Disturbo schizofrenico complicato da demenza .

Ho ricoverato mio padre l'ultima volta per approfondire gli esami di una schizofrenia paranoidea di cui ne e' affetto da oltre 40 anni. Il ricovero, quest'ultima volta e' stato nel reparto di neurologia in quanto precedenti terapie psichiatriche hanno notevolmente aggravato lo stato fisico e mentale. La diagnosi e' stata:" encefalopatia multinfartuale: Parkinsonismo iatrogeno: Disturbo schizofrenico complicato da demenza. Iperplasia tiroodea. Ipertigliceridemia". Sebbene consapevole della gravita' della malattia, non riesco ancora a comprendere le terapie che gli vengono assegnate, alcune troppo forti da non farlo matenere nemmeno in piedi, altre lievi, mai quella giusta!. Brevemente la sua storia: I suoi disturbi sono iniziati iin eta' giovanissima 23 anni (oggi ne ha 69) Sono stati anni difficili, perche' il disturbo schizofrenico e' stato uno dei piu' gravi, manifestava aggressivita' forte soprattuto nei confronti di mia madre. Ricoverato per 7 anni in una struttura psichiatrica, le sue cure sono state elettroshok e insulina che credo glia bbiano finito di devastare il cervello. Comunque, ce lo siamo riportati a casa con una terapia di melleril e disipal che ha assunto per 30 anni circa.Sino a quando e' caduto in una forma di depressione e ischemia. da allora ci siamo rivolti al CSM . Abbiamo cercato uno psichiatra che lo seguisse. Quest’ultimo gli ha cambiato la terapia con i nuovi psicofarmaci. Haldon 10 gocce 3 volte al di - Akineton 2 comp. al giorno. En - Dopo qualche tempo e' stato aggiunto il zyprexa una comp. dopo cena, piano terapeutico per qualche tempo. periodicamente venivano aggiunte o diminuite gocce di haldon e compresse. Ma Non ho visto miglioramenti.Con questi nuovi farmaci mio padre ha perso quasi tutti i denti, Spesso non riusciva nemmeno e connettere, non ce la faceva a spostare le gambe tanto i muscoli si erano irrigiditi. Per non parlare delle allucinazioni: L'ultima volta che l'ho ricoverato nel reparto psichiatrica gli hanno assegnato oltre all'haldon in gocce una puntura di haldon ogni 18 giorni perche' era restio a prendere medicinali. Ma questo ha aggravato ancora di piu' il suo stato. Era tanta la somministrazione che si era intossicato. E cosi' mi sono rivolta ad un neurologo dello
stesso ospedale il quale dopo accurati esami e' arrivato formulare la diagnosi che ho descritto sopra e che comunque in parte gia' conoscevo. Da circa un anno la terapia e':
5 gocce di haldon per 2 volte al giorno 1 compressa di depakin chrono da 300 x 3, mezza compressa di lorazepam 2.5 x 3, largactil mezza compr. la sera, cardiospirin 1 dopo pranzo. oltre a questo abbiamo fatto eseguite i seguenti esami: omocisteinemia, anticorpi anticardiolipina, lupus like anticoagulans, prove emocoagulative. e consulenza endocrina. Tutto ok. In questi ultimi tempi, mio padre si e' nuovamente aggravato. Ovvero sono aumentate le allucinazioni il morbo di parkinso e' aumentato infatti non riesce a tenere fermo nemeno per un istante il braccio destro, inoltre gli lacrimano continuamente gli occhi. alla terapia il medico curante ha reintrodotto in questi ultimi giorni mezza compressa di akineton per il tremore.
(Ho notato una volta, durante la somministrazione di flebo per una forte febbre che il tremore al braccio si era arrestato).
La mia riflessione, dopo tanti anni che lo seguo con pazienza che la malattia mentale e’ devastante distrugge l’essere umano e chi gli sta vicino. Gli psichiatrici, i neurologi fanno tutti delle prove, provano provano, intanto il tempo passa e alla originaria malattia del pensiero si aggiunge con i farmaci, quella neurologica.
Abbiamo ripreso in famiglia, mio padre prima che uscisse la legge Basaglia. Ci siamo assunto un grave compito che dura ormai da 40 anni senza l’ausilio di nessuna struttura sanitaria. E’ stato semplice, tutti i malati mentali a casa con le famiglie perche’ hanno bisogno del loro calore. So solo che di calore gliene abbiamo dato tanto, ma non solo, di assistenza a tempo pieno e di impegno. Gli abbiamo dedicato la nostra vita, Ma nessuna struttura ha aiutato noi. E Da quello che vedo nemmeno le terapie sono valse a qualcosa.

Mi sono rivolta ad un centro di salute mentale, negli ultimi anni ed i risultati sono stati quelli che ho descritto. Ho chiesto che inserissero mio padre in progetti di recupero sociale, ma mi e’ stato risposto che era’ troppo vecchio. A 60 anni si e’ vecchi!

Non e’ una polemica la mia, ma solamente vorrei che qualcuso mi spiegasse che cosa sta succedendo ancora nella mente di mio padre , per quel che ne e’ rimasto, e se esiste una cura semplice che possa fargli passare in serenita’ il resto del tempo che gli rimane da vivere, se vivere si puo’ chiamare in uno stato del genere. Ogni giorno mi sento dire che vuole essere aiutato a guarire, che devo trovargli una macchinetta da mettere in testa che possa guarirlo, (risultati dell’ ES)) una persona capace di stringergli il braccio tremante e guarire dal tremore. Qualcosa o qualcuno che possa farlo ritornare com’era a 20 anni e non si spiega dopo tutto questo tempo chi e perche’ lo ha ridotto in quelle condizioni.
Lui me lo chiede sempre, incessantemente, ogni giorno… ma adesso ho deciso che in prossimita’ di queste feste, di attrezzarmi per … “una magia”!!!
Auguri di Buon Natale
[#1]
Dr. Tommaso Vannucchi Farmacologo, Psichiatra, Tossicologo 7.6k 390 1
gentile utente,capisco la sua disperazione mi creda e le esprimo tuttala mia solidarietà!Quando patologie gravi si associano fra loro rendono molto difficile la gestione del paziente ed in particolare quella relativa alla terapia farmacologica;Le chiedo è stata tentata una terapia con "antipsicotici atipici"?

Tommaso Vannucchi

[#2]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
capisco (per quanto è possibile, non vivendo di persona la vostra situazione) la sua angoscia e il senso di impotenza che prova di fronte a una malattia grave e alle difficoltà che hanno e hanno avuto i medici a curare adeguatamente suo padre.
Intanto, se può essere utile, farei una distinzione fra la patologia psichiatrica cronica, che sicuramente ha prodotto negli anni un certo grado di deterioramento mentale, contrastato dal fatto che lo avete riaccolto in casa evitando i danni ulteriori di una lunga istituzionalizzazione. Il parkinsonismo iatrogeno è conseguenza dei farmaci neurolettici, e su questo è possibile agire, con la riduzione del dosaggio e l'assunzione di farmaci antiparkinsoniani; se però è presente anche discinesia tardiva il discorso è più complicato.
L'encefalopatia multinfartuale è dovuta all'aterosclerosi cerebrale ed è quindi un problema neurologico, indipendente dalla patologia schizofrenica, anche se alcune abitudini alimentari o di vita possono averla favorita: fumo, vita sedentaria, e così via.
Per quanto riguarda le allucinazioni, sarebbe importante, anche se è difficile, distinguere se sono dovute alla schizofrenia (e allora in genere sono uditive, le "voci") o invece alla patologia vascolare: più spesso visive, più frequenti verso sera, favorite dalla visione di ombre notturne che vengono interpretate come persecutorie e da un certo grado di confusione mentale. Non è una questione secondaria, perché la terapia cambia di conseguenza.
A tutto questo si aggiunge la lotta quotidiana contro il fatalismo di alcuni colleghi che si dedicano con passione ai giovani e alle patologie d'esordio e hanno poco interesse verso quelli che anni fa venivano burocraticamente definiti "residui manicomiali", e che invece sono persone, gravi, difficili da curare, da accompagnare verso un'esito inevitabilmente infausto, ma sui quali è ancora possibile agire per rimediare i danni peggiori e alleviarne le sofferenze, loro e della famiglia. E le assicuro che questi pazienti si accorgono se qualcuno sta lottando per loro, e ne sono grati.
Auguri

Franca Scapellato

[#3]
dopo
Utente
Utente
Innanzi tutto vi ringrazio per l'attenzione e rispondo sinteticamente ad entrambi:

Nel 2002 a segutito di uno stato depressivo gli e’ stata cambiata la terapia, abbandonati i vecchi farmaci sono stati somministrati i farmaci di nuova generazione:
Haldon gocce, En, Akineton inoltre risperidal ,(tolto quasi subito) , aggiunta nigercolina . da 2004 haldon, Zyprexa, En, Akineton sino al 2006, successivamente haldon decanoas, depakin , rivotril, seroquel, con controllo periodico dell’ acido valproico, La terapia di oggi e’ quella cho ho gia’ indicato haldon 5 gocce due volte al giorno Depakin Chrono 300 2 cp x 3 Loranzepam mezza compressa x 3 , Largactil mezza la sera , Cardiospirin dopo pranzo.
Voci non mi risulta chene senta, ma visioni si, parla spesso di persone Immaginarie che vengono a casa e che secondo lui lo hanno fatto ammalare: Gli esami del sangue sono tutto ok.
non mi intendo molto di farmaci, ma data la mia esperienza credo che il farmaco piu’ deleterio per mio padre sia stato lo zyprexa, somministrato agli altri farmaci.Durante tale terapia, infatti, ha subito una invecchiamento fisico e cerebrale notevole, nonostante il suo fisico forte i capelli ancora neri fisico asciutto, bell’uomo, Ha iniziato a ingrassare, perdere tutti i denti, il labbro inferiore si e’ leggermente spostato a destra ed e’ tremante come il suo braccio. Credo che il farmaco abbia accellerato e favorito la demenza ed i disturbi vascolari. Oggi, non so
se e quale delle due malattie conviene piu’ curare, credo che la schizofrenia abbia esaurito il suo tempo e che adesso si tratti di altro. Grazie di cuore
[#4]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo due righe per la dottoressa Scapellato.
Mia cara dottoressa Lei mi dice che e' possibile agire ancora, non so se crederci tanto mi sembra impossibile, ma se lo fosse veramente con una idonea terapia ADATTA A mantererLo calmo e sereno soprattutto in certi momomenti di agitazione in cui ha dei veri e propri attacchi di panico e paura di morire, Le sarei tanto grata.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile signora,
non voglio alimentare false speranze, perché la situazione che descrive è pesante.
Voi familiari state facendo molto, standogli vicino e stimolandolo con pazienza, perché perda più tardi possibile quel po' di autonomia che ancora possiede.
Non vi dovete stancare di chiedere ai medici se qualcuno dei sintomi si può ridurre o alleviare con modifiche di terapia, insomma dovete "rompere" un po'.
Se soffre di allucinazioni visive è importante che la stanza dove alloggia sia ben illuminata; chiedete anche se si può somministrare una terapia al bisogno quando compaiono le crisi, per esempio il Lorazepam che già assume.
Cordiali saluti
Parkinson

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