Zyprexa e forme miste di depressione

Gentile dottore, mia figlia di 38 anni dall'età di 23 è sofferente di ansia associata a depressione (ritiro sociale, insonnia, attacchi di panico con crisi di tachicardia e soffocamento). Dopo numerosi e falliti tentativi alla ricerca di una cura idonea ed il supporto di una psicoterapia la malattia si è cronicizzata e da 5 anni la ragazza assume l'antipsicotico Zyprexa 2,5mg al dì - prozac 1cp al dì - control 1mg al dì. I risultati sono stati molto positivi e mia figlia conduce una vita pressochè normale. Nonostante ciò lo psichiatra le ha fatto capire che questa cura dovrà protrarsi a lungo, forse per tutta la vita e la ragazza, memore delle sofferenze patite nel passato e per paura di una ricaduta non si preoccupa minimamente ed ha accettato di buon grado. Preciso che lo psichiatra non ha mai fatto una diagnosi ma ha sempre parlato di forma mista resistente ai comuni psicofarmaci. Secondo lei la sospensione potrebbe davvero provocare una ricaduta e quali problemi potrebbero recare questi farmaci se assunti a vita? Grazie di cuore per quanto vorrà dirmi. Una mamma
[#1]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
Onestamente non conoscendo la situazione clinica di Sua figlia non so quali siano state le motivazioni che hanno portato il medico curante alla scelta dello Zyprexa, quindi quali possano essere le conseguenze di una sospensione. Se però, come Lei dice, il medesimo si è orientato verso una prosecuzione a lungo termine (a vita) della terapia, debbo supporre che il collega tema che ad una sospensione del farmaco possa seguire un peggioramento del quadro clinico.
Per quanto riguarda le conseugenze di questi farmaci se assunti a vita, vale considerare quanto sopraddetto e quanto da Lei stessa riferito nel messaggio: in ogni terapia occorre fare una scelta ponderata tra possibili danni e benefici derivanti dalla scelta di cura. Nessun farmaco è privo di rischi, la cosa migliore che si possa fare è fare controlli regolari del metabolismo facilmente eseguibili tramite i normali prelievi del sangue, volti a valutare la normale funzionalità dei vari apparati (fegato, reni, ecc.). Indi segnalare tempestivamente al medico gli eventuali effetti collaterali che si dovessero presentare e che ritengo Lui medesimo abbia provveduto ad elencare in fase di prescrizione del farmaco.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli

Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, ringraziandola per la sua risposta volevo metterla a conoscenza dell'esordio depressivo di mia figlia omesso nel precedente messaggio. Premetto che i continui trasferimenti per motivi di lavoro di mio marito (dai tre ai tredici anni di età), non le hanno permesso di mettere radici. E' stata una bambina timida ed un'adolescente con "personalità poco organizzata" (parole dello psichiatra). A 21 anni, a seguito di disturbi come vampate, tachicardia ecc. è stato necessario un controllo cardiologico. Lo specialista ha effettuato visita ed ecocardiogramma diagnosticando un probabile prolasso della valvola mitrale che ha comunicato a noi genitori e alla ragazza senza specificare che si sarebbe comunque trattato di una patologia benigna (ricordo ancora con amarezza il parlottare tra sè e sè del cardiologo nell'espletamento dell'indagine, il suo volto preoccupato e l'espressione spaventata di mia figlia). La diagnosi di prolasso della valvola mitralica "senza insufficienza" è stato poi confermato da un ecodoppler. Da quel giorno mia figlia si è chiusa in se stessa in preda a mille paure ed ha somatizzato i suoi disturbi soprattutto a livello cardiaco cadendo in una depressione come già detto resistente ai comuni psicofarmaci. Non voglio dire che i problemi esposti nel mio precedente messaggio non si sarebbero comunque presentati ma la mancanza di tatto e sensibilità del cardiologo non l'hanno di certo aiutata. Ora le chiedo: E' vero che il prolasso mitralico si accompagna spesso a depressione e se sì perchè nè il cardiologo, nè lo psichiatra lo hanno mai preso in considerazione? Forse 20 anni fa ancora non si sapeva? Le chiedo inoltre se la cura di mia figlia (Zyprexa, Prozac, control) può far peggiorare il prolasso e alterare il quadro lipidico. Le analisi effettuate nel 2006 riportano: Colesterolo tot. 244 - HDL 65,0 - LDL 151- Trigliceridi 141 - Reni, Fegato ecc. tutto nella norma. Infine ogni quanto deve ripetere le analisi? Mi scuso per essermi così dilungata e la ringrazio ancora.
[#3]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30 24
Gentile Signora,

come le ha detto il collega è difficile darle una risposta senza conoscere le motivazioni del suo psichiatra e verso quale diagnosi si è orientato. Queste domande dovrebbe rivolgerle a lui anche se dubito che possa risponderle.
L'episodio che racconta può essere solo una coincidenza o un evento precipitante una condizione già predisposta e d'altronde lei parla di problemi già in adolescenza, quindi prima dell'episodio dei 21 anni.
Tra problemi cardiovascolari e affettivi (umore e ansia) vi sono delle relazioni, ma non sempre di causa-effetto, spesso hanno in comune il generico fattore stress, oggetto di studio con sempre nuove conoscenze. I farmaci che prende sua figlia hanno l'effetto anche di ridurre questo stress.
Per il resto, dei regolari controlli dallo psichiatra e gli altri di routine dovrebbero essere sufficienti.
Capisco le sue apprensioni di mamma ma credo che l'importante sia che sua figlia abbia raggiunto una stabilità che le permetta di vivere bene.
Cordiali saluti
ML

Massimo Lai, MD

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, grazie di cuore per la sollecita risposta e per la conferma di relazioni tra cuore e psiche. Certamente la salute di mia figlia occupa il primo posto ed è proprio per questo che ho chiesto se la cura in questione (Zyprexa, Prozac, Control) può portare ad un peggioramento del prolasso mitralico di cui è portatrice e se la stessa può a lungo andare provocare un ulteriore aumento del colesterolo (244) ma non ho avuto risposte al riguardo. Naturalmente, anche se così fosse la cura suddetta proseguirebbe come da prescrizione psichiatrica ma forse mia figlia farebbe più frequenti controlli cardiologici e porrebbe più attenzione al suo stile di vita al quale in questo ultimo periodo pare non dare importanza; infatti non si alimenta nella maniera giusta, non pratica sport e ha messo su qualche chilo, cosa che era già successa all'inizio con lo Zyprexa ma che poi era rientrata. I controlli psichiatrici hanno ormai una cadenza annuale
e di conseguenza i consigli che prima poteva avere dallo psichiatra sono venuti meno. Può darmi gentilmente delucidazioni su quanto richiesto? Ancora mille grazie
[#5]
Dr. Gabriele Tonelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Perfezionato in medicine non convenzionali, Neuropsichiatra infantile 327 11
In base ai dati al momento reperibili, una tale correlazione appare assai improbabile. Ciononostante è comunque utile monitorare la situazione con controlli regolari a scadenza stabilita dal cardiologo.

Cordiali saluti

Gabriele Tonelli
[#6]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
forse controlli annuali per una terpai psicofarmacologica sono un po'troppo radi. Comunque i dosaggi che assume sua figlia non sono particolarmente impegnativi e non dovrebbero portare gravi problemi nel medio termine (anni). Per il lungo termine (decenni) bisogna valutare il rapporto rischi/benefici e questo può farlo solo dal vivo uno specialista che conosca e segua costantemete l'evoluzione della situazione di sua figlia. I controlli ematici dovrebbero essere effettuati ogni 6 mesi e dovrebbe essere curata molto l'alimentazione elo stile di vita per ridurre al minimo i rischi di effetti metabolici (iperglicemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, obesità).
cordiali saluti
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, molte grazie per le vostre risposte. Farò senz'altro presente a mia figlia la necessità di controlli psichiatrici più ravvicinati e di un adeguato stile di vita. Riguardo al prolasso della mitrale di cui è affetta, volevo gentilmente chiedere, se possibile, il nominativo di un cardiologo esperto in malattie valvolari operante in Roma che la potesse seguire al meglio. Mille grazie anche per l'importante servizio che offrite. Cordiali saluti
[#8]
Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30 24
Gentile Signora,
vista la precisazione del collega Tonelli, per evitare fraintendimenti, desidero specificarle che le relazioni tra affezioni cardiache e psichiche cui facevo riferimento erano generiche e non riferite specificamente al prolasso della mitrale.
Infatti pur esistendo numerosi studi che indagano le relazioni tra prolasso della mitrale e altri disturbi psichici, soprattutto disturbi d’ansia, non esistono dati conclusivi.
La cosa migliore che può fare è consigliare a sua figlia controlli periodici dal cardiologo e dallo psichiatra.
Personalmente non ho nominativi di cardiologi cui indirizzarla.
Cordiali saluti
ML
[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottor Lai,
non ho mai pensato che il prolasso della mitrale sia stata la causa scatenante dei problemi psichiatrici di mia figlia e mi spiace avere dato questa impressione. Volevo solo capire se un portatore di tale vizio cardiaco fosse più suscettibile ad ammalarsi e, vista la difficoltà (anni) nel trovare per mia figlia la giusta cura, quanto il prolasso valvolare potesse incidere sulla complessità della malattia psichiatrica. Grazie della sua cortese disponibilità.
Insonnia

L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.

Leggi tutto