Depressione, che fare?

Gentili Medici,
sono una ragazza di vent'anni e il problema che vado a sottoporvi grava terribilmente sulle mie (e solo sulle mie) spalle.
Si tratta di mia madre, e non saprei nemmeno da che parte cominciare.
E' una donna di sessant'anni, dalla morte del padre (circa 30 anni fa) ha iniziato a soffrire di una depressione mai curata (si è sempre rifiutata) con somatizzazione a livello intestinale (colite ulcerosa psicosomatica "curata" assumendo quantità industriali di lassativi tipo guttalax e pursennid quotidianamente) e anoressia mai confessata.
La relazione (durata circa 15 anni e terminata 8 anni fa con un divorzio terrificante)con mio padre, un alcolista terminale con psicosi e manie di persecuzione che spesso e volentieri la picchiava molto violentemente, certo non ha migliorato la sua depressione e la relativa somatizzazione, eppure lei ha continuato a "curare" solo i sintomi (dolori tipo crampi molto forti e stipsi) solo con lassativi e analgesici.
Intanto l'anoressia proseguiva senza che nessuno, nè lei nè il suo medico curante, facesse nulla per accertarne le cause o almeno riconoscere il problema.
Questo fino a poche settimane fa.
Nel frattempo, nel dicembre del 2006, le è stata diagnosticata una neoplasia maligna al collo dell'utero curata con cicli combinati di chemioterapia e radioterapia, dai recenti controlli specialistici risulta che abbia avuto una remissione completa del tumore.
Non è tutto, però.
La radioterapia ha esponenzialmente aggravato le condizioni del suo intestino e le ha creato delle fortissime nevralgie agli arti inferiori, e, anche in questo caso, nessuno ha fatto nulla.
Questo fino al culmine della sua (nostra, dato che sono figlia unica e sono la sola parente che ha) sfortuna: in febbraio ha avuto un grave incidente (è stata investita da un'auto pirata) che l'ha costretta in ospedale per ben quattro mesi (nonostante si fosse "solo" fratturata il piatto tibiale): da quel momento è crollato tutto.
I danni della radioterapia uniti al fumo e all'alcool consumato quotidianamente hanno prodotto notevoli peggioramenti (trombo alla vena femorale della gamba infortunata e in quel momento con dispositivo Ilizarov, continuo peggioramento delle condizioni intestinali, attacchi di panico, ansia, dimagrimento gravissimo...), costringendola a letto per mesi e mesi (tutt'ora è allettata e si muove solo con il deambulatore per recarsi in bagno, nonostante i fisiatri e i fisioterapisti che si occupano di lei dicano che a livello articolare sarebbe perfettamente in grado di camminare); la depressione, l'allettamento, i dolori cronici (trattati prima con dosi massicce di tachidol e ora con oramorph per via orale ogni 4 ore compresa la notte) hanno causato un ulteriore calo ponderale significativo e una grave atrofia muscolare (è alta 1.68 m e pesa solo 43 kg).
La sua depressione è molto grave: piange di continuo, non ha interesse in alcuna attività, non vuole uscire di casa, il suo aspetto è trascuratissimo (si fa il bagno solo una volta a settimana nonostante sia aiutata da una oss che sarebbe disponibile anche più spesso), passa le sue giornate a leggere ossessivamente gli stessi 5-6 libri (li avrà letti almeno 10 volte!) e a dormire, non legge il giornale, rimane in pigiama a letto tutto il giorno, mi dice che non vuole che l'abbandoni, che pensa che io la odi, che non vuole essere ricoverata e che ha paura di morire...
Per me sta diventando un inferno.
Da domani inizierà finalmente una terapia farmacologica per la depressione che consiste in una compressa di Entact al dì e xanax (dosi a partire da 10 gocce fino ad arrivare a 40 gocce per 3 volte al giorno).
Quello che vi chiedo è: la terapia farmacologica senza alcuna analisi di tipo psicanalitico, è sufficiente/indicata in un caso di questo tipo?
Gli psicofarmaci, associati alla morfina e allo stato di deperimento fisico totale in cui versa, possono avere interazioni o effetti collaterali gravi?
Come devo comportarmi in questa situazione, come mi devo rapportare a lei?

Grazie in anticipo per le Vostre risposte, e perdonatemi se mi sono dilungata troppo.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Gentile utente,

il trattamento prescritto presenta degli errori molto gravi.

Infatti, il dosaggio di Entact e' giusto ma necessita di essere titolato per un periodo di circa 7-10 giorni in associazione alle benzodiazepine (Xanax) che devono essere mantenute a dosi basse per poi essere eliminate.

In questa prescrizione invece viene fatto l'esatto contrario di cio' che si dovrebbe fare.

Posso chiederle chi ha fatto questa prescrizione?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottor Ruggiero, innanzitutto la ringrazio per la sua fulminea risposta.

Il trattamento le è stato prescritto dal suo medico curante che attualmente esercita come specialista nell'ambito dell'odontoiatria (!) ma che mi ha detto di aver dato la tesi in psichiatria e di avere alle spalle 10 anni di internato in questo campo.
Specifico inoltre che questo medico conosce la situazione di mia madre ma che l'ha in cura solo da un paio di settimane in quanto il medico curante che aveva prima l'ha ricusata poichè si era verificata un'incompatibilità di opinioni riguardo le terapie da seguire.

Approfitto per chiederle di nuovo se non sarebbe il caso di fare ANCHE un trattamento psicanalitico in combinazione con la terapia farmacologica (che, a quanto mi dice, è anche sbagliata), se questi farmaci in associazione all'assunzione di morfina, all'eccessiva magrezza e all'immobilità di mia madre possano fonte di ulteriori disturbi e, cosa che mi preme molto, che tipo di atteggiamento devo mantenere con una persona in un tale stato psicofisico.

Ancora grazie.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Gentile utente,

credo che lei non abbia le idee ben chiare in merito ai trattamenti psicoanalitici.

Mi dispiace, ma credo di poter affermare che il medico che ha prescritto i farmaci in questo modo non abbia molta dimestichezza nell'utlizzarli.

Avere dato la tesi in psichiatria, fare l'odontoiatra e fare un'altra professione che non e' quella di psichiatra non consente a nessuno di fare prescrizioni errate.

Il mio suggerimento e' quello di far visitare sua madre da uno psichiatra che potra' indicare i trattamenti piu' adeguati.

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