Risposta agli antidepressivi

Gentili medici,

Mi trovo a farvi una domanda riguardante l'uso e l'utilità degli antidepressivi. Nello specifico, è possibile che la risposta favorevole ad un determinato tipo di antidepressivo aiuti il curante a definire ed individuare il disturbo? Mi spiego. Qualora mi fosse fatta diagnosi di distimia, ho capito che generalmente, i farmaci più adoperati sono i dopaminergici wellbutrin,deniban,ecc..mentre ad esempio la clomipramina o la fluvoxamina hanno capacità antiossessive molto buone, aldilà del loro effetto antidepressivo. Ora, mi chiedevo se un determinato paziente a cui è diagnosticata "distimia" risponde bene a deniban,ad esempio, questo è un motivo in più per suffragare la diagnosi, oppure, nel caso contrario, il fatto che abbia risposto a deniban è ininfluente? Idem per la clomipramina. Se un curante sospetta una diagnosi di depressione ossessiva o di doc e il paziente risponde ad anafranil è possibile per il curante avere un elemento in più per confermare la diagnosi? Quindi, in concreto, le risposte agli antidepressivi indicano qualcosa in più sulla patologia sottostante? La mia domanda naturalmente non è una mera curiosità, ma si riferisce al fatto che ho preso anafranil per lunghi periodi, che ricordo, in tanti anni di terapia, essere stati i migliori, ma adesso mi trovo a combattere con una terapia che non mi fa star bene nel complesso..La diagnosi dello psichiatra che mi prescrisse anafranil fu naturalmente depressione ossessiva, secondo lui erano le ossessioni a "muovere" la depressione, d'altronde altri hanno pensato ad una distimia intesa come assetto depressivo ma la risposta ai dopaminergici è stata molto scarsa,da qui il senso della mia domanda. Attendo un vostro riscontro, grazie per la disponibilità, cordialmente.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Se la terapia attuale non compensa totalmente i sintomi vuol dire che non vi è indicazione e la diagnosi potrebbe essere lo stesso corretta ma in ogni caso la terapia va cambiata e rivalutata nel tempo.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Gentile dott.Ruggiero, intende dire che spesso, come volevo dire, il tipo di farmaco utilizzato può essere un buon predittore della diagnosi più in generale? Grazie per la disponibilità cordialmente.
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
Trenta anni fa circa quando frequentavo una clinica psichiatrica universitaria vi era un noto cattedradico che sperava che in futuro si potesse fare quello che lei ipotizza in abozzo. Tuttavia non arrivava a farne un "predittore " diagnostico. Ad ogni modo io non mi romperei la testa "ossessivamente" su queste considerazioni. Un principio generale nel trattamento dei pazienti depressi è di cercare di utilizzare l ' antidepressivo a cui ha risposto meglio. Quindi nella pratica mi associo al consiglio del collega precedente .
A scopo culturale aggiungerei che la caratterizzazione biologica del DOC iniziò proprio osservando la risposta di questo disturbo alla clomipramina.

Dr Giovanni Portuesi

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Utente
Utente
Gentile dott. Portuesi, la ringrazio per la risposta molto esaustiva e completa, cercherò di evitare elucubrazioni sulle cure eventualmente propostemi e tenendo comunque a mente quello che dice lei quando si riferisce al fatto che l'antidepressivo a cui si è risposto meglio in passato sarebbe quello da proporre, tengo a mente giusto per una curiosità personale. Se non le dispiace avrei un'ultima domanda tecnica e veloce. Mi e' stato prescritto ieri abilify 5mg, in casa ho solo il 10mg e' possibile spezzarlo o perde le sue proprietà? Ancora grazie per la disponibilità, cordialmente.