Disturbo della personalità, depressione, insicurezza, megalomania?

Buongiorno dottori, gradirei un vostro consulto.
Sono ventenne,vivo in casa dei miei e studio musica.Non comprendo la radice dei miei comportamenti,non trovo più un senso nelle relazioni e nel profondo non so acettarmi.Fino ad oggi, mi è sembrato di aver fatto molte delle mie cose solo in funzione di apparire.
Iniziai solo l'anno scorso con lo studio del canto perché i miei non mi appoggiarono in questa scelta.furono sempre violenti e severi,violenza e modi duri non riscontrati invece nel loro rapporto con mio fratello.
Tanta invidia. Da bambina amavo un sacco di cose che non sono mai piaciute ai miei coetanei(amavo collezionare minerali, biglie, badare agli animali, disegnare e costruire tante cose con la carta ed altri materiali)e quindi credo di essermi spesso adeguata agli altri, variando lati di me solo per non sentirmi esclusa.Passavo molto tempo a scrivere,fantasticare, anche inventare qualche storiella mai esistita di baci nascosti raccontati forse solo per avere qualcosa di cui parlare.
Osservavo le mie compagne delle medie sempre con un po' di spavento,a metà fra l'ammirazione e l'odio.
Mio padre,con cui attualmente non scambio che il saluto e soltanto se lo do io,mi aveva ancora una volta aggredita.Due anni fa andai a vivere dal mio ex fidanzato, storia macchiata dai miei problemi,della mia paranoia di non essere più voluta o del vederlo con altre ragazze.Nel frattempo coltivai altre amicizie,tutte molto precarie e ambigue.
Finì col lasciarmi perchè ero ossessiva, esageratamente gelosa, lo tradivo e mai soddisfatta
Mentre stavo con lui frequentai ragazze ed ebbi rapporti sessuali(lo sa) e mi sento in colpa per tutto ciò.
Fui sempre poco sicura del mio orientamento sessuale perchè cambiavo sempre idea.Ora mi sono arrestata all'idea di non volermene più occupare. Il mio ex e' musicista, ero invidiosa e molto gelosa, ricordo che preferivo restare con lui anche se non mi andava pur di non vederlo con un'altra, avrei probabilmente rinunciato alla mia e alla sua felicità.Entro spesso in paragone con gli altri, senso di competizione onnipresente.ogni volta che vedo persone meschine, perfide e pianificatrici ho paura di essere come loro.Voglio solo capire chi sono e cosa voglio.anche se sto facendo passi avanti,ho paura che i miei siano solo tentativi di illudermi,di concentrarmi su un personaggio che mi sono creata con i suoi sogni e i suoi problemi. Ho difficoltà di concentrazione,la mia inesistente memoria per le cose da ricordare, e la mia esagerata sensibilità ai suoni.
Ricordo perfettamente dettagli poco utili e dimentico tante delle cose che mi feriscono o per cui mi dispiaccio, anche momenti importanti, o numeri o cose da fare.Non ho senso dell'orientamento,i luoghi mi sembrano tutti nuovi anche dopo anni.
Non so parlare col rumore e se sento un suono devo capire che nota è ad ogni costo.
Detesto la televisione che non vedo e la radio, detesto la gente che parla a voce alta.
L'ansia di stare sbagliando tutto alle porte.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Lei è mai stata valutata da uno psichiatra ? Alcuni degli aspetti che riferisce potrebbero corrispondere a quelli che si definiscono sintomi "temporali", che si associano spesso ai disturbi più classici dell'umore conferendo una particolare tendenza a passare da uno stato all'altro con difficoltà a vivere in maniera unica, continua e tendenza a perdere una identità stabile.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore, la ringrazio tanto per la sua cortese risposta. Fui valutata due volte da due psichiatre in due istituti diversi ma dall'organizzazione clamorosamente demotivante. Ho lasciato entrambe le terapie perché, in quanto strutture pubbliche, non c'era una certa attenzione per la costanza e la frequenza d'incontri. La cosa mi portava parecchio disagio e ho lasciato perdere. Allora mi fu somministrato Abilify 5mg al giorno. Non ricordo bene cosa mi dissero, potrei anche dire di non ricordare affatto. Ho un vago ricordo dell'esito del test della personalità (che appunto in un certo senso convince la psichiatra a somministrare quel farmaco, forse), ricordo la parola "aggressività". Però c'è da dire che sono già passati due anni. Anche la seconda psichiatra mi volle fare assumere Abilify. Il fatto è che le sedute furono poche, non mi sentivo né bene né compresa. Ad ogni modo, avessi una situazione economica più permissiva mi farei seguire da qualcuno. In quelle strutture è proprio difficile non sentirsi senza speranze.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

Capisco, la diagnosi invece è importante, sia per capire quale siano i meccanismi centrali su cui si interviene, sia per avere una tempistica , dei sintomi di riferimento per seguire l'andamento.

Abilify può servire a diverse cose, per cui solo da quello non si evince bene cosa abbiano diagnosticato.