Sospensione litio

Assumo litio carbonato (2x300mg)da quasi dieci anni. Da qualche anno non sono più in cura da uno psichiatra, essendo morto l'ultimo a cui mi rivolgevo e non avendo più voglia e, ritengo, bisogno di fare psicoterapia. So che mi risponderà che non sono io che posso stabilire se ne ho bisogno o meno, ma il mio consulto riguarda un altro aspetto della cura: vorrei sapere se e quali problemi può dare la sospensione del litio. Da qualche giorno ne assumo 300mg la sera ed ho eliminato la dose della mattina, contemporaneamente assumo 1x75mg di Anafranil, 1x2mg di Rivotril la sera e 1x4mg di Effexor e 0,50mg di Xanax la mattina.
Devo eseguire la litiemia anche in fase di sospensione?
Grazie.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
una variazione di una terapia così complessa richiede una valutazione specialistica.
Intanto potrebbe aspettarsi una ricaduta psicopatologica (suppongo il suo sia un problema di depressione bipolare) ma potrebbe anche riscontrare alterazioni sintomatologiche che non necessariamente sono prevedibili in un contesto privo di monitoraggio.
L'unico consiglio che le devo dare è di rivogersi ad uno specialista per esporre la problematica che la induce a sospendere i farmaci e valutare in quella sede tempi, modi ed opportunità di variazioni terapeutiche.
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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dopo
Utente
Utente
La mia è una depressione unipolare. Devo correggere il nome dell'antidepressivo: si tratta di Edronax e non di Effexor (da me assunto in precedenza). La "problematica" che mi induce a sospendere i farmaci è che ho 44 anni e la prospettiva di essere farmaco-dipendente per il resto della vita non è allettante. Sono ormai 9 anni che non faccio che passare da una terapia all'altra e ho subito tre ricoveri (volontari), oltre ad essere seguita dal 1999 dal Servizio Igiene Mentale della mia zona. Per certi aspetti il mio carattere è molto cambiato e a volte sono estranea a me stessa; non che in piena fase depressiva stessi meglio, ma sentivo di avere un'identità, per quanto problematica e sofferente, che ora non ho più. Eppure soffro ancora. Allora "a che prò?" mi viene inevitabile chiedermi..
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Dr. Vito Fabio Paternò Psichiatra, Psicoterapeuta 586 22 3
Gentile utente,
se il suo Psichiatra purtroppo è venuto a mancare, si provi a fidare di un altro che la possa guidare nell'eventuale riduzione della terapia o nell'accettazione della stessa così com'è. Anche perchè se ad oggi le ha dato giovamento vuol dire che ne aveva e ne ha forse ancora bisogno.

Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò

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