Una possibile tiroidite, un test

Buonasera dottori di medici italia, ho un problema che mi assilla da qualche mese e a cui non sò dare una spiegazione plausibile.
Sono in cura da un vostro collega psichiatra e da circa due settimane faccio terapia con daparox 1/2 compressa al giorno. Prima ero una persona con tanta voglia di fare e amavo tantissimo fare sport e tutt'ora vorrei poterlo fare liberamente ma quando inizio mi prendono delle paure assurde (svenire, cadere) e allora evito di farlo cerco di convicermi che le mie paure sono infondate che non ho nessun problema, ma proprio non riesco.
Per me lo sport ha sempre rappresentato un modo per uscire dalla realtà triste un modo per sfogarmi per divertirmi, questo problema ulteriore mi deprime tantissimo. Io penso che oltre all'ansia potrebbe esserci un problema organico, la sera sento pulsare tantissimo l'orecchio destro in sincronia con il cuore tanto che mi disturba la fase iniziale del sonno e devo mettermi sul lato destro a dormire, ultimamente mi si è abbassata la vista, ho problemi a mangiare non ho fame appena finito di mangiare mi sento lo stomaco pesantissimo. Ho fatto qualche mese fa le analisi e andavano bene la pressione ce l'ho di solito 110-55, mangio regolarmente sforzandomi per mangiare di più ma appena finisco ho una sensazione di pienezza come se lo stomaco non si svuotasse mi capita solo con alcuni cibi non con tutti. Ora ho dei dubbi potrebbe essere qualcosa di organico ? Non sono ipocondriaco ma a questi sintomi non so dare ragione se non quella di problema interno. quali esami potrei fare? pensavo questi possibili esami di controllo
elettrocardiogramma di controllo, analisi del sangue per vedere una possibile tiroidite, un test per la celiachia, secondo voi è una proposta fattibile da proporre al mio medico inoltre stavo pesando in caso di negatività di questi esami di iniziare psicoterapia.

Vi ringrazio per l'attenzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Gentile utente

L'esclusione delle cause organiche deve essere fatta attraverso degli esami specifici che possono essere richiesti dal suo medico curante.

Attualmente il suo trattamento e' sottososato

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[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Grazie per la celere risposta.
La terapia è ancora sottodosata perchè gli psicofarmaci tendono ad agitarmi troppo quindi prima di aumentare la dose il medico ha iniziato con 1/4 di compressa poi 1/2 e se rispondo bene probabilmente aumenterà ulteriormente la dose.
Non ho ben capito il fatto di esclusione di patologie organiche.. Ma quali sono gli esami che in genere vengono fatti di routine per valutare tra le diverse diagnosi di malattia mentale o malattia organica? mi pare di aver capito leggendo tra i vari consulti che sono (anticorpi antitiroide, emocromo, ormoni tiroidei) basterebbero questi? scusi per l'insistenza.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Gentile utente,


il suo psichiatra ha le opportune conoscenze per valutare gli esami da farle fare nel momento che sia presente un dubbio diagnostico.

Per quanto riguarda il trattamento, "se rispondo bene" mi sembra un modo per rimandare il trattamento anche da parte del suo psichiatra.

I trattamenti farmacologici vanno messi a dose piena e per il tempo necessario.

[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Ricordi che la probabilità di rispondere bene ad una cura dipende dalle dosi utilizzate. Quindi ottimo l'inizio a dosi basse e l'aumento graduale, ma la valutazione della risposta si fa rispetto a dosi standard (da 1 a 3 di paroxetina).
La diagnosi di disturbo d'ansia o depressione che sia si fa dopo aver escluso altre cose, ma anche individuando dei sintomi specifici dei disturbi psichici, che non sono soltanto quel che rimane dopo aver escluso tutto il resto.
Sarebbe come dire che l'infarto lo diagnostica escludendo prima tutte le altre cause di dolore al petto, non si fa così nella pratica ovviamente, ci si orienta in base ai sintomi caratteristici e magari si chiariscono alcuni dubbi.
Ovviamente gli esami non si fanno in base alle preoccupazioni del paziente, ma in base ai sintomi riferiti e ai segni riscontrati.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentili medici,
approfitto per un'ultima domanda. A priori nel mio caso è consigliabile accompagnare la terapia farmacologica a psicoterapia? Non voglio far pesare eccessivamente alla mia famiglia il problema (parlando economicamente), oppure è sufficiente la cura farmacologica.. che risultati posso aspettarmi? in genere sono positivi? mi scuso per l'insistenza delle mie domande e ringrazio tutti.

[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
A priori nessuna terapia può essere indicata. Le psicoterapie sono tecniche specifiche, ciascuna si adatta a certi obiettivi. A volte richiedono una determinata frequenza e quindi un certo costo. Le farmacoterapie anche con il vantaggio che parte dei farmaci possono essere mutuabili. Le due forme di terapia non sono antagoniste né alternative "ideologicamente", sono solo due strumenti. A volte funzionano isolate, meglio se accoppiate, ma in alcuni disturbi. La diagnosi è il primo passo, ma va impostata in maniera chiara, altrimenti le scelte rimangono confuse, spesso ridondanti e senza un programma nel tempo.

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