazione verso di lei, ed ora la vuole troncare.
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dopo
Utente
Utente
I messaggi non erano d'amore.
Erano un contatto, sapere come stavo,racconti di cose avvenute tra una seduta e l'altra,e divagazioni letterarie. L'attrazione, se così si puo chiamare, l'ha manifestanda dicendomi molte volte che ero bella, e che per lui ero una persona molto affacinante.
Ma al di là di quello che io posso o non posso avere capito, quello che chiedo è "lecito" troncare così bruscamente una relazione terapeutica? perchè per me quello era. Per lui non lo so.
Ora mi trovo senza un punto di riferimento importante e non so darmi nemmeno una spiegazione logica a quanto successo.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Forse c'e' un po' di confusione sul valore che e' stato attribuito alla relazione.

A me non pare una relazione terapeutica.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio anche se non ha risposto risposto alla domanda.
Ma deduco che lei pensi che per me non fosse un contesto terapeutico nonostante le abbia detto che per me lo era. Grazie per il tempo che mi ha dedicato.
L.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Coondivido l'opinione del Dott. Ruggiero nel ritenere che quella che lei descrive non fosse una relazione terapeutica.Non essendo una relazione terapeutica non ne condivide le regole e i principi, per cui non è possibile fare valutazioni sul modo in cui è stata troncata.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#8]
dopo
Utente
Utente
Si ma per me lo era, e perchè io paziente devo pagare le conseguenze di questa cosa? il terapeuta (in generale e in particolare ) non può dare una spiegazione vera, anche fosse quella del suo amore verso la sua paziente? perchè io ora mi sento di avere bisogno di un terpeuta per capire il perchè il mio mi ha trattata così?ha senso ?Ho paura che questa conclusione - non cocnclusione brutale annulli tutto e mi faccia regedire a prima della terapia.
E cosa non la rendeva una relazione terapeutica? i contatti solo scritti extra terapia senza nessun contenuto sconveniente o amoroso? io mi sentivo dentro la terapia e non fuori dalla terpia ! nessuno mi aveva detto che quella non era una relazione terapeutica.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In tutta la sua descrizione non fa menzione del perché sia in cura, e con quale tecnica.
Inoltre lei dice "Più volte ci siamo comunicati l'affetto(amore a detta sua)", poi afferma in risposta al collega che "I messaggi non erano d'amore.".
E' sicura che il significato attribuito a queste comunicazioni fosse reciproco ?
Inoltre i risultati di questa terapia per quale motivo dovrebbero regredire, non risiedendo nel rapporto con il terapeuta che descrive ma si spera in un lavoro di qualche tipo su un qualche disturbo ? Sembra che lei identifichi il rapporto personale con il terapeuta con la terapia, il che è paradossale poiché le terapie funzionano indipendentemente da qualsiasi rapporto personale, che non sia di stima e fiducia.

Adesso cerchi se può di precisare i punti importanti: quale era la sua diagnosi, quale la tecnica applicata dal terapeuta (cioè la sua qualifica), la frequenza delle sedute, l'eventuale impiego di altri strumenti (farmaci).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#10]
dopo
Utente
Utente
Mi sono rivolta al terapeuta per problemi depressivi e episodi di derealizzazio e depersonalizzazione. Ero in cura con fluoxeren 20 mg al di da qualche anno per periodi di 10 mesi poi sospensioni anche di un anno .Da inizio terapia farmaco sospeso e mai più preso.Ho detto che lui mi ha sempre detto che mi voleva bene e che mi amava come paziente e io ho sempre detto a lui che gli volevo bene. Stop e questo avveniva nelle sedute e non nei contatti scritti, mail ecc. Questo è quello che lui ha detto di aver fatto con me:

In questo percorso terapeutico abbiamo analizzato la complessità della tua
realtà psicologica e relazionale, individuando di volta in volta condizioni
che hanno determinato lo sviluppo dei sintomi, la loro accentuazione e le
possibili trasformazioni che, messe in pratica, avrebbero modificato le tue
risposte emotive e cognitive. Questo è avvenuto in una relazione terapeutica ricca, positiva e propositiva, che si è mantenuta nel tempo e ha permesso di superare diversi ostacoli. I miglioramenti che hai ottenuto sul piano sintomatico, che tu stessa mi hai confermato, e i progressi sul piano
cognitivo rappresentano una buona prova della strada intrapresa. Ora siamo arrivati a un punto in cui il mio compito è terminato e altri
possono aiutarti a proseguire nella terapia, se deciderai così.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"problemi depressivi e episodi di derealizzazio e depersonalizzazione" non è una diagnosi.

La cura perché è stata sospesa ? Non funzionava ? E perché sospesa proprio mentre iniziava una psicoterapia ?

Il terapeuta l'ha congedata e questo si è capito, ma perché ? Il suo compito è terminato ma allora perché lei dovrebbe decidere di proseguire la terapia con un altro terapeuta ? E' migliorata rispetto ai sintomi e ha riferito al terapeuta di essere migliorata (questo si capisce nel discorso che lei riporta).

Non si capisce se la terapia è finita perché è finita, o se è interrotta con risultati buoni nel frattempo conseguiti. Le ha indicato a chi rivolgersi ?
[#12]
dopo
Utente
Utente
Sospesa perchè non necessaria. Psichiatra ha ritenuto che non fosse utile proseguire con un antidepressivo in quanto non riteneva soffrissi di depressione. Nessuna patologia diagnosticata. Terapia definita come sostegno esistenziale e accompagnamento alla crescita e al cambiamento.
Se sapessi il perchè di questa brusca interruzione non avrei chiesto parere.
nella mia prima mail è spiegata la dinamica dell'interruzione nemmeno presa in considerazione nemmeno da lui fino a qualche settimana fa.
Mi ha indicato il nome di una collega psicoterapeuta.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

la relazione terapeutica che ha descritto non corriponde propriamente ad un relazione terapeutica, come gia' le e' stato indicato.

Ora, cercare spiegazioni sulle motivazioni di un determinato comportamento non e' utile a lei ne' e' possibile a chi non conosce i dettagli di tutta la questione. Ne' tantomeno sarebbe possibile fare una valutazione specifica.

A questo punto decida se proseguire dalla collega indicata oppure, forse sarebbe meglio, trovare qualche psicoterapeuta che non sia in contatto con il suo vecchio psicoterapeuta.

[#14]
dopo
Utente
Utente
La mia domanda in realtà, dottor Ruggiero, era quasi banale . Io ho chiesto se nell'ambito di una relazione terapeutica è prevista o contemplata una chiusura, non annunciata e non preparata con il paziente, da parte del terapeuta. Ho descritto chiaramente (per quanto possibile visto il mezzo e i limiti di ampiezza che impone) il contesto per avere più elementi.
Lei dice che non era una relazione terapeutica. Allora, visto che per me lo era, deduco che non lo fosse per il mio terapeuta .


[#15]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
credo che lei abbia toccato il punto giusto. Per lei la relazione era terapeutica , per il suo terapeuta no. Pertanto non è possibile chiedere a noi quale sia stato il motivo della sua scelta o la sua opportunità, visto che tale relazione non rientra nell'ambito di quello che si intende per psicoterapia.
Cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Credo che sia evidente che alcuni atteggiamenti, comunicazioni, modi di porsi verso il/la paziente possano essere indicati come non appartenenti ad una relazione terapeutica.

Quindi, come ben dice la differenza di visione del tipo di relazione puo' essere il motivo della rottura ma le motivazioni intrinseche non possono essere chieste a noi, perche' sono specifiche del suo "terapeuta".
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"Nessuna patologia diagnosticata. Terapia definita come sostegno esistenziale e accompagnamento alla crescita e al cambiamento." Questo non direi che sia una terapia in senso medico. Qual'è la ragione per cui si rivolse ad uno psicoterapeuta ?
Lo psicoterapeuta quindi ha ritenuto non fosse più proficuo seguirla, ma vista la sua reazione di ora, possibile che non vi siate spiegati faccia a faccia o semplicemente c'è una spiegazione ovvia. Mi spiego: gli atteggiamenti di affetto/amore e i contatti quotidiani e multimediali erano approvati o semplicemente riceveva delle risposte e dei commenti benevoli ma alla fine sono stati questi il motivo dell'opportunità di non proseguire ?
[#18]
dopo
Utente
Utente
Ho già scritto i motivi per cui mi ero rivolta a psichiatra/psicoterapeuta. depressione - derealizzazione
Dott. Pacini le chiedo scusa ma non ho affatto capito la sua domanda.
Dott.Ruggiero e Dott. Martiadis, o non chiedo le motivazioni che mi sembra ovvio che non possiate darmi, chiedevo un parere. E cmq soprattutto sulla modalità di gestione.
Grazie ancora
[#19]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

la modalita' di gestione per la quale richiede un parere fa parte esclusivamente del suo racconto e non del collega che l'ha tenuta in cura.

Quindi, anche sulla base di cio' che le ha chiesto il collega Pacini, sarebbe opportuno sentire entrambi i pareri su cio' che lei racconta, in quanto altrimenti questa sarebbe solo la sede di critica al collega per la gestione del rapporto con lei.

Siccome, il suo racconto e' solo il suo e non quello del collega non credo sia opportuno esprimere pareri o giudizi su nessuno.
Mentre, le e' stato spiegato che cio' che per lei era un rapporto terapeutico non poteva esserlo da cio' che raccontava.

Considerando il limite di quanto lei ha espresso e quanto ci chiede di esprimere, le sono state date delle indicazioni in merito al trattamento attuale ed a quelli futuri, eventuali.

Di piu' non si puo' fare.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

la domanda era semplice. In che cosa consistevano le comunicazioni da parte del detto terapeuta nei suoi confronti ?
Lei dice "volte ci siamo comunicati l'affetto(amore a detta sua)reciproco." Ovvero quali erano queste comunicazioni da parte del terapeuta ?

Riguardo alla diagnosi: se lo psichiatra (che presumo sia un altro, non lo psicoterapeuta) ha detto che non ha niente, in che senso depressione e derealizzazione ? Chi avrebbe diagnosticato questi sintomi, e per giungere poi a che diagnosi d'insieme, visto che i problemi esistenziali etc non costituiscono una disturbo ?
[#21]
dopo
Utente
Utente
Le comunicazioni via mail erano aggiornamenti tra una seduta e l'altra, sapere come stavo, che facevo, che pensavo, che leggevo, se scrivevo e se lo facevo glielo mandavo. a volte era una semplice buona notte o un come stai.Reciproco
Lui mi ha sempre detto che per lui ero una paziente speciale e il nostro era un rapporto speciale. Verbalmente mi ha sempre detto che mi voleva bene e che mi amava come paziente, a volte mi diceva che ero bella e molto affascinante e che era bello per lui vedermi e ascoltarmi.
C'è sempre stato molto contatto fisico, nel senso di abbracci, baci sulle guance, e spesso mi teneva per mano tutta la seduta. per me era normale e anche ora lo ritengo normale, sia da parte sua che mia. Questa sua presenza e attenzione per me è stata terapeutica, assieme ovviamente al lungo e duro lavoro fatto. Quello che non ho trovato normale, come ormai mi sembra evidente visto che l'ho ripetuto in tutte le mail, è stata la modalità di chiusura del rapporto terapeutico.
Il terapeuta è psichiatra e neurologo.
La diagnosi di depressione mi è stata fatta da medico di famiglia. Derealizzazione era quello che sentivo io.
I problemi esistenziali costituiscono un disturbo se la persona non riesce a gestirli in modo corretto......e generano sofferenza, non crede? poi è chiaro che non sono disturbi psichiatrici. Ma io volevo un medico e non uno psicologo, da qui la scelta di uno psichiatra - psicoterapeuta.
L.

[#22]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Depressione diagnosticata dal medico di famiglia, e il trattamento per la depressione però non c'è stato ?
Derealizzazione non è quello che sente lei, è il nome di un tipo di sintomi, lei si esprimerebbe presumo con parole di altro tipo. Eviti quelle tecniche che invece spettano a chi fa diagnosi.
I problemi esistenziali no, non costituiscono un disturbo, possono costituire eccome una presentazione da parte della persona di un disturbo che poi sarà definito in altra maniera, di cui i problemi esistenziali sono la conseguenza magari, ma lei diceva che "esistenziale" è stata la definizione diagnostica.

Il terapeuta è psichiatra e quindi non ha confermato la diagnosi del medico di famiglia, non ravvisandone neanche una diversa.

"per me era normale e anche ora lo ritengo normale" tenrsi la mano durante tutta una seduta e ricevere (se era effettivamente questo quel che sta dicendo) messaggini della buonanotte dal terapeuta, richieste del tipo "come stai ?" "cosa leggi ?" etc. quotidianamente.

Mi scusi la domanda: in che senso poteva ritenere normale questo tipo di atteggiamento ? Normale rispetto a che cosa ?
[#23]
dopo
Utente
Utente
Dottore non ho una laurea in medicina, bensì in lettere. La derealizzazione è descritta in letteratura e non solo da sempre. Non è solo un termine medico. E credo che persone con un livello culturale medio, e che ogni tanto leggono non libri da classifiche, sanno cosa si intende per derealizzaizone.
Il trattamento per la depressione (prescritto da medico di famiglia) come le ho detto, anzi come ho scritto era fluoxeren 20 mg al giorno.
Era normale rispetto a una relazione tra due persone, seppur una medico e l'altra paziente , che si stimano e si vogliono bene.
Normale rispetto al contesto che avevamo condiviso.
Ma mi rendo conto che si sta riducendo, leggendo queste mail, tutto a una cosa abbastanza squallida. Ma non era squallido lui, ne sono fermamente convinta, e nemmeno io.
Ho sbagliato a chiedere un opinione in questa sede. Ringrazio tutti per il vostro tempo
[#24]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Depressione diagnosticata dal medico di famiglia, e il trattamento per la depressione però non c'è stato ?
Derealizzazione non è quello che sente lei, è il nome di un tipo di sintomi, lei si esprimerebbe presumo con parole di altro tipo. Eviti quelle tecniche che invece spettano a chi fa diagnosi.
I problemi esistenziali no, non costituiscono un disturbo, possono costituire eccome una presentazione da parte della persona di un disturbo che poi sarà definito in altra maniera, di cui i problemi esistenziali sono la conseguenza magari, ma lei diceva che "esistenziale" è stata la definizione diagnostica.

Il terapeuta è psichiatra e quindi non ha confermato la diagnosi del medico di famiglia, non ravvisandone neanche una diversa.

"per me era normale e anche ora lo ritengo normale" tenrsi la mano durante tutta una seduta e ricevere (se era effettivamente questo quel che sta dicendo) messaggini della buonanotte dal terapeuta, richieste del tipo "come stai ?" "cosa leggi ?" etc. quotidianamente.

Mi scusi la domanda: in che senso poteva ritenere normale questo tipo di atteggiamento ? Normale rispetto a che cosa ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"E credo che persone con un livello culturale medio, e che ogni tanto leggono non libri da classifiche, sanno cosa si intende per derealizzaizone."

No, assolutamente no. Non esiste un livello culturale alto per tutto, se si conoscono i termini tecnici perché si sa fare diagnosi è un conto, altrimenti rimangono parole con chissà quale significato.

Quindi aveva una terapia con fluoxeren 20 mg per una depressione diagnosticata dal medico di famiglia, ma chi ha decretato che dovesse terminare.

"Era normale rispetto a una relazione tra due persone, seppur una medico e l'altra paziente , che si stimano e si vogliono bene."

Cioè una relazione di stima e rispetto tra due persone prevede che ci si tenga la mano per minuti, ci si senta quotidianamente per scambiarsi notizie personali, e il fatto che fosse una persona appena conosciuta in veste di medico psicoterapeuta dal suo punto di vista non cambiava comunque il tipo di rapporto ?

Nessuno ha detto che sia squallido, soltanto c'è da capire perché esattamente lei ritenesse normale e rispetto a quali parametri, e ancora personalmente non mi è chiaro.
[#26]
dopo
Utente
Utente
Le parole hanno significati precisi ,infatti quelle usate da me non avevano un significato tale da portare alla sua conclusione, e le parole non vengono riempite di significati solo tecnici. Altra cosa è la formulazione di una diagnosi,concordo con lei.
Io le ho scritto, derealizzazione è quello che sentivo, non mi sono autodiagnosticata nessuna paotologia.
"E credo che persone con un livello culturale medio, e che ogni tanto leggono non libri da classifiche, sanno cosa si intende per derealizzaizone." Sanno cosa si intende per" non significa altro che questo, niente di più.
La terapia con fluoxeren come già scritto ha decretato che dovesse terminare lo psichiatra.
"una relazione di stima e rispetto tra due persone prevede che...." certo che non lo prevede in senso assoluto, ma è una cosa che può essere prevista e che può succedere, non è certo un sillogismo.
"il fatto che fosse una persona appena conosciuta in veste di medico psicoterapeuta dal suo punto di vista non cambiava comunque il tipo di rapporto ?" ovviamente non ci siamo tenuti per mano,nè la prima nè la seconda e forse e nemmeno la decima volta è una cosa che è successa, a cui io ho dato il solo significato che aveva per me, affetto per una persona con la quale ho condiviso i nodi critici della mia vita.
[#27]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"affetto per una persona con la quale ho condiviso i nodi critici della mia vita."

Gentile utente,

preciso che nessuno vuole giudicare le cose per dare un giudizio del tipo buono/cattivo o conveniente/sconveniente, più che altro preme darLe un parere tecnico.

In generale una psicoterapia mette il terapeuta in una posizione che non prevede i comuni comportamenti amicali o affettuosi che avrebbe appunto un amico, altrimenti quella che Lei chiama condivisione difficilmente potrebbe tradursi in una terapia, in cui la persona che si cura aumenta la consapevolezza delle proprie condizioni e impara a gestirsi meglio verso i propri scopi, e questo senza legarsi a livello personale ad un terapeuta, legandosi all'efficacia del metodo in primis, e magari con stima e simpatia per il terapeuta.

Quindi, se il rapporto prendeva una piega diciamo insolita, dal suo punto di vista la decisione di interrompere questo rapporto per proseguirlo con un altro terapeuta può essere la giusta decisione tecnica.
Rimane da capire, e questo mi è ancora poco chiaro, se la terapia è stata interrotta per questo o in quanto conclusa, come sembra dal suo racconto. Il suggerimento di rivolgersi ad un altro professionista non si capisce se sia una indicazione "nel caso che" avesse bisogno, o una indicazione per proseguire adesso, perché la terapia è incompiuta.


PS.
La parola derealizzazione effettivamente mai l'avevo sentita e mai più l'ho sentita se non in ambito psichiatrico, mentre è abbastanza "popolare" tra chi ha letto di psichiatria come autodiagnosi, così come panico o depressione, ma spesso sono utilizzate in maniera impropria.
[#28]
dopo
Utente
Utente
la terapia è stata interrotta perchè il terapeuta ha detto che per lui le condizioni erano cambiate lui ha detto dopo la mia mai (in cui gli comunicavo che percepivo uno stallo e non vedevo più la direzione della terapia) , o forse dopo che il mio amico psichiatra (amico vero con cui non ho mai fatto terapia) nonchè suo gli ha (ipotesi) detto della mia telefonata in cui gli chiedevo nominativi di altri psichiatri a cui rivolgermi. Ha detto che non si fidava più di me (dopo mail che se vuole le mando) che non mi relazionavo a lui come a una persona.
Quindi interrotta bruscamente, per mail, senza mai averne parlato prima. Quello di rivolgermi ad altro terapeuta non è nemmeno un consiglio che lui mi da nella mail, ma lascia a me la decisione se farlo o meno.
In una delle mail precedenti mandate in questa sede ho inoltrato il testo della mail di chiusura della relazione terapeutica da parte del mio terapeuta.

PS: per stare sul contemporaneo legga Maurakami, e forse troverà questo termine in ambito non clinico/tecnico.
E io non leggo di psichiatria e non mi faccio autodiagnosi e mi fido dei medici, laureati in medicina. E degli psichiatri e non degli psicologi, senza voler offendere nessuno sia inteso.
L.


[#29]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

capisco allora meglio lo svolgimento dei fatti. Meno il perché attribuire un valore ad una seduta piuttosto che nel suo complesso ai risultati di una cura, la seduta non è che debba essere "deludente" o appassionante, deve servire il metodo utilizzato, più che seduta per seduta nel suo complesso in un tempo ragionevole e programmato a grandi linee.

Sono poco definiti gli obiettivi della terapia in sé, come diagnosi medica.

Legga pure gli autori che crede, ma se usa termini semplici i medici capiscono meglio senza equivoci, anche perché purtroppo nella letteratura i termini hanno una loro vita propria, metareale. Questo non crea confusione al momento della diagnosi, ma così nel comunicare.
[#30]
dopo
Utente
Utente
grazie.
buone cose
[#31]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Io ho chiesto se nell'ambito di una relazione terapeutica è prevista o contemplata una chiusura, non annunciata e non preparata con il paziente, da parte del terapeuta.
>>>

Gentile utente, non esiste un protocollo unico o standard stabilito per deontologia. Ogni professionista spiega - o dovrebbe spiegare - all'inizio del percorso i termini del cosiddetto contratto terapeutico, che contempla dettagli come frequenza delle sedute, valore dei compensi e modalità di pagamento.

Inoltre, terapeuti di alcuni indirizzi possono definire insieme al paziente degli obiettivi terapeutici, che implicitamente definiscono anche il termine della terapia. Ovvero, raggiunto l'obiettivo prefissato, si presume che la terapia debba volgere al termine.

Il terapeuta ha sempre la possibilità di tirarsi indietro strada facendo, se si rende conto che non è più in grado di fornire aiuto, ma è evidente che a questo punto entrano in gioco variabili non tanto deontologiche quanto di delicatezza e cortesia: troncare all'improvviso un percorso fatto insieme - di qualunque tipo - è ovviamente più sgradevole che interromperlo in maniera concordata.

Ho l'impressione però che per lei, mi corregga se sbaglio, prima ancora della domanda sull'aspetto formale: "Può il terapeuta fare una cosa del genere?" fosse più importante l'aspetto sostanziale: "Perché lo ha fatto?"

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#32]
dopo
Utente
Utente
Grazie,
ha ragione rispetto all'aspetto sostanziale, ma ero interessata anche all'aspetto formale.
Ma a parte lei nessuno dei medici prima intervenuti mi ha letto con attenzione e mi ha presa sul serio. Ma ne prendo atto, ho sbagliato io, sede e mezzo sbagliato per chiedere queste cose.
Saluti a lei
[#33]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Nessun problema, è solo che da qui la risposta possibile è quella sull'aspetto formale. Per quella sostanziale sarebbe difficile senza fare ipotesi su ciò che aveva in mente il terapeuta.

Cordiali saluti
[#34]
dopo
Utente
Utente
Vero.Ma le ipotesi fatte mi sembra partano dal presupposto (peraltro comprensibile, parlando io di un collega ed essendo una paziente)che io abbia mentito o frainteso.
Peccato