Schizofrenia-crisi

Buonasera
Sono un familiare di Marco.
Marco ha 40 anni e fin dall'adolescenza ha avuto problemi mentali
schizofrenia,ritardo mentale ( è stato anche in ospedale psichiatrico 2/3 volte durante questi anni )
Ogni mese va da uno psichiatra della asl - ma scrivo perchè negli ultimi anni ha delle crisi improvvise a cui il dottore non riesce a dare una spiegazione e noi che viviamo con lui, vediamo che ormai sono sempre più frequenti anche 1 al giorno per alcuni giorni.
la cura attuale è la seguente:
seroquel 300 mg una compressa 3 volte al gg
depakin chrono 500 mg 1 compressa alla sera
nozinan 100 mg 1 compressa la sera pria di dormire
entumin 100 mg in gocce 10/15 gocce x 3 volte al giorno

come vi dicevo da alcuni anni presenta delle crisi improvvise che possono durare diverse ore:
dolori/malanni generali - si vede le mani grosse, moscerini - fissazione su determinate cose ( televisione, programmi vari ) - urla etc..poi da un momento all'altro tutto finisce e ritorna "in lui "
per ovviare a queste crisi, il medico psichiatra ci ha dato delle gocce RIVOTRIL da utilizzare quando si presentano le crisi

vediamo però che negli ultimi tempi queste crisi stanno aumentando - durano di più - ci sono anche degli episodi ( leggerissimi ) di violenza con noi ma assolutamente niente di preoccupante.
Chiedo dunque a Voi se si può fare qualcosa per queste crisi, per cercare di calmarle con altri medicinali o prodotti naturali.. il Ns dottore non riesce a spiegarci il perchè di queste crisi ed ormai non fa più nulla.. ci dice di resistere ma è difficile con queste crisi molto frequenti

spero di essermi spiegato correttamente e spero che qualcuno di voi mi risponda

Vi ringrazio ed un saluto
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
quello che scrivo non è altro che un suggerimento allo psichiatra che segue il paziente (perché solo lui può prendere tali decisioni), ovviamente se lo psichiatra accetta i suggerimenti.

La terapia farmacologica attuale sarebbe da rivedere:

contiene più farmaci antipsicotici ma a prevalente effetto sedativo (Seroquel, Nozinan, Entumin), i quali una volta (all'inizio) forse potevano essere efficienti, ma col tempo succede che si sviluppa l'assuefazione (soprattutto con Nozinan, Entumin), e anche alcuni effetti paradossi (questi ultimi più con Entumin e Nozinan e di solito non con il Seroquel).

Inoltre, questi farmaci da me nominati, compreso il Seroquel, (quando funzionano) tendono a dare beneficio più come sedativi e meno come "incisivi" sui sintomi allucinatori e deliranti (hanno anche questi ultimi effetti, ma in misura minore rispetto alla propria azione sedativa e rispetto all'efficacia "incisiva" di alcuni altri farmaci).

Nella terapia attuale manca un farmaco che abbia un potenziale abbastanza "incisivo" sui sintomi allucinatori e deliranti (ad esempio della categoria dei butirrofenoni o la clozapina..), ed è da valutare l'introduzione di tale farmaco (con eventuale riduzione della dose di alcuni sedativi che assume). Può darsi che al paziente sono stati già prescritti in passato tali altri farmaci antipsicotici ma sospesi per qualche motivo ? oppure l'accento è stato posto più sul controllo del comportamento e dunque sono stati preferiti i più "sedativi" (e meno "incisivi").

Ovviamente questi altri farmaci dei quali parlo sono impegnativi dal punto di vista della valutazione delle controindicazioni e del monitoraggio degli effetti collaterali, ma anche i farmaci attuali che lui prende, direi, che non sono meno impegnativi.

Il Rivotril è sempre un farmaco ansiolitico-sedativo (che ha un meccanismo aggiuntivo, diverso rispetto ai farmaci che già prende, per cui potrebbe potenziare loro effetto, potrebbe essere utile, ma non dà le garanzie sufficienti, perché non ha una attività antipsicotica specifica).

A maggior ragione se si tratta di un ritardo mentale, è probabile che le crisi del paziente (anche con sintomi psicotici descritti) siano slatentizzate da una preoccupazione, un vissuto, un contesto, una situazione che, all'origine, ha a che fare con qualcosa di obbiettivo nel presente, e la modifica del contesto o un altro tipo di intervento non farmacologico potrebbe essere di beneficio, ma per questo ci vuole un buon psicologo (o psichiatra) e un rapporto terapeutico più "vicino" (non basta una volta al mese). D'altronde, anche il monitoraggio della terapia farmacologica in questo periodo richiederebbe le visite più frequenti.

A parte gli aspetti della comprensione delle cause dell'attuale scompenso e delle soluzione anche non farmacologiche,

la terapia farmacologica, secondo me, andrebbe comunque rivista.

Comunque, sia per quanto riguarda gli aspetti non farmacologici, sia quelli farmacologici, non è da scartare un ricovero.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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