Ritornare in terapia o falso allarme?

ho 23 anni e ho sofferto di depressione (diagnosticata) e di un disturbo di personalità (non ho mai letto il referto del mio psichiatra quindi non so se si riferisse alla depressione o qualche altra cosa, avevo scatti di rabbia verso tutti aggredendoli fisicamente oltre ad atteggiamenti autolesionistici) fino ai 20. A 21 anni il medico presso cui ero in cura mi ha fermato la terapia dicendomi che ero guarito. Ho passato due anni tranquilli. Ora però sono ricominciate gli scatti di rabbia (stavolta solo verso mia madre )fino a 1 mesetto fà riuscivo a controllarli, nel senso anche se perdevo la testa mi fermavo prima di aggredirla ora invece non ci riesco + e ho preso a darle morsi, forti, che lasciano lividi. Sono ricominciati anche pensieri autolesionistici che per ora riesco ad accantonare e quindi ad evitare di ferirmi. In + si è fatta strada in me il dubbio che le emozioni che provo siano un po' troppo esagerate rispetto a quello che dovrebbe essere, anche se parlando con i miei coetani e familiari pare di no l'unica cosa che sovente mi dicono che come persona sono una persona "pesante".
Sono momentaneamente fermo (niente lavoro o studio) unica novità una relazione in campo affettivo che pare andare bene.
Mi chiedo dunque se è il caso che rivada dallo specialista o se si tratta solo di un periodo no, magari dovuto proprio a questa immobilità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Innanzitutto una considerazione fondamentale: indipendentemente dal fatto che la situazione di ora sia collegabile o meno a quella passata, mi sembra il caso di farsi vedere da uno psichiatra.

La generica diagnosi di depressione in presenza di comportamenti autolesionistici e aggressività agita (violenta) mi sembra poco chiara, quindi andrebbe rivista.

Infine, la diagnosi di "guarigione" non esiste se non in senso probabilistico e retrospettivamente nei casi di disturbo dell'umore. Trattandosi di disturbi tendenzialmente ricorrenti, seppure in maniera variabile, la risoluzione dell'episodio non equivale a dire che la malattia non ricorrerà, o non vi sarà un nuovo episodio.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
grazie infinite per la celere risposta mi ha tolto un enorme dubbio