Bipolirità

Buona sera ho una carissima amica che credo sia affetta da bipolarità. Il suo atteggiamento corrisponde alle ricerche che ho fatto su internet. Periodi di depressione e periodi di grande euforia. Mi sconvolge questo suo modo di essere mi rendo conto che non la conosco affatto. Puntualmente lei cerca uomini in chat ma anche relazioni con uomini vicini al marito (amici). Può essere pericolosa x lei o x le altre persone? Come si cura? Perfavore rispondetemi presto. Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
prima di tutto bisognerebbe sapere cosa ne pensa la sua amica: si rende conto di non stare bene, almeno quando è in fase depressiva? Accetterebbe di farsi visitare? I sintomi che descrive non necessariamente sono dovuti a un disturbo bipolare, anche alcuni disturbi di personalità per esempio possono dare comportamenti simili e la diagnosi va fatta da un medico specializzato in psichiatria, che poi consiglia le terapie necessarie.
Alla base di tutto però c'è la richiesta della paziente, magari sollecitata da amici e familiari che si accorgono che "qualcosa non va".
"Pericoloso a sé o agli altri" è una definizione che riguardava una legge di polizia del 1904, in psichiatria non ha senso.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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Il problema è proprio il fatto che non vuole farsi aiutare: ci sono dei problemi con la tiroide, non dorme la notte, dice di non riuscire a mangiare (quando io l'ho vista mangiare e non poco), continua a sparlare del marito, ha raccontato il fatto che suo padre non era suo padre (ora non lo sapremo mai se è vero i genitori sono morti), vuole farsi vedere vittima in ogni circostanza. Non vuole farsi aiutare non le importa niente anzi diverse volte ha espresso la volontà di morire fregandosene completamente dei figli.Sono preoccupata da morire.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Le consigli allora di provare a vedere se questi suoi problemi depressivi possono essere gestiti con l'aiuto di qualcuno, magari facendo un ciclo di terapia.
Ovviamente questi messaggi sono un adattamento per invitare le persone almeno a farsi valutare, mentre se fosse presente una sindrome ci sarebbe eventualmente un trattamento che non si risolve a breve, anche se funziona, e che non aiuta ma guida il cervello in una certa direzione. L'ostacolo maggiore è che la persona in genere non è disponibile a rinunciare alla sua interpretazione che in qualche modo dà un senso al complesso delle cose, cioè l'identificazione di figure positive e negative che poi sono sempre più instabili e precarie.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Gentili Dottori ho un quadro abbastanza chiaro della situazione. Ho appena parlato a lungo con la figlia che mi ha messo davanti ad una situazione che non conoscevo affatto. Mi rivolgo a voi con il cuore in mano proprio come la figlia ha fatto con me x cercare un modo x aiutarla. La figlia, che chiamerò K, alcuni anni fa si è ricordata che quando era piccola la madre si portava a casa il socio del marito. E' un ricordo che aveva rimosso. Quando è stata beccata sul fatto è rimasta con il marito (che l'ha perdonata evidentemente io con lui non ho parlato anzi lui non sa proprio niente e mi chiedo se a questo punto lo debba mettere al corrente). K mi dice che la madre ha spesso avuto relazioni virtuali di chat ma anche di vere e proprie telefonate. Sembra che ciclicamente esca una persona diversa da quello che è e che non sia capace di gestire quelle che sono le spese famigliari, si disinteressi dei figli, della casa (alcune stanze sono xfettamente a posto altre, come la sua camera da letto è un completo disastro da anni), cerca sempre di farsi compatire non solo attraverso il fatto di avere sempre un male (mal di testa, cistite, mal di stomaco,...) ma anche apparendo sempre una persona forte, disponibile, indaffarata come se volesse in ogni situazione essere al centro dell'attenzione. Ha raccontato a K che suo padre non era suo padre. Che non ha mai voluto avere rapporti con il vero genitore finchè lui non è morto e si sente in colpa x non averlo voluto conoscere. K si è accorta che ha rispreso a telefonare a qualcuno e l'ha anche affrontata trovando solo indifferenza. L mia amica ha un telefono del quale i tre figli + piccoli sono a conoscenza ma non il marito. Continua a farseli complici dicendo "non dire niente a papà". K è molto preoccupata x la sorellina, 12 anni, che la madre sta coinvolgendo come faceva con lei. Non ha mai esternato il tutto al padre e si sente terribilmente in colpa x tutti questi anni di bugie.
E' come se vivesse delle fasi cicliche, cambia improvvisamente personalità si trova una relazione e sparla del marito. Ho confrontato alcune cose che lei mi ha raccontato con la figlia e ho notato una cosa le faccio un esempio: lei mi dice che con il marito non ci sono rapporti fisici da mesi che lui non la cerca, la figlia dice che non + tardi di 20 gg fa andando in bagno e passando davanti alla cammera dei genitori li ha trovati in atteggiamenti molto intimi. Che il marito non vuole svuotare la casa della madre (è morta da un anno) x venderla, K invece dice che è la madre che trova sempre una scusa e rimanda. Incolpa il marito di non essere presente ma K dice "papà lavora tu sei sempre al telefono".
Lei parla del marito ma in realtà è lei la protagonista.
Sono alcuni mesi che si confida con me riguardo alla sua situazione e mano a mano che passava il tempo capivo che c'erano delle incongruenze e K oggi me le ha confermate. Da parte mia sono stata troppo debole nel mio intervento dicendogli solo che forse è un pò depressa e dovrebbe farsi vedere, lei mi ha confermato che forse è così e che avrebbe fatto qualcosa ma non si è mai decisa. Mi ha detto, ma questo lo dice lei a questo punto non so + a cosa credere, che il suo medico gli ha detto che ha un pò di esaurimento e gli ha prescritto degli antidepressivi che non ha ancora voluto prendere.
Io sono decisa ad affrontarla e metterla di fronte alla realtà delle cose insieme a sua figlia. Lo so che si troverebbe in una situazione forte ma voglio mettere fine a questa storia e soprattutto voglio che sua figlia possa finalmente essere una ragazzina spensierata. Ho paura che come i ricordi del socio con la madre sono venuti a galla, nel tempo non possa vivere una vita reale. Confido nell'aiuto di specialisti come voi e rimango in attesa di vostra risposta. Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Gentile utente,
il quadro familiare che descrive è complesso e mi sembra che l'unica che mostra segni di sofferenza sia la figlia, che ha scelto lei come alleata contro la madre.
La ragazza potrebbe rivolgersi a un consultorio familiare della sua città, dove ci sono psicologi ed assistenti sociali, per esporre la situazione e valutare le possibilità di aiuto, a lei stessa e alla famiglia.
Affrontando invece la sua "carissima" amica con richieste di spiegazioni e aut aut si continua una telenovela che non serve a nessuno.
Cordiali saluti
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Utente
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A parte il fatto che la figlia ha 16 anni e non sta vivendo una vita da ragazzina ma ha dovuto maturare molto dovendo prendersi cura della sorella di 12 e del fratello di 9. La mia amica ha manifestato parecchie volte la situazione dicendomi di essere stanca e stufa. E quello che voglio fare e proprio mettere fine a questa telenovela cercando di convincerla a farsi aiutare da uno specialista. In ogni caso ho letto parecchio su internet in questi gg e trovo nel suo comportamento atteggiamenti tipici della persona bipolare. Mi sto forse sbagliando?
Ma quello che più mi chiedo affrontandola e cercando di convincerla a farsi aiutare posso creare problemi nella sua testa? O meglio potrebbe essere capace di farsi del male o fare del male ai suoi figli?
Non voglio che la telenovela continui.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile signora,
pur lodando il suo interesse per la psichiatria devo ricordarle che lei non è abilitata a formulare diagnosi e che noi stessi non possiamo formularle a distanza. Comprendo il profondo disagio della famiglia della sua amica, del quale sembrano farne le spese i figli. A questo proposito mi chiedo quale sia il ruolo del marito che sembra non accorgersi di nulla mentre se ne accorge lei che pur essendone amica non vive assieme alla donna in questione? Se intende aiutare la signora la convinca a rivolgersi ad uno specialista in psichiatria. In caso persista la sua negazione di ogni problema, si potrebbe penare a segnalare la situazione agli assistenti sociali per salvaguardare i minori in causa (visto che lei afferma che la madre non se ne occupa).
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
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Gentili dottori vi ringrazio x la vostra disponibilità. Non era mia intenzione "fare il medico" è solo che ritengo di avere ancora quei valori che nella vita sono importanti e l'amicizia x me lo è.
Abbiamo parlato con lei e siamo riusciti a convincerla a rivolgersi ad uno specialista. Solo questa era la mia intenzione ora il resto lo farà chi sicuramente ne sa + di me.
Grazie
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