Aritmie cardiache durante esercizio fisico ed insoliti fenomeni di eiaculazione precoce.

Salve,
Sono un ragazzo di 27 anni che ha sofferto in passato di attacchi di ansia con situazioni di crisi di panico più o meno forti. Da circa un anno ho interrotto la blanda cura farmacologica portata avanti per alcuni mesi, e, nonostante alcune situazioni di agitazione dovute ad eventi più o meno stressanti ( tendo a vivere molto male lo stress ) sono riuscito ad instaurare un dialogo maggiore col mio corpo, imparando a gestire meglio l'ansia, ed evitando che le crisi di panico accadute in passato si ripetessero.
Premetto che sono una persona sportiva che si allena circa 3-4 volte a settimana.Un paio di settimane fa, al termine di un intenso allenamento cardiovascolare, ho avvertito palpitazioni intense che si sono protratte per diverse ore. Ho misurato il battito a riposo nelle ore successive, e pur mantenendo valori abbastanza bassi ( 80 - 90 al massimo, seppure nella prima ora post allenamento continuava ad essere intorno ai 100-110 ), avvertivo una sensazione di disagio e spossatezza. Ciò che mi stava generando ansia erano appunto le palpitazioni che si sono protratte per un bel pò di tempo.Tutto ciò nel pomeriggio. Alla sera, quando sembrava tutto passato, ho avvertito un attimo di mancamento nel respiro, seguito da un aumento della pressione sanguigna che ho avvertito vicino all'orecchio, cosa che mi ha spaventato molto, poichè nonostante le sensazioni del mattino si fossero attenuate avevo ancora quel senso di "disagio" e "spossatezza".
Nonostante ciò nei giorni successivi ho fatto allenamenti abbastanza blandi. Stamane mi sono riallenato ed è bastato pochissimo ( un minimo sforzo ) per avere un'accellerazione nel battito che reputo impropria per l'entità "misera" dello sforzo fatto.
Proprio in questo periodo, in concomitanza, sto vivendo problemi molto accentuati di eiaculazione precoce che non mi era mai capitato di vivere prima d'ora.
Dacchè ritengo che le due cose siano collegate, ho chiesto consulto in questa sezione, credendo che piuttosto che un disturbo di natura fisiologica, sia un qualcosa di psicosomatico legato all'ansia o allo stress.
Potreste darmi qualche spunto in merito? Cosa ne pensate?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

i due elementi presi così sono tra loro associati in sindromi di tipo ansioso o come preludio a episodi depressivi. Al di là di questo andrebbero valutati gli aspetti mentali, fisiologici come tutto il resto, espressione dello stato di funzionamento del cervello che controlla per altri canali alcune funzioni corporee come quelle sessuali ad esempio. Una visita psichiatrica, focalizzata sulla valutazione dei sintomi psichici diretti, può chiarire le cose.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Il suo livelllo di ansia sta aumentando, si capisce dalla preoccupazione che ha per il suo battito cardiaco. Spiegandomi meglio, è preoccupato per la tachicardia che è normale dopo uno sforzo fisico (e dalle pulsazioni che riferisce è una persona ben allenata). Uno dei sintomi dell'ansia è però la tachicardia, quindi la sua tachicardia che si protrae è un sintomo d'ansia scatenata dall'interpretazione della tachicardia da sforzo come segno di malessere. Alla prima lettura le potrà sembrare un discorso complicato, ma sono sicuro che se ci rifletterà un po' lo comprenderà.
Il suo stato di tensione emotiva è anche aumentato dalle sue preoccupazioni per l'eiaculazione precoce. Solitamente l'ansia provoca problemi di erezione o di ritardo di eiaculazione, ma può anche avvenire il contrario. E' stato in grado di "instaurare un dialogo maggiore" col suo corpo. Riuscirà a farlo anche in questro caso. Se ha bisogno di aiuto può rivolgersi a psicoterapeuti esperti nel campo della sessuologia.

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
www.mens-sana.biz

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
Grazie innanzitutto per le risposte fornite.
Le crisi di panico avute in passato si sono risolte in due episodi che mi hanno "segnato", e che, alla luce dei fatti delle ultime settimane riportativi nel post di apertura, hanno dato inizio ad una catena di pensieri che ancora faccio fatica a sciogliere.
- Il primo, in concomitanza con un periodo di stress, è arrivata a seguito di una congestione digestiva in cui, avendo perso il "controllo", mi sono lasciato prendere dallo spavento per sintomi quali tachicardia, formicolio agli arti e difficoltà respiratorie pensando ad un eventuale e inarrestabile infarto folgorante.
Questo è il primo motivo per cui, ad oggi, credo, in maniera che non ancora riesco a controllare, associo a determinati sintomi, come appunto la tachicardia, sensazioni sgradevoli di disagio e apprensione. Paradossalmente prima di tale episodio, essendo una persona ben allenata, spingevo il mio corpo spesso a ritmi sostenuti a volte raggiungendo frequenze cardiache pari al 90% della mia FcMax senza apprensioni di sorta. Ora sento che, nel momento in cui la mia frequenza cardiaca incomincia a salire, si scatenano dei fenomeni incontrollabili che mi generano apprensione e ansia.
- Il secondo : una crisi di panico sopraggiunta a lavoro,a distanza di una settimana dalla precendete, e mal gestita, risultata in una chiamata al pronto soccorso, con tutte le conseguenze date più che altro da un disagio "sociale" nell'essermi sentito "impotente" davanti a questi avvenimenti e "imbarazzato" per il fatto che siano capitati a lavoro, che io non sia stato in grado di gestirli, e che abbia dovuto chiedere un'aspettativa lunga dal lavoro per cercare di riprendermi. Da lì la paura, ancora irrisolta, che una tale situazione possa ricapitare a lavoro, davanti a tutti ( faccio un lavoro al pubblico per cui sono a contatto con molte persone ), e che io sia di nuovo incapace di gestirla. Pensieri, in quel caso, come "fuga, riparo, isolamento" mi accompagnano costantemente.
Essendo una persona "introversa", che tende ad accumulare emozioni, trattenendole dentro di se per il timore di "non essere accettato", ho attribuito ai fenomeni di eiaculazione precoce una valutazione forse strampalata, e cioè il bisogno, da parte del mio corpo, di "liberarsi" delle emozioni forte trattenute. Forse sembrerà ridicolo, ma a volte ho quasi la sensazione che io abbia bisogno di riversare qualcosa all'esterno, emozioni, pensieri,che forse da troppo tengo dentro di me.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

L'eiaculazione precoce è un disturbo connesso al funzionamento dei circuiti nervosi che controllano la funzione genitale, per cui eviti interpretazioni "figurate". Il legame non ha un senso preciso, è un'alterazione associata a determinati stati, non che abbia un nesso logico con quegli stati.

Se questa è la situazione le consiglio di farsi indicare, sulla base della diagnosi meglio definita, una cura per il suo disturbo, che di solito influisce anche sugli aspetti associati tipo quello eiaculatorio (anche se preesistenti).
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