Ansia e senso di irrealtà

Cari dottori, sono una ragazza di 25 anni. Soffro di ipocondria e, sporadicamente, attacchi di panico che mi si scatenano sempre e solo in concomitanza di pensieri che faccio e rimuginazioni sulla psicosi e i deliri. Mi sto curando da metà giugno 2010 con Cipralex al dosaggio di 15mg al giorno. Sto meglio devo dire, molto meglio. Le ossessioni sono praticamente sparite e il panico anche! Però mi capita di ripensare alla derealizzazione, a quel sintomo spaventoso che mi faceva sentire come se fossi in un sogno!! Mi sentivo davvero impaurita quando percepivo quel senso di irrealtà e ci sono stati periodi (da febbraio a giugno2010) in cui avevo paura di non saper distinguere tra sogno e realtà. Cioè., avevo paura di non sapere con certezza de fossi realmente sveglia!! Capite cosa intendo? Dentro di me sapevo che era cosi e facevo tutto normalmente ma a volte mi tornava la paura e pensavo che erano i primi sintomi di una psicosi o cose del genere...
ANche questo rientra in un disturbo d'ansia?
Lo psichiatra che mi ha in cura dice di si e di stare tranquilla..ma ancora mi rimane qualche dubbio...
Mi dimenticherò mai di tutta questa esperienza, se riuscirò a star bene o avrò sempre il ricordo della mia paura-ossessione sul senso di irrealtà?

Grazie dottori
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

una volta che il trattamento stabilizzera' i suoi sintomi potra' non avere sequele in merito ai ricordi spiacevoli della malattia.

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie dottor Ruggiero :)
In genere è vero che per un disturbo ossessivo/ipocondriaco (a proposito, non ho mai capito bene quale sia la differenza tra i due, se c'è!?) il farmaco impiega un tempo piu' lungo a fare il suo massimo effetto? Il mio psichiatra ha detto che ci vogliono circA 3 mesi da quando la dose è a pieno regime per vedere il massimo effetto terapeutico!

dovrei attendermi una scomparsa totale delle paure e dei pensieri ricorrenti o solo una loro gestibile attenuazione?

Grazie :)
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

dovrebbe considerare che in circa 8 settimane viene fatte una valutazione che consente di valutare una scomparsa dei sintomi pressocche' totale.

Consideri anche che il tempo e' indicativo, dipende dal dosaggio che si e' raggiunti ed in quanto tempo, quindi 3 mesi e' un tempo giusto per fare delle considerazioni in merito.

Tali valutazioni porteranno a pensare se mantenere il farmaco attuale o se cambiarlo e se associare trattamenti combinati per il suo problema, in condizioni di eleggiblita'.

Di solito vi e' una scomparsa ma anche solo l'attenuazione consente di criticare gli aspetti che prima erano disfunzionali e quindi di adottare dei comportamenti piu' consoni alle situazioni facendo in modo che vi sia una maggiore attitudine a non avere piu' tali comportamenti o paure o pensieri ricorrenti, nel complesso sintomi che possano in qualche modo limitarla nello svolgimento delle attivita' quotidiane.
Deve avere solo pazienza nell'attendere il funzionamento del trattamento, senza ansie.


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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Consideri anche che il tempo e' indicativo, dipende dal dosaggio che si e' raggiunti ed in quanto tempo, quindi 3 mesi e' un tempo giusto per fare delle considerazioni in merito. --> io infatti ho raggiunto la dose terapeutica in un paio di mesi, salendo di circa due gocce alla settimana..quindi lentamente.
Rivaluterò la situazione tra un altro mesetto.
Ora i pensieri ossessivi, se prima erano un 90%, sono un 15% diciamo. non mi limitano in niente, non mi tolgono tempo. E' + che altro il ricordo di averli avuti che mi "spaventa" in merito ad un possibile ritorno. E lei sa meglio di me che ripensarci equivale ad una possibile "ricaduta" nel senso che la mente a volte tende a fissarsi.
Quando mi succede, stoppo subito la rimuginazione e non mi pongo altre domande, xche ho notato che + mi domando cose e + sorgono altre domande!
Io sto facendo da 2 anni una psicoterapia psicodinamica, la iniziai per altri motivi (lutti in famiglia)..e la ricaduta coi pensieri ossessivi l'ho avuta solo in seguito. So che la TCC è la migliore per questo tipo di disturbo, da associare alla farmaco-terapia, xo' non mi sento di lasciare la mia terapeuta con la quale ho fatto, devo dire, davvero un gran bel percorso.
La domanda che volevo farle è: lei crede che sia possibile uscire totalmente dal problema con la giusta cura farmacologica, senza ricadute per il futuro?
GRAZIE per il servizio offerto. Volevo inoltre farle i complimenti per le risposte che dà agli utenti, mi piace il suo modo diretto di scrivere!
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
P.s. un'altra domanda: con gli SSRI l'eventuale aumento di peso è direttamente proporzionale alla quantità assunta o non è dose-dipendente?
Dopo quanto tempo puo' manifestarsi come effetto collaterale? Se in questi mesi non sono aumentata significa che potrebbe non prodursi in me questo effetto collaterale? Ho notato che ho piu' desiderio di mangiare carboidrati ma sto molto attenta all'alimentazione e non "cedo" :)

GRAZIE!!
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
l'aumento di peso in corso di terapia con SSRI è possibile ma non è una regola. La molecola dell'escitalopram (cipralex) non sembra essere particolarmente attiva in questo senso. L'aumento di desiderio per i cibi dolci (il cosiddetto craving per i carboidrati) è molto comune. La percentuale di aumento di peso comunque è estremamente variabile da una persona all'altra e dipende, molto probabilmente, d fattori genetici, metabolici, e comportamentali. Direi che dal punto di vista comportamentale è bene fare come lei ,cioè cercare di mantenere un regime alimentare equilibrato e aumentare la propria attività fisica.
Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie dottor Martiadis. Posso farle un'altra domanda? Sarei curiosa di capire come un attacco di panico con derealizzazione possa aver lasciato in me una paura cosi grande del senso di irrealtà, la paura di non riuscire a capire con estrema certezza se è sogno o realtà quello che vivo. Cioè so che è realtà!! Ma allora xche in certi giorni ogni tanto me lo chiedo? Quando non ci penso sto benissimo e vivo normale senza nessun altro sintomo. Quando mi torna in mente mi viene paura xche penso che se fosse tutto un sogno allora non avrebbe senso far le cose che sto facendo e poi ho paura che, se fosse un sogno, non starei vivendo la bella vita che faticosamente ho ricostruito negli ultimi 2 anni.
Lei come la spiega? Ossessione? Fobia?
Per il trattamento di questa ansia/paura è giusto Cipralex 15 gocce al giorno?
Ho paura che non riuscirò + a dimenticarmi di questa paura del senso di irrealtà e che ogni tanto tornerà sempre fuori. E pensare che le altre ossessioni che ho avuto in passato sulle malattie invece ora mi sembrano solo 1 ricordo lontano e sfumato e sento che nn mi appartengono +!
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
l'attacco di panico è una esperienza drammatica in cui la persona pensa di stare per morire, per impazzire, o comunque che non ha il controllo sulla realtà che la circonda. Questo tipo di esperienza lascia una profonda traccia mnemonica, non importa se il pericolo fosse reale o soltanto percepito come tale. Dunque la sua situazione è comune a tutte le persone che nella vita sperimentano uno o più attacchi di panico. Poi, probabilmente, la sua tendenza alla rimuginazione accentua ancora maggiormente questo aspetto. Il cipralex può essere usato a dosaggi che variano tra le 10 e le 20 gocce. Il suo specialista dovrà decidere a che dosaggio arrivare o se mantenersi sui 15 mg (15 gocce).
Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Cari dottori Martiadis e Ruggiero, grazie per le risposte e per la tempestività delle stesse.
Ho risentito il mio psichiatra, che mi ha detto di salire a 20 gocce (da 15 che assumevo) in una settimana. Mi ha detto che porteremo la cura a 20mg/die per 6-8 mesi e poi vedremo se mantenerla cosi o riportarla a 15mg per un tempo sufficiente al fine di limitare il + possibile le ricadute dopo una eventuale futura sospensione.
Il farmaco lo tollero, x ora, benissimo; non mi dà problemi a livello sessuale, nè da altri punti di vista.
I giorni "buoni" sono la maggioranza e anche in quelli meno buoni non finisco nel panico come mesi fa.
Il mio psichiatra dice che è segno che la cura sta funzionando e che il Cipralex ha anche una buona funzione anti-ossessiva, oltre che anti-ansia e quindi mi farà bene anche per l'ipocondria.
Sono contenta :) spero che duri...
Ho una curiosità: il farmaco, una volta eventualmente sospeso, come fa ad avere un'azione "duratura" a livello di chimica cerebrale?
E' di questo che si tratta giusto? Se l'apporto di serotonina aumenta durante l'assuzione, significa che se ne ha a disposizione una quantità maggiore. Io credevo che questo apporto fosse dose-dipendente ma evidentemente mi sbagliavo!?
Grazie a tutti e complimenti per questo sito!!!
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

le consiglio di non scomporre il disturbo in pezzi come se fosse un puzzle, le descrizioni sono un modo per identificare delle situazioni e comprendono diversi sintomi. I farmaci sono misurati sulle situazioni nel loro complesso. Anche la distinzione tra derealizzazione e ossessioni e ipocondria spesso è fittizia, chi si esamina e si controlla in continuazione nelle sue funzioni mentali come memoria, attenzione, presenza etc finisce per essere "derealizzato" in un senso che equivale alla diagnosi di partenza.

L'apporto di serotonina non è aumentato dal farmaco, i sintomi non si riducono perché "aumenta la serotonina", lasci perdere questo tipo di semplificazioni. L'effetto non è dose dipendente in una maniera percepibile nell'immediato.

La pregnosi del disturbo (cioè come si comporta senza cure) è il primo fattore per prevedere cosa farebbe se si sospendessero le cure.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#11]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Salve dottori Pacini, Ruggiero e Martiadis.
Sono a 20mg di Cipralex al giorno da circa 3 settimane. Per ora sto bene! Continuo la psicoterapia e la mia vita di sempre. I sintomi sono per lo più scomparsi, anche se capitano giorni in cui mi torna qualche pensiero relativo al periodo appena trascorso di ansia, ipocondria e senso di irrealtà con attacchi di panico.
E' stato davvero un periodo orribile, con la costante paura di pedere il controllo della mia mente e impazzire.

Volevo chiedervi un parere: ho superato il test per l'ammissione a psicologia, xche è sempre stato il mio sogno (da molto prima di iniziare ad avere attacchi di panico e ipocondria); sarebbe, x me, una seconda laurea, in quanto sono laureanda in sociologia della Salute.
Volevo sapere se, secondo voi, il fatto di essere in cura per un disturbo d'ansia potrebbe inficiare un mio eventuale studio. Se il fatto di studiare approfonditamente i disturbi mentali e quant'altro potrebbe mettermi in difficoltà e se potrei comunque, un domani, essere una brava psicologa.
Sarei molto interessata al campo della sessuologia clinica , ma prima comunque dovrei prendere la laurea in psicologia triennale e, poi, la magistrale in Psicologia clinica.
Mi potete dare un parere sincero? Ci tengo a sottolineare che non sono appassionata alla psicologia xche cerco delle risposte al mio problema: per quelle, mi affido allo psichiatra e alla mia psicoterapeuta!

Grazie. Buona giornata.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Ma da cosa nasce questa domanda ? Perché in particolare dovrebbe inficiare questo studio piuttosto che un altro ?
Direi di non porsi problemi che equivalgono a domande "a vuoto", ragionare su problemi ipotetici senza una base precisa finisce per creare dei falsi nuclei di dubbio e rimuginazione.
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