Sintomi strani

Gentilissimi,
dai miei post potrete facilmente dedurre che sono un ipocondriaco convinto e praticante, e che la mia attenzione ansiosa è rivolta prevalentemente al mio sistema cardiovascolare. Ho quindi eseguito diverse visite dai cardiologi (3 diversi), diversi approfondimenti diagnostici (ecocardio, holter, prove da sforzo) e 4 mesi fa un accesso al PS per dolori al petto in cui mi tennero per 20 ore (esecuzione di enzimi cardiaci, visite ed ECG numerosi) mi fecero prova da sforzo e mi dimisero con diagnosi di ansia/attacco di panico ma apparato cardiovascolare assolutamente sano (quindi i dolori non erano di origine cardiaca ma ansiosa).
A tutto ciò si aggiunge misurazioni quotidiane della pressione (che già mi è stato fatto notare essere pratica molto sbagliata) oltre che continua automisurazione dei battiti. Da tutte le visite non è mai emerso nulla di patologico (presenza di poche extrasistoli sopraventricolari) e la semplice raccomandazione di perdere peso e fare attività fisica in quanto avendo avuto mio papà deceduto per IMA a 46 anni e mia madre (in cura per ipertensione da quando ne aveva 50) presento comunque familiarità per eventi cardiovascolari.
Ovviamente tutto ciò mi ha rassicurato per i due mesi successivi dopo di che la mia attenzione maniacale si è rifocalizzata sul cuore. Quindi ogni dolore al petto/braccia mi fa trasalire, ogni extrasistole mi mette ansia, ogni giramento di testa mi fa pensare a pressione altissima o ictus, ogni stanchezza mi fa pensare al cuore che non funziona, ecc....

Per esempio oggi dopo pranzo ho fatto, per necessità, una camminata abbastanza spedita di 15-20 minuti sotto un bel sole (non lo faccio mai normalmente) e mi sentivo molto affaticato, con i battiti eccessivamente alti, dolorini al petto e alle braccia (ma questi non fanno testo perchè ce li ho spessissimo), un pò di capogiri....insomma uno schifo! E ovviamente mi sono allarmato pensando ad un infarto in atto!


Pian piano è passato ma ora mi chiedo:
erano tutte sbagliate le visite (ed esami) fatte e quindi io sono in effetti un cardiopatico?
Credete che mi debba far vedere di nuovo da un cardiologo (a distanza di neanche 4 mesi dall'ultimo) e fare di nuovo i soliti esami?
Oppure se è tutto frutto della mia testa?

Vi ringrazio davvero per l'attenzione che vorrete dedicarmi e perdonatemi.

Cordialissimi saluti.
[#1]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Non le manca il senso dell'humour e questo è bene :)

Vede, una visita cardiologica accurata e completata dagli opportuni esami (in particolare eco e test da sforzo raramente sono inattendibili) è improbabile che fallisca (non si tratta di diagnosticare una rarissima e complicata malattia endocrina o neurologica). A maggior ragione oserei dire che è virtualmente impossibile che sbaglino TRE specialisti ognuno dei quali mette in gioco la propria perizia ed esperienza ed è aiutato dagli esami eseguiti nonché dai risultati delle precedenti visite.
Stia tranquillo, gli ipocondriaci vivono molto spesso più a lungo e l'unica "patologia cardiologica" che probabilmente ha è il sovrappeso

Un caro saluto

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo,
innanzitutto grazie per la risposta esauriente e tranquillizzante.

Il fatto che abbiano spostato il consulto in psichiatria dovrebbe in effetti dirmi qualcosa....e, immagino, dovrebbe tranquillizzarmi così come le sue parole.
Da buon ipocondriaco mi tranquillizzano ancor più le sue virgolette attorno alle parole patologia cardiaca.
E sempre da buon ipocondriaco so che continuerò ad avere questa attenzione ossessiva a TUTTI i segnali che il mio corpo mi da, interpretando come minacciosi SEMPRE e comunque, e come segnali sicuri di una patologia nascosta mortale e che mi arrecherà sofferenze inaudite (probabilmente cardiaca).

Il fatto è che razionalmente ben so che dopo tutte le visite fatte (e ho citato solo quelle cardiologiche...ce ne sono altre....neurologiche, endocrinologiche, oculistiche....) si può concludere che io sia tutto sommato (ancora) sano ma io i sintomi.....li sento! e non riesco a farmeli scivolare addosso. Mi mandano nel panico, in tilt e mi impediscono di vivere appieno (per esempio lo sport che fino a 5-6 anni fa facevo con regolarità) la mia vita. La paura costante mi atterrisce, mi deprime e mi schiaccia. Io davvero non vorrei avere tutte ste paure ma, mi creda, sfuggono completamente al mio controllo.

Mi chiedo poi se questo continuo aver paura non possa mascherare in effetti dei "sintomi veri" e inibire quindi al capacità di riconoscerli, e soprattutto: quando veramente ci sarà una malattia sarò finalmente soddisfatto!?!?!?

E ancora: io credo (e qui lo chiedo anche a lei) che sia NORMALE che, nell'arco di una giornata, QUALSIASI persona sana possa avere dei piccoli malesseri passeggeri (un capogiro, una extrasistole, una fitta qui, un'altra fitta li, un lieve mal di testa): è possibile imparare a interpretarli finalmente come tali senza pensare sempre al peggio? C'è un modo? esistono strategie efficaci?

La ringrazio in anticipo per l'attenzione che pazientemente vorrà dedicarmi.

Cordiali saluti
[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dr Savino,
non mi risponde per evitare di alimentare la mia ipocondria :)?
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
No, non Le rispondo perché ero assai impegnato in altre cose, nonostante mi piaccia molto collaborare con Medicitalia e non la consideri assolutamente un'attività limitata a pochi momenti liberi.

L'ansia non maschera eventuali sintomi legati a patologie reali internistiche, anzi, li amplifica e li rende ancora più evidenti.

Per valutare correttamente i segnali del suo corpo è necessario che si curi bene perché in buona parte il meccanismo è "neurologico", il nostro sistema nervoso centrale ha dei "centri di allarme" che possono essere ipersensibili e dare peso eccessivo ed enorme risonanza a segnali che solitamente consideriamo appena. Esiste un sistema di smorzamento degli stimoli che vanno al cervello, pensi che fastidio se ora al computer io sentissi gli abiti strisciarmi sulla pelle, la poltrona che preme sui glutei, il cuore che pulsa, lo stomaco impegnato dalla cena, etc etc
Normalmente solo gli stimoli principali, più intensi e più importanti filtrano.
Nel suo caso filtrano più segnali ma, soprattutto, vista l'iperattività dei centri di allarme, determinano reazioni che amplificano i segnali stessi, ne provocano altri che, inoltre, vengono interpretati dalla corteccia cerebrale come segni di malattia grave.

Questo complesso sistema non si governa facilmente e anche una psicoterapia efficace ha bisogno che questo stato di allerta venga controllato per funzionare fin dalla fase acuta.
In altre paura lei è sanissimo ma condannato a soffrire continui allarmi per la sua salute.
Ripeto, è un disturbo che non la farà ammalare ma può creare un grande disagio quasi continuo, va curato bene.

Un caro saluto

[#5]
dopo
Utente
Utente
Mi scuso se le sono sembrato "invadente": chiaramente la mia voleva essere una battuta bonaria.

Grazie per le esaustive spiegazioni. Volevo però porle ancora un paio di domande:

Io credo che sia NORMALE che, nell'arco di una giornata, QUALSIASI persona sana possa avere dei piccoli malesseri passeggeri (un capogiro, un momento di stanchezza, una extrasistole, una fitta qui, un'altra fitta li, un lieve mal di testa).....che poi sono i piccoli malesseri che caratterizzano TUTTE le mie giornate. Ciò che rende tutto ciò così traumatico è che io ho una percezione amplificata di tali sintomi INNOCUI. Dico bene?
In altre parole, questa paura costante non produce sintomi laddove non ci sono ma semplicemente amplifica quelli già presenti, che però 99% delle volte non sono segno di una patologia bensì sintomi di malesseri comuni nella popolazione generale che in una persona normale non verrebbero avvertiti (perchè al disotto di una più alta - e più sana - soglia di allarme) oppure non riceverebbero (giustamente attenzione)...giusto?

Quindi per ridurre questa iperattività allarmistica, questo stato di allerta costante come dice lei (molto calzante questa definizione) lei ritiene che la sola psicoterapia possa non essere sufficiente?

La ringrazio ancora per la sua attenzione e per le risposte che vorrà (senza fretta....:D) ancora darmi.

Cari saluti
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Se la psicoterapia è mirata a gestire questa situazione può essere sufficiente, ritengo, in fase acuta, però - ripeto - si associano i farmaci per ottenere un risultato più rapido, anche dal punto di vista psicoterapico.
E' una scelta, se si vogliono evitare i farmaci occorre una psicoterapia adeguata, un/una psicoterapeuta abile e un paziente collaborativo e disposto ad attendere un po' più a lungo, probabilmente

Ma sono ipotesi, ogni caso è diverso, io le parlavo dell'approccio comunemente raccomandato attualmente, non posso - non conoscendola - dare un indicazione "personalizzata", ovviamente

Cordialmente
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Utente
Utente
Molto chiaro, ho capito. Vedró come affrontare questo problemi.

E riguardo la prima domanda? Cosa mi dice?

Grazie ancora.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75 10
Sì, si tratta di segnali innocui cui non dare peso
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore.
Se le fa piacere la aggiornerò sui miei (speriamo) progressi!

Un caro saluto.

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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