La sua mancanza ma poi riuscivo

Gentilei dottorei vi ringrazio anticipatamente per l'impegno e il tempo che prenderete per rispondere alle mie domande.
Ho 26 anni e l'anno scorso a ottobre è venuto a mancare mio padre in seguito a un mieloma che lo ha spento nel giro di 3 settimane.
La mia reazione è stata all'inizio si di grande dolore e sconforto ma poi ho fatto appello a tutte le mie forze mentali e fisiche x uscirne a volte arrivando a negare addirittura la morte sperando che fosse partito in qualche posto e sperando in un suo futuro rientro.
E in effetti io come tutti nella mia famiglia siamo riusciti a farci forza,sentivo si la sua mancanza ma poi riuscivo a trasformare il dolore in speranza,perche la vita deve andare avanti.
In più dopo due mesi ho conosciuto una ragazza che mi ha aiutato a sentire meno la mancanza;mi sentivo realizzato pensavo di aver cominciato a risalire lentamente la china...poi verso marzo sono cominciati i problemi che mi hano portato a scriverle.
La mia ragazza diceva che mi comportavo in modo distaccato,mi chiedeva spesso cosa provavo per lei ed è inutile dire che spesso finivamo a litigare e piangere per futili motivi.
Aggiunga il fatto che in quel periodo lavoravo 11 ore al giorno dormendo in media 5 ore e che a volte pensavo di essermi dimenticato di mio padre e il gioco e fatto,anzi sfatto.
Mi sono svegliato quel maledetto giorno di pascqua in preda a dolori di stomaco e con il pensiero fisso di dover lasciare la mia ragazza:"io non voglio"dicevo ma nella mia testa c'era sempre quella voce"lasciala".
Nei giorni successivi avevo cominciato a credere di aver sviluppato qualche malattia che sicuramente mi avrebbe portato via come aveva fatto con mio padre.
Per farla breve ho cominciato a sviluppare molte fobie di cui prima non soffrivo che mi fanno evitare tutte quelle situazioni che ritengo a rischio lucubrazione.
All'inizio ero molto spaventato,non capivo da dove venivano quei pensieri mostruosi e quella voce che si affacciavano nella mia mente.
Poi leggendo di questo D.O.C. (disturbo ossessivo compulsivo) e rispecchiandomi in questa patologia,ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra che rassicurandomi che da queste patologie se ne esce mi ha dato come cura: 30 mg mirtazapina 10 mg citalopram.
La mia domanda è questa:come mi aiutano queste medicine a smetterla di spaventarmi per cose che non voglio fare,e nemmeno pensare?
Non diventero per caso insensibile?Visto che di solito queste medicine hanno risvolti negativi sulla sfera sessuale riusciro a innamorarmi nuovamente di una ragazza durante la cura?
Come faccio a capire quando sarò guarito,infatti la sera penso di aver risolto i miei problemi,ma la mattina dopo e tutto o quasi come prima?Sentitamente la ringazio sperando in una risposta alle mie importanti domande.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

il trattamento farmacologico dovrebbe essere curativo per i suoi disturbi.
Tutte le sue legittime domande andrebbero poste al suo attuale curante.

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dottor Ruggiero la ringrazio x la sua risposta celere.
Fatto è che che alle volte anzi spesso mi viene difficile avere fiducia di me,a volte penso che mi sarei dovuto tirarmi solo con la mia forza di volontà.
Distinti saluti.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
in accordo con i precedenti colleghi, i trattamenti farmacologici sono necessari: valuti anche la possibilità di un sostegno psicologico che è in molti casi indicato e da associare alla terapia psicofarmacologcia.
Cordialmente.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottor Garbolino la ringrazio per le sue rassicurazioni,purtroppo il mio dottore curante è in ferie al contrario dei miei pensieri che svolgono un lavoro continuato 24 ore su 24..E vero che a volte sono proprio questi farmaci che prendo ad alimentare le mie paranoie?E se è probabile di quale beneficio sono per il paziente cioé Io?Distinti saluti.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
alla farmacoterapia andrebbe associata una psicoterapia, meglio se di tipo cognitivo-comportamentale, che la aiuti proprio a rispondere a tutte le domande che ci ha posto, e che le insegni una serie di strategie comportamentali utili a gestire questi pensieri disturbanti. Strategie che purtroppo nessun farmaco le potrà insegnare. Ciò non toglie che nel trattamento del DOC la farmacoterapia sia essenziale nella gestione della frequenza delle idee fisse e dei rituali, aiutando anche a ritrovare un umore accettabile.

Tutto questo dovrebbe aiutarla a fare un po' di "spazio" nella mente che oggi lavora 24 ore. Spazio che potrebbe servirle anche per innamorarsi di nuovo. Cosa che le auguro

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per il suo consulto.Ho notato che nei momenti di maggiore pressione psicologica ho dei movimenti involontari della testa quasi dei tic ma solo in quei momenti,inoltre ho diversi disturbi alle vie urinarie.E una cosa passeggera o vale la pena di indagare?Distinti saluti.