Depressione bipolare

Buongiorno a tutti cari medici.
Sono una paziente molto sconfortata dato che mi è stato diagnosticato da poco il disturbo bipolare (lo psichiatra dice passibile di precisazioni).
Sono svilita e arrabbiata dal fatto che più di dieci anni, a diciotto anni , io feci diverse sedute da uno psicologo che mi ricordo sapesse solo giudicarmi e io mi misi in atteggiamento di sfida e non accettai neanche la cura farmacologica che se non ricordo male era solo Xanax quindi totalmente inadeguata.
Successivamente, dopo un po' di pazzie e sfuriate post adolescenziali mi ricoverati mea sponte in psichiatria dove feci una sorta di villeggiatura...erano tutti palesemente disturbati, vecchi dementi, senza cultura etc mentre io ero bella e intelligente e anche sensuale...mi sa che mi salì in quel periodo la mania e volli dimettermi...poi ho vissuto varie fasi alcune bellissime ma senza alcuna progettualità, incapace totalmente di portare a termine una cosa, a fasi anche una singola azione.
Ho avuto un amico speciale per molto tempo, molto più grande di me che ha funto un po' da "parafulmini" e quasi non mi accorgevo che il tempo passava e io non concludevo nulla...solo incontri sessuali, non facevo le cose banali sempre assurdamente convinta che sarebbe arrivata la occasione buona e che non valesse la pena di impegnarsi, che quasi sarebbe stato non credere nel fato.ho avuta anche una sorda delusione in amore da parte di uno incapace di amare.
Ora mi do della scena, mi sento inutile, il mio amico è morto da pochi mesi, ho un bambino che amo ma che non mi sto godendo appieno, sono ragazza madre, non ho amici, ritengo la mia famiglia disfunzionale,( padre certamente psicopatico,madre passiva ,pigra e risparmiatrice che ho sempre" combattuto e disistimato") mi rammarico di non essermi curata in tempo (mia nonna paterna fu l unica che parlava di litio quando ero ribelle e pazzoide).
mia madre dice che sono stata io a non voler seguire lo psicologo per paura che mi cambiasse.
Secondo me sono stati loro incompetenti dato che io seppur piena di boria, non documentata (non avevo internet e soprattutto non avevo le idee chiare) ho comunque a mio modo chiesto aiuto! Dovevano essere più persuasivi! Lo specialista attuale è invece uno psichiatra ed è molto allarmista, ha paura per il bambino e mi ha prescritto litio, risperdal e stilnox.
Mi sento come svuotata, infelice, senza obiettivi, vorrei solo tornare indietro nel tempo e curarmi quando ancora non avevo queste responsabilità e forse mi sarei anche realizzata nella vita! Voi cosa ne dite?
È adeguata la terapia?
I sensi di colpa e il voler vivere fuori dalla realtà svaniranno?
Ho bisogno anche di parlare e il medico ha detto che mi riceverà solo dopo un mese di trattamento.
Grazie se deciderete di rispondere!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
La cosa che non capisco è tutto questo allarme , che sicuramente non è dello psichiatra, ovvero lo psichiatra potrà anche aver detto che si deve curare e avergliela messa giù "dura", ma d'altra parte questo può servire a fare qualcosa che ritiene utile e mai fatto prima, con conseguente costruzione di un'idea di se e della propria vita che magari è fatta di inutili sensi di colpa o spiegazioni complicate.
Quindi, farlo ora anche se in ritardo è una svolta positiva. Non mi concentrerei su quello che non è eventualmente stato fatto, però so bene che a seconda di dove si va a parare c'è un'idea che non passa per le diagnosi, come se usare un nome per le cose fosse un'onta o qualcosa da evitare per timore di incasellamenti e di "marchi", mentre sono un modo per provare a spiegarsi tra medici, e a dare un modulo di lettura al paziente di cose che altrimenti sembrano complicate e multiformi.
Che il medico voglia vedere a un mese, è normale, anche perché ci sono esami da fare presumo e nel frattempo magari aggiusterà le dosi e sentirà come tollera la cura.
I sentimenti di colpa in genere migliorano con la cura.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Gentile dottor Pacini,la ringrazio per l'attenzione riservatami e colgo l'occasione per porgerLe i dovuti apprezzamenti per la sua attività professionale. Ho infatti letto molti suoi articoli in particolare sul mio ( presunto?ma no!) Disturbo e mi ci sono trovata soprattutto dove parla della parte invalidante e dove illustra che nella fase depressiva non si vede della propria vita che quella.a suo parere sbaglio ora a leggere tutta la mia vita sotto la ottica del disturbo bipolare? Oppure ci sono comunque il carattere,la personalità,le scelte,le circostanze,le persone ,gli eventi e i tempi che prescindono dal disturbo? Insomma è stato tutto sbagliato o " squilibrato",il buono e il meno buono? L incapacità di essere razionale e concretizzare deriva dal disturbo o anche dall' influenza dei genitori,in particolare mia madre che è una tipa inamovibile,che si lascia vivere e che rimanda sempre? Ultimamente con la cura faccio sogni turbolenti e incomprensibili e comincio a balbettare a volte dove prima ero molto fluente.mi sento più insicura,anche se forse meno tesa di prima...non sarebbe bene a suo parere aggiungere un antidepressivo nel quadro generale della situazione? Mi sento spesso male e non vedo l ora del colloquio col mio curante. La ringrazio anticipatamente per l'eventuale chiarimento. P.S. non ho ben compreso cosa intenda con "l'onta nel definire le cose" e " un'idea che non passa per la diagnosi"
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Potrei ricevere ulteriori informazioni? Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Intendo dire che far diagnosi è una base per lavorare, e non qualcosa da evitare come fosse un'offesa. E che se non si fa si rischia di andare semplicemente a tentoni, senza una linea precisa.

La cura la lasci fare al medico. I tremori possono essere effetti collaterali, glieli segnali pure.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Gentile dottor Pacini,mi consiglierebbe una " visita" con lei online? O mi confonderebbe solo le idee? Non ho alcuna paura della diagnosi,mi rammarico di non essere stata " capita" in tempi in cui avrei avuto molte più chance,magari alcuni errori li avrei evitato e sarei stata più produttiva,ora è tutto da rifare ed è difficilissimo con un bimbo piccolo e tante occasioni fallite
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