Disturbo di conversione

Buon giorno a tutti volevo chiedere un parere se possibile su una situazione che affligge mia moglie da ormai 1 anno e mezzo.
Nel gennaio 2010 veniva ricoverata per la prima volta in un spdc di zona perchè si sentiva osservata dai colleghi di lavoro ed'era impaurita da questa situazione.
Al momento dell'ospedalizzazione avendo escluso cause organiche con una tac e esami del sangue veniva curata con antipsicotici cosi descritti alanzapina,risperidone,paliperidone fino a 12mg al die e 4 differenti diagnosi sindrome schzzoaffettiva, sindrome schizzofreniforme, nevrosi depressiva, schizzofrenia catatonica.e mia moglie bloccata completamente mutacica e con polmonite abinjestis.
Risolto il problema della polmonite e sospeso le terapie con antipsicotici provvedevo a far trasferire mia moglie presso un'altra struttura dove dalle cartelle cliniche e dalla storia si è definito che mia moglie ha avuto una sindrome neurolettica maligna e una polmonite abinjestis furtunatamente risoltasi, e una nuova diagnosi depressione maggiore dopo la nuova impostazione della terapia e la somministrazione di fluvoxamina e pindolo la situazione è migliorata in maniera esponenziale per quanto riguarda i movimenti infatti nel giro di 2 mesi si è rimessa in piedi e a cominciato ad'alimentarsi da sola.
Pultroppo sono rimasti dei deficit per quanto riguarda la memoria non ricorda più nulla dalla data in cui è stata ospedalizzata ad'oggi e non riesce a ricordare quello che ha fatto un momento prima.
Puntualmente lo psichiatra che la segue gli ha proposto un esame neuropsicologico dove non si evincono danni neurologici ma le problematiche della memoria si presuppone siano da attribuire allo stato depressivo.
Di nuovo lo specialista che la segue gli ha proposto un test di rorschach metodo di exner dove si evince che mia moglie a detta di questo psicologo che ha fatto il test starebbe soffrendo di un disturbo di conversione.
Arrivo al punto io mi sono documentato sul disturbo di conversione ma vedo che quasi sempre da dei disturbi sul movimento o sulla vista su qualche parte del corpo etc.
Invece mia moglie non riesce a parlare come se fosse mutacica risponde dopo varie insistenze con un si o con un no e a volte parla ma a fatica e semre riferendosi al passato come se volesse ripartire da dove si è fermata per la malattia ,a un nodo alla gola quasi sempre presente,una ansia molto forte che sembra panico non si riesce a trovare un farmaco che possa togliere questa senzazione debilitante che crea un disagio fortissimo a lei e a noi che la seguiamo.
Attualmente assume 300 mg di maveral
15 mg di felison per dormire al bisogno.
1,2 pastiglie di xanas 0'25 al bisogno durante la giornata ma senza benefici.
All'ultima visita psichiatrica fatta ieri la dott.che la segue a rilasciato uno scritto dove dice che lo stato depressivo è moderato ma persistono problemi e paure non meglio specificate paure per i propri famigliari.
cordialmente M.
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Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Gentile Utente il quadro clinico da Lei riportato appare piuttosto complesso. Ad ulteriore complicazione non riguarda Lei ma un'altra persona. In ogni caso un Disturbo da Conversione è semplificando l'utilizzo del corpo come mezzo di espressione di un disagio intrapsichico. corrisponde in parte a quella che Freud definiva Isteria. Come tale si può esprimere sotto forma sia di sintomi neurologici (in assenza di riscontri obiettivi) sia sotto forma di stili comunicativi e di comportamento teatralizzati e a volte anche seduttivi.
Diversa è la catatonia che si manifesta come assenza di reattività agli stimoli, in assenza di cause neurologiche certe. Che invece è più frequente nelle depressioni molto gravi e/o nelle psicosi.

Cordiali saluti

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Si il quadro è complicato la catatonia è stata esclusa perchè dopo la sospensione dei neurolettici è scomparsa e di conseguenza lo psichiatra che la segue è convinto che il suo stato rigido e bloccato fosse proprio da imputare agli effetti exstrapieramidali di tali farmaci o da accumulo di essi.(non sono presenti allucinazioni o stati di persecuzione)
Adesso come ripeto permangono queste situazioni,di grande stato ansioso e di paura la memoria è compromessa ma solo quella recente e direi non tutta alcune cose rimangono altre no come le novità se si acquista un oggetto nuovo anche dopo giorni o mesi non lo riconosce e dice di non possederlo come ad'esempio gli è stato regalato un gatto a settembre lei dice di non avere nessun gatto ma se gli si chiede come si chiama risponde il nome e la razza,abbiamo notato che al mattino appena svegliata e alla sera quando sta per addormentarsi si riesce a dialogare meglio con lei essendo assenti i sintomi di questa ansia paura molto forte,e del senso di restringimento alla gola.
Onestamente sono un pò disperato e non sò più cosa fare per alleviare questo stato di estremo disagio a lei e a noi io e mio figlio che la seguiamo costantemente tutti i giorni.

cordialmente M.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

I due approcci sono diversi, perché da una parte neurolettici e diagnosi di varie psicosi, dall'altra 300 mg di fluvoxamina che invece richiamano ad una diagnosi di una malattia o depressiva, o ossessiva, o entrambi i tipi di sintomi.
Il test di Rorschach non permette di trarre che pochissimi elementi diagnostici, peraltro evidenziabili anche con un esame diretto. Il resto sono interpretazioni e quindi prive di sussistenza.
La diagnosi di disturbo di conversione di basa su un esame clinico e altri accertamenti.
Il delirio di negazione e l'oppositività (cioè negare e opporsi per reazione, dimostrando però invece di sapere ciò che si nega) sono presenti in alcune forme depressive come la sindrome di Cotard, che comporta appunto anche catatonia.

La diagnosi al momento è definita oppure no ?
Le paure iniziali sui colleghi in cosa consistevano ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Buon giorno e grazie per la risposta tempestiva.
La diagnosi momentaneamente data dall'ospedale hsr e dall psicoterapeuta che la segue e lavora in collaborazione con lo psichiatra sarebbe di disturbo di conversione.
Io personalmente ho dei dubbi che questa sia la diagnosi giusta visto i precedenti.
Le paure iniziali erano di sentirsi osservata dai colleghi di lavoro (diceva che c'erano delle telecamere nelle fotocellule dell'antifurto in casa che la controllavano)e era disorientata con il tempo inteso come orario per il resto non aveva altri sintomi se non agitazione e paure.
Anche in ospedale questi sintomi erano presenti la prima settimana poi è subentrato il mutacismo e l'inaccessibilità al dialogo che con il tempo è diventata blocco completo.
cordialmente m.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Quel tipo di convinzioni iniziali richiamano ad una psicosi, ed infatti era l'approccio con cui è stata inizialmente trattata. Se si sviluppa un episodio depressivo i neurolettici da soli possono peggiorare lo stato depressivo anche risolvendo i sintomi "psicotici" (deliri e allucinazioni).
Nelle forme dominante da rallentamento psicomotorio, deliri di negazione, catatonia, oltre alle terapie farmacologiche è disponibile anche la terapia elettroconvulsivante.
Tutto però sta, prima di decidere la cura, nel definire la diagnosi, perché che adesso vi sia un disturbo di conversione è pur possibile, ma questa diagnosi non mi pare abbia attinenza con i fenomeni iniziali, per cui erano state formulate altre diagnosi di tutt'altro tipo.
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dopo
Utente
Utente
la ringrazio ancora per la sua risposta e concordo pienamente con quanto afferma! A questo punto non saprei se provare a cambiare nuovamente strada presso un altro medico psichiatra o continuare per questa strada in attesa di nuove soluzioni,visto che lo psichiatra attuale non vuole intraprendere perchè convinto che i farmaci servano a poco per lei.
cordialmente m.












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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"lo psichiatra attuale non vuole intraprendere perchè convinto che i farmaci servano a poco per lei."

"I farmaci" non è un concetto. Quali ? Quelli fino ad ora usati, comnuque.
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Utente
Utente
Non precisamente gli antipsicotici non li vuole neanche prendere in cosiderazione,per quanto riguarda gli antidepressivi la psichiatra si è fermata al maveral da luglio 2010 in precedenza era stata trattata con la venlafaxina allo stesso dosaggio associata con 5 mg di abiify con molta più confusione mentale tuttora prende 300 mg al die di venlafaxina come ripeto e qualche ipnoinducente al bisogno.
Non vuole cambiare ne integrare la terapia con nulla sostiene che il suo problema vada affrontato con lo psicoterapeuta non con i farmaci.
Sostendo che attualmente la depressione è lieve!
cordialmente M.
NB Capisco che fare diagnosi per chat sia una cosa impossibile,se disponibile dietro chiaramente compenso le potrei spedire le cartelle cliniche per capire meglio il trascorso di questa donna e avere un parere più chiaro.
Se fosse dell'idea le lascio il mio indirizzo mail dunbagi@libero.it