QI basso? O mancanza di carattere?

Gentili Dottori, il mio psichiatra non vuole sospendermi la cura ma secondo lui devo continuare ad assumere 5 mg di vortioxetina praticamente a vita per via delle mie tante ricadute depressive (anche se proprio male male male sono stato due/tre/quattro volte in vita mia mentre la costante è una depressione non grave e direi anche non media, bensì lieve).
Ad essere sincero la prospettiva di una cura a tempo indeterminato (anche perchè ho solo 42 anni) non mi garba proprio e i dubbi se sia davvero necessaria o meno ci sono.

Come da titolo inoltre, vorrei chiedere se in casi simili si tratta più di un problema di basso QI (obiettivamente però, vedo tante persone, non dico meno intelligenti di me ma poco intelligenti quanto me che non hanno alcun problema depressivo, anzi) o come sostiene una psicologa (consultata a mia insaputa da mia cognata - sono amiche-) si tratta di mancanza di carattere, a suo dire rimediabile con psicoterapia (che io in passato ho fatto ma. . . . . . . . . . . . ) e non continuando l'assunzione del farmaco?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Se ha un quadro depressivo ricorrente e con un residuo costante, non vedo niente di strano che il medico le abbia indicato una dose minima di antidepressivo di mantenimento.
Non ho capito che c'entri il QI con la depressione, e volendo anche utilizzare termini come "debolezza di carattere", sostanzialmente poi cosa cambia sul piano pratico ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Grazie per la celere risposta, gent.mo Dr. Matteo Pacini.
Ok, considerata la mia condizione e il mio cervello "malato", non c'è nulla di strano ma forse di preoccupante sì, perchè non si stratta di cura di mantenimento per due/tre anni ma a vita (e sono "solo" poco più che 40enne)

Secondo la psicologa sono debole di carattere e questo mi porta a non avere abbastanza attributi ad affrontare e godermi la vita e il farmaco orma non mi è più di aiuto;
quindi sul piano pratico cambierebbe che terminerei l'assunzione e dovrei fortificare il carattere (e curare così la depressione rimanente e insita nel mio profondo) mediante psicoterapia.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Egr. Dr. Pacini, mi perdoni, quindi i 5 mg di mantenimento non sono una sorta di placebo? Io, anche in considerazione del fatto che è ormai assodato che gli antidepressivi funzionano concretamente sulle depressioni gravi e molto meno (o quanto il placebo) sulle medio/lievi (e la mia generalmente è lieve) credevo (credo) il mio psichiatra mi abbia dato una sorta di coperta di Linus.
Se invece realmente i minimi 5 mg fanno effetto, significa che il mio cervello per mia (sua) conformazione non riesce a fornire/generare a sufficienza i neurotrasmettitori necessari a non farmi stare male e dunque ecco la necessità della molecola?

2) Se così è, vuol dire che nei casi come il mio non c'è luce solare/stare all'aria aperta - carenza vitamina D3 - soldi - tranquillità familiare - appagamento di coppia - ecc. ecc. ecc. che tenga (tutte cose che leggo possono "curare" una depressione medio/lieve in tante persone) perchè il mio cervello è deficitario?
Quindi nel mio caso, tanta luce solare - vitamina D3 bella alta - tanti soldi o quanto meno una tranquillità lavorativa/economica ecc. sarebbero solo un di più che aiuterebbe ma per poter vivere senza questo (seppur lieve) mal di vivere necessito appunto della molecola?

3) E ....... alla lunga cosa rischio a livello di salute dei reni - fegato - stomaco o altro organo?
Invece a livello cerebrale? Il mio cervello rischia di "andarsene" prima del dovuto o di divenire dipendente del farmaco, senza il quale (fra 10 o più anni), magari, non sarebbe più in grado di generare nemmeno una minima quantità di neurotrasmettitori ?

Le chiedo scusa per l'ulteriore disturbo e perdita di tempo arrecatole con la lunghezza dello scritto, ma le sarei grato se volesse rispondermi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Assodato che alcuni antidepressivi non funzionino nelle lievi. Ma quante depressioni lievi si vedono in ambulatorio ? Francamente mi paiono studi "fantasma", cioè interessante ma in ambulatorio si vedono casi normali, "lievi" quasi mai.
Comunque, detto questo mi sembra che metta insieme una serie di concetti che in parte sono inesistenti (tipo "divenire dipendente dal farmaco), in parte ragionamenti che scambiano il benessere per strumento di terapia. Se uno ha uno stile di vita allegro, sta bene, non è che sia la cura della depressione. Che risponda al placebo è un conto, il placebo non è uno stile di vita, è un meccanismo mentale.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Egr. Dr. Pacini, sono mortificato e avrei voluto non "dover" più "farle perdere tempo" ma ........
Non mi riferivo ad uno stile di vita allegro ma, ad esempio:
http://scienzaericerca.unisr.it/2017/08/16/la-terapia-della-luce-per-curare-i-disturbi-psichiatrici/
""" Da qui è nata l’idea della terapia della luce. Per 30 minuti al giorno, al risveglio o ad un orario fisso stabilito dal medico sulla base di un test, i pazienti vengono esposti alla luce di una lampada particolare. La luce a cui i pazienti sono esposti assomiglia a quella di una giornata di sole, priva delle frequenze ultraviolette e infrarosse, e ha lo scopo di riassestare i ritmi biologici intaccati dalla depressione: si tratta quindi di una terapia antidepressiva a tutti gli effetti, che non presenta particolari controindicazioni """""

Le chiedevo poi se assumere a vita la vortioxetina a 5 mg può arrecare danni al cervello - reni - fegato - stomaco, lo specialista dice di no il mio medico di famiglia la pensa un pò diversamente.

Infine, ma è il punto più importante, io sono uno di quei casi che raramente (nel caso specifico per una serie di eventi anche casuali) finiscono dagli psichiatri per depressione lieve;
e siccome è assodato che per la mia depressione lieve gli antidepressivi non funzionano, io ringrazio e saluto i farmaci poichè vuol dire che ha ragione la psicologa quando dice che nel mio caso la molecola è superflua (se non addirittura dannosa) è che la cura e la soluzione sta nella psicoterapia.
Se poi devo anche considerare che 5 mg sono un dosaggio non curativo a livello generale e che stiamo "giocando" al placebo, beh, lascia stare ..............
Cordiali saluti e buon ferragosto
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Ma la terapia della luce, così come anche l'elettroshock, fanno parte delle cosiddette terapie "fisiche", ovvero non chimiche come strumento, e non hanno niente di diverso da tutte le altre cure. Non si tratta di dire "esci e fatti una passeggiata alla luce", ma si tratta di utilizzare l'effetto della luce su un sistema neuro-chimico che poi condiziona anche l'umore, in determinate dosi.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Io: "Se poi devo anche considerare che 5 mg sono un dosaggio non curativo a livello generale e che stiamo "giocando" al placebo, beh, lascia stare ..........."
Il "lascia stare" è un errore di scrittura, poichè volevo scrivere "lasciamo stare" e il "lasciamo stare" era riferito alla situazione e non a Lei (perchè rileggendomi ho visto che da l'impressione di una mia mancanza di rispetto verso la sua persona e professionalità).

Ad ogni modo ho avuto un primo approccio (tramite e-mail) con la psicologa di cui sopra la quale ha confermato quanto detto da lei (anche se in maniera meno diretta), cioè di lasciar perdere i 5 mg di vortioxetina perchè sono solo un effetto placebo destinato ad esaurirsi quanto prima e ha aggiunto che continuando a tempo indeterminato come ha detto lo psichiatra potrei andare incontro a danni sia organici che a livello del cervello.
Secondo lei il problema è una sorta di blocchi mentali/psicologici che io ho radicato nel profondo e che si deve andare a rompere in piccoli pezzi ed eliminarli dal mio modo di essere e di pensare.
Grazie ancora per il tempo dedicatomi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Il mio discorso non mi pare porti come nesso a pensare di lasciar perdere una terapia di mantenimento. Al di là del fatto che non si danno qui indicazioni su cosa prendere o meno, ma il discorso era in linea con l'idea che una terapia di mantenimento abbia senso, specie se si sa che il disturbo è soggetto a ricadute.
La psicologa non credo possa esprimersi sul ruolo di una terapia farmacologica nello specifico, né capisco a che "danni" si riferisse.
Blocchi mentali e psicologici....bella scoperta ! Se uno ha un problema psichico, come vuole che si esprima ? Ma non è che è radicato in quelli, quelle sono le espressioni del problema.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Si è vero, egr. Dr. Pacini, lei aveva detto che non c'è nulla di strano al minimo dosaggio di mantenimento;
solo che dopo ha pure detto che è assodato che alcuni antidepressivi non funzionino nelle lievi, ed essendo la mia una depressione leggera, allora ho inteso che per me l'antidepressivo è uguale ad acqua fresca (confermato dalla psicologa), ancor di più se si tratta di un dosaggio minimo e forse nemmeno terapeutico.

I danni a cui si riferiva la psicologa è che secondo lei (anche se non è una dr.ssa ma ha tanta esperienza) assumere per troppi (tanti anni) la vortioxetina può in qualche maniera bloccare il sistema nervoso dei neurotrasmettitori e può divenire non solo epatotossico ma fare danni anche ai reni.

Per quanto concerne i blocchi mentali/psicologici per adesso mi ha solo accennato che molto probabilmente il problema sono appunto questi blocchi e un modo sbagliato di vedere e ragionare che io ho adottato nel corso degli anni e che secondo lei finora hanno sbagliato a diagnosticarmi la depressione perchè per me il problema è altro ed è sicuramente una mancanza di carattere che si dovrà andare a fortificare mediante psicoterapia.

Nota: io intanto, comunque, sto ancora assumendo i 5 mg quotidiani di vortioxetina (perchè ad essere sincero, non è che mi fidi ciecamente della psicologa).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Io continuo a stupirmi del perché la psicoloa, non essendo medico, parli di danni al fegato, ai reni, di neurotrasmettitori, di farmaci. Ha "tanta" esperienza non certo in medicina, e neanche in vortioxietina, visto che è in commercio da pochi anni, quindi non saprei neanche come si faccia a sapere che dopo tanti anni dà dei problemi.

Il sunto è il seguente: una terapia di mantenimento con antidepressivi in forme ricorrenti ha più che senso. Si tende a usare dosi minori semplicemente per limitare eventuali effetti collaterali. E' chiaro che se tali dosi sono però inefficaci, si intende che allora è sensato far riferimento alle dosi "normali" anche in mantenimento.

Che poi possa non essere necessario, siamo d'accordo. Ma il medico è apposta lì per consigliarla in base alle caratteristiche del suo caso.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2021
Ex utente
Ok Egr. Dr. Pacini, senso del messaggio recepito, la ringrazio.

Vorrei solo precisare che la psicologa (che ho omesso di dire per essere più conciso) non si riferiva specificatamente alla vortioxetina ma al fatto che nella sua professione ne ha visti di pazienti che hanno assunto antidepressivi per anche oltre 20 o addirittura 30 anni e hanno avuto danni epatici - renali e al cervello (sistema nervoso /neurotrasmettitori) per via degli antidepressivi (compresi ssri) e allora ha detto che essendo la vortioxetina un ssri questi danni sono da mettere in conto (anche se non certi) se io continuerò ad assumerla a vita.

Un'ultima cortesia, posso chiederle di spiegarmi cosa intendeva dire (non ho capito bene il senso) quando nella sua penultima risposta ha scritto "Ma non è che è radicato in quelli, quelle sono le espressioni del problema".

Grazie ancora. Cordiali saluti e buon ferragosto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quindi la psicologa si intende di epatologia ed è in grado di valutare la causale farmacologica ? Poi senta, ssri e danno al fegato francamente non mi risulta, ma dubito che tutto ciò sia un ragionamento medico.
Continuo a trovare strano che uno si esprima fuori dal proprio ambito professionale e in maniera così vaga e allarmistica.

Con la frase intendevo dire che il problema non è radicato nei pensieri e nelle emozioni etc, queste sono le modalità di espressione, di manifestazione, del problema.
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