Ossessione università
Salve a tutti, non voglio ammorbare nessuno e quindi esporrò il mio problema molto in breve.
Sono uno studente di 22 anni iscritto al 3° anno di medicina.
Quando decisi di fare il test di medicina ero molto insicuro perché avevo anche altre aspirazioni, ma decisi di provare lo stesso ed entrai. A quel punto mi sono sentito in dovere di accettare il posto ma l'insicurezza della scelta col tempo non se n'è mai andata, anzi è peggiorata sempre più.
In pratica da ben 3 anni, la maggior parte della giornata è occupata da pensieri ossessivi: il pensiero ricorrente è quello che devo lasciare medicina finché sono in tempo e passare a Lettere (l'altra facoltà con cui ero indeciso, ma che reputo la mia passione), ma alla fine non trovo mai il coraggio e non lo faccio.
Ben consapevole di questa mia difficoltà, ho iniziato sin da subito un percorso psicoterapeutico: ho fatto 3 anni di psicoterapia, ogni anno 1 psicoterapeuta diverso, perché non vedevo nessun miglioramento e dopo 1 anno cambiavo.
Sto continuando il percorso col mio terzo psicoterapeuta che reputo molto bravo, ma il problema purtroppo sono io, secondo me la psicoterapia non va bene per me, ho una mente troppo caparbia e non riesco in nessun modo a cambiare idea quando mi metto in testa una cosa, crollasse pure il mondo.
Gli psicoterapeuti ci hanno provato in tutti i modi, ma la mia ossessione permane.
Mi sono fissato che questa facoltà mi rovinerà la vita e che farò un lavoro che non era quello che desideravo, ma nello stesso momento non ho la forza di lasciarla perché ho paura di fare una cosa di cui poi potrei in futuro pentirmi.
Così passo le mie giornate in preda alla disperazione, con la testa sui libri, ma con la mente altrove, mi sento sempre più depresso, ma comunque cerco di andare all'università, di uscire ecc ecc.
A questo punto non sono qui a chiedere consigli, ma a chiedere se secondo voi per questo tipo di disturbo può essere utile un approccio psichiatrico/farmacologico, visto che non sono soddisfatto dei risultati della psicoterapia.
A quanto ho capito il mio psicoterapeuta ritiene di no.
Sono uno studente di 22 anni iscritto al 3° anno di medicina.
Quando decisi di fare il test di medicina ero molto insicuro perché avevo anche altre aspirazioni, ma decisi di provare lo stesso ed entrai. A quel punto mi sono sentito in dovere di accettare il posto ma l'insicurezza della scelta col tempo non se n'è mai andata, anzi è peggiorata sempre più.
In pratica da ben 3 anni, la maggior parte della giornata è occupata da pensieri ossessivi: il pensiero ricorrente è quello che devo lasciare medicina finché sono in tempo e passare a Lettere (l'altra facoltà con cui ero indeciso, ma che reputo la mia passione), ma alla fine non trovo mai il coraggio e non lo faccio.
Ben consapevole di questa mia difficoltà, ho iniziato sin da subito un percorso psicoterapeutico: ho fatto 3 anni di psicoterapia, ogni anno 1 psicoterapeuta diverso, perché non vedevo nessun miglioramento e dopo 1 anno cambiavo.
Sto continuando il percorso col mio terzo psicoterapeuta che reputo molto bravo, ma il problema purtroppo sono io, secondo me la psicoterapia non va bene per me, ho una mente troppo caparbia e non riesco in nessun modo a cambiare idea quando mi metto in testa una cosa, crollasse pure il mondo.
Gli psicoterapeuti ci hanno provato in tutti i modi, ma la mia ossessione permane.
Mi sono fissato che questa facoltà mi rovinerà la vita e che farò un lavoro che non era quello che desideravo, ma nello stesso momento non ho la forza di lasciarla perché ho paura di fare una cosa di cui poi potrei in futuro pentirmi.
Così passo le mie giornate in preda alla disperazione, con la testa sui libri, ma con la mente altrove, mi sento sempre più depresso, ma comunque cerco di andare all'università, di uscire ecc ecc.
A questo punto non sono qui a chiedere consigli, ma a chiedere se secondo voi per questo tipo di disturbo può essere utile un approccio psichiatrico/farmacologico, visto che non sono soddisfatto dei risultati della psicoterapia.
A quanto ho capito il mio psicoterapeuta ritiene di no.
[#1]
Gentile utente,
Certo che può essere utile, strano non sia stato considerato in partenza.
Certo che può essere utile, strano non sia stato considerato in partenza.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Uno psicoterapeuta difficilmente sollecita a consultare uno psichiatra.
Il problema è che andavano valutate le condizioni di eleggibilità nonché se vi era evidenza di un peggioramento clinico doveva essere indirizzato da uno psichiatra.
Già il secondo psicoterapeuta, e sicuramente il terzo, dovevano avere contezza del fatto che lei aveva già seguito altri percorsi comm un risultato parziale o non soddisfacente.
C'è anche da considerare che in alcuni disturbi, tra cui il suo, la psicoterapia può essere iatrogena.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Il problema è che andavano valutate le condizioni di eleggibilità nonché se vi era evidenza di un peggioramento clinico doveva essere indirizzato da uno psichiatra.
Già il secondo psicoterapeuta, e sicuramente il terzo, dovevano avere contezza del fatto che lei aveva già seguito altri percorsi comm un risultato parziale o non soddisfacente.
C'è anche da considerare che in alcuni disturbi, tra cui il suo, la psicoterapia può essere iatrogena.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Utente
Questi commenti mi stanno facendo spaventare ancora di più! Mi sento uno stupido, ormai non so più di chi fidarmi e sento di aver buttato 3 anni di terapia. Io mi ero affidato ai miei psicoterapeuti... sto cercando con tutta la volontà del mondo di risolvere il mio problema.
Quindi ho fatto male a continuare la psicoterapia? è sicuro che dovrei rivolgermi a uno psichiatra?
Quindi ho fatto male a continuare la psicoterapia? è sicuro che dovrei rivolgermi a uno psichiatra?
[#5]
Gentile utente,
Il suo cervello fa pensieri di controllo, nei quali il passato non si cambia, e il futuro è tutto un dubbio che si vorrebbe vedere sciolto prima di andare avanti. Questo non è il punto di partenza per ragionare, questa è la situazione mentale del momento.
Una cura la può far cambiare, semplicemente eliminando questa tendenza a utilizzare le cose come metro per capire se c'è futuro o non c'è, se ha sbagliato o no. La soluzione non è in una risposta, è eventualmente in una cura.
Il suo cervello fa pensieri di controllo, nei quali il passato non si cambia, e il futuro è tutto un dubbio che si vorrebbe vedere sciolto prima di andare avanti. Questo non è il punto di partenza per ragionare, questa è la situazione mentale del momento.
Una cura la può far cambiare, semplicemente eliminando questa tendenza a utilizzare le cose come metro per capire se c'è futuro o non c'è, se ha sbagliato o no. La soluzione non è in una risposta, è eventualmente in una cura.
[#6]
Utente
Salve a tutti,
come mi avete suggerito sono andato da uno psichiatra, anche se continueró con la psicoterapia.
La cura prescritta è:
Anafranil 75mg 1 compressa la sera
Xanax 0,50mg 1 compressa la mattina
Non mi sento tanto convinto peró di iniziare ad assumere i farmaci. Inoltre credo di riuscire a controllare l'ansia anche da solo nonostante sia forte, quindi vorrei evitare lo xanax
come mi avete suggerito sono andato da uno psichiatra, anche se continueró con la psicoterapia.
La cura prescritta è:
Anafranil 75mg 1 compressa la sera
Xanax 0,50mg 1 compressa la mattina
Non mi sento tanto convinto peró di iniziare ad assumere i farmaci. Inoltre credo di riuscire a controllare l'ansia anche da solo nonostante sia forte, quindi vorrei evitare lo xanax
[#7]
Gentile utente,
Sul fatto di preferire di non usare l'ansiolitico, poteva dirlo direttamente al medico sul momento, non trattandosi di un faramaco di fondo forse le avrebbe detto che non serviva, o lo avrebbe lasciato come farmaco d'emergenza per i primi tempi.
Per il resto, il discorso del controllo dell'ansia non ha senso, è uno di quei ragionamenti che tiene dentro la malattia.
Sul fatto di preferire di non usare l'ansiolitico, poteva dirlo direttamente al medico sul momento, non trattandosi di un faramaco di fondo forse le avrebbe detto che non serviva, o lo avrebbe lasciato come farmaco d'emergenza per i primi tempi.
Per il resto, il discorso del controllo dell'ansia non ha senso, è uno di quei ragionamenti che tiene dentro la malattia.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 5.1k visite dal 10/11/2016.
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