Un dottore ha pronunciato la parola disturbo bipolare

Gentilissimi, prima di tutto vi ringrazio per il prezioso servizio che offrite ogni giorno attraverso questo sito e la vostra professionalità.
Vi scrivo perchè putroppo non riesco più a trovare una via d'uscita con i problemi che affliggono mio padre da più di 16 anni.
Premetto che mio padre ha 57 anni. Vi racconto in breve la storia. Nel 92 a seguito della morte di suo padre si ammalò di depressione. Con una cura farmacologica si riprese in 5 mesi circa.
Nel 2003 si riammalò di nuovo e da li non si riesce più a trovare via d'uscita. Ogni anno un dottore diverso in quanto le cure sembravano non dare nessun minimo risultato, dosi sempre più elevate di antidepressivi ma nessun risultato. Fino a quando sembrava tutto passato, non ha voluto più assumere nessun medicinale e sembrava sempre pieno di energie. Insomma un episodio maniacale che non è stato capito ne da noi ne dai medici. Dopo 3 mesi l'inevitabile ricaduta. Di nuovo farmaci senza risultato, e lo stato depressivo sembrava più forte. Dopo l'ennesimo episodio maniacale fortunatamente un dottore ha pronunciato la parola disturbo bipolare.
Ora è dinuovo nella fase depressiva (che dura sempre più di un anno mentre la fase maniacale dura circa 3 mesi) e curato con:

CARBONLITHIUM 300mg 1+1
ABILIFY 5 mg 1
BROMAZEPAM 1,5 mg 1
TAVOR 1 mg 1

Ma nonostante siano più di 5 mesi che assume questi farmaci non sembra aver nessun miglioramento. Anzi è sicuramente peggio di tutti gli altri stati depressivi che ha affrontato. Ha scatti involontari, emette suoni involontariamente, se lasciato solo comincia a ripetere frasi o parole di seguito, cammina trascinandosi e tanti altri comportamenti che in tutti questi anni di malattia non ha mai manifestato. La situazione era così già prima di questa nuova cura.

Potete darmi una vostra opinione sulla cua e su tutta la sua storia? La dottoressa in cui è in cura sostiene che la bipolarità sia stata causata dal grande uso di antidepressivi. Ma è possibile?
Mi scuso se mi sono dilungata molto ma proprio non sapevo come riassumere tutto in poche righe.
Cordiali Saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il disturbo bipolare comprende un sottotipo in cui le prime fasi maniacali sono indotte dall'uso di antidepressivi, con un decorso che si avvicina comunque quello del disturbo bipolare spontaneo e ha una predisposizione biologica comune. Tenga presenta che la maggior parte dei farmaci antidepressivi sono farmaci pro-bipolari. Non è rato che il loro uso continuo o ripetuto su esisodi ricorrenti di depressione sia seguito da un peggioramento della risposta con comparsa di episodi più frequenti e soprattutto di episodi chiaramente espansivi. Di solito qualche indicatore c'è in partenza, ma spesso ci si concentra sulla risposta del momento e si sottovaluta l'evoluzione nel tempo.
La terapia in corso è una terapia anti-bipolare ma non ha proprietà direttamente antidepressive. I comportamenti che indica possono essere elementi di una fase mista, con umore depresso associato ad agitazione e forse ad alterazioni del pensiero e delle percezioni.
Per capire se si tratta semplicemente di questo o di una componente neurologica bisognerebbe saperne di più.
In ogni caso, se al di là di questa fase specifica la stabilità del quadro non è soddisfacente nonostante la terapia farmacologica, possono essere sensati altri schemi di terapia antibipolare, oppure - da considerare se nessuno l'ha mai prospettata - la terapia elettroconvulsivante.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
concordo pienamente con quanto espresso dal collega Pacini. Aggiungo che non sottovaluterei il possibile aspetto neurologico. Sono stati effettuati esami strumentali atti a valutare questi aspetti?
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Per quanto riguarda la predisposizione biologica confermo che in famiglia c'è già stato un caso di depressione. La madre ne ha sofferto e per questo all'epoca fu anche ricoverata per un periodo di tempo in manicomio. Putroppo non possiamo sapere molto in quanto l'unica persona a sapere veramente qual'era la situazione di mia nonna è mia zia (sorella di mio padre) che purtroppo per vergogna o per altro non vuole parlare in nessun modo di questa cosa. Per il poco che so e che mi racconta mia madre (che l'ha conosciuta per pochissimo tempo) aveva forti alterazione dello stato d'umore quindi penso che si sia trattato sempre di un disturbo bipolare.
Per quanto rigarda invece l'aspetto neurologico è stato visitato da un neurologo e sottoposto a diversi esami durante un ricovero di 2 giorni ma non hanno evidenziato nulla di anomalo. Altri esami sono stati effettuatu in via anbulatoriale ma anche questi con lo stesso esito.
Avrei un altra domanda da sottoporvi. Da tutti gli psichiatri che hanno visitato mio padre ci è stata sconsigliata la psicoterapia in quanto secondo il loro parere è pressochè inutile. E' vera questa cosa?

Cordiali Saluti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
la psicoterapia in questo disturbo che ha altissime componenti biologiche non è curativa. Può essere utile nelle fasi intercritiche come sostegno e per ampliare la consapevolezza di malattia e dunque l'adesione ai trattamenti. Può altresì essere utile durante episodi depressivi di intensità tale da lasciare comunque spazio alla partecipazione attiva del soggetto. La valutazione di opportunità comunque va fatta dal vivo.
cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

la psicoterapia, come la farmaoterapia, può essere utile a ottenere certi fini. Se, ad esempio, la domanda è se esiste una psicoterapia che previene le fasi maniacali o depressive, la risposta è sostanzialmente negativa. Tuttavia esistono aspetti di adattamento alla malattia e di gestione di alcuni sintomi residui in cui invece potrei dire che è molto più utile la psicoterapia di quella farmacologica. Tenga presente che, come per la farmacoterapia, è necessario conoscere ma soprattutto applicare determinate tecniche. Psicoterapia non significa "parlare" o "ascoltare" lo psicoterapeuta, ma ricevere sollecitazioni o eseguire istruzioni tali da modificare l'andamento della situazione a livello biologico, mediante vie psicologiche.
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