Solitudine e amici

Buonasera dottori,
scrivo per chiedere un consiglio (per quanto è possibile farlo "a distanza") sulla mia vita sociale. O perlomeno su una vita sociale che in teoria tutti più o meno hanno, tranne me e, da quello che ho potuto leggere nelle richieste di consulto di altre 2 o 3 persone, qualche altro sfortunato. Il mio problema è presto detto: ho 31 anni e nessun amico.
Quando ero più giovane ho avuto le mie amicizie, non mi era troppo difficile conoscere gente ed uscirci insieme, ma negli ultimi 10 anni le cose sono peggiorate. Un paio di amicizie di vecchia data (risalenti a quando avevo 17 anni) esistono ancora, ma se non sono io a farmi sentire praticamente moriremmo senza telefonarci più! Ho letto i consigli che avete dato ad un paio di ragazzi che avevano il mio stesso problema, e tra questi c'era il primo passo, il farsi sentire e cercare gli altri per primi, senza "asocializzarsi". Beh, io lo faccio, il problema è che le persone (compreso ultimamente queste 2 vecchie amicizie) dopo un po' sembra si stanchino di me, come se non fossi una persona troppo interessante, con argomenti noiosi o del tutto assenti... Eppure non credo ci sia qualcosa di sbagliato in me, voglio dire non sono una musona, non assillo gli altri con continui problemi, rido, scherzo, contatto per prima gli altri per organizzare uscite insieme... E magari si esce anche, con la promessa di sentirci presto, ma poi dopo mesi se non chiamo io...beh, avete capito, no? E se va così con le vecchie amicizie, vi lascio intendere come può andare con le nuove...praticamente vengo cercata solo nel momento del bisogno...degli altri! Non capisco il motivo, attorno a me vedo persone che, pur essendo riconosciute da colleghi degli emeriti rompibal... hanno però le loro amicizie e anche la classica amica del cuore!! Cosa che io non ho mai avuto. Oddio, per un po' sì, ma è diventata una delle due vecchie amicizie che vi dicevo. Ho anche pensato di contattare uno specialista, ma il mio dubbio è che non si tratti di un problema di approccio verso gli altri, sono timida ma non così tanto da non riuscire ad attaccare bottone, è il dopo che è un flop. Dopo avermi conosciuta...puf! Scompaio. Penso per le ragioni che ho sopra elencato, non vedo altra spiegazione: e qui sta il motivo per cui ancora non mi sono rivolta ad uno specialista. Se uno è poco interessante e noioso (a questo punto è l'unica spiegazione che riesco a darmi) non è che l'aiuto di uno specialista lo può far cambiare, no? Perlomeno non a 31 anni. Sto cercando di convincermi che sto anche bene per conto mio, che in fondo non tutti possiamo essere dei vulcani di simpatia e che bisogna accettarsi per come si è... ma in realtà mi farebbe piacere un telefono che squilla ogni tanto ed un amico che vuole sapere come sto e se ho voglia di uscire...
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Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
Cara ragazza,
mi sembra di capire che non sei noiosa o poco interessante,
<<non sono una musona, non assillo gli altri con continui problemi, rido, scherzo, contatto per prima gli altri per organizzare uscite insieme... >>
però allo stesso tempo dice che
<<Se uno è poco interessante e noioso (a questo punto è l'unica spiegazione che riesco a darmi) non è che l'aiuto di uno specialista lo può far cambiare, no? >>
come mai si è messa in testa che le persone sono amiche delle persone allegre e non musone? ci possono essere tante altre caratteristiche o tratti di personalità che possono essere fastidiosi, non posso sapere quali dato che non la conosco, quindi le consiglio di andare da uno specialista non tanto per diventare "l'amicona di tutti" ma per capire, forse lei sceglie amici che vogliono accanto una persona noiosa....

Quindi richieda una consulenza per avere un altro punto di vista.

Saluti.

Dr.ssa Romina Venti
Psicologa-Psicoterapeuta familiare e sistemico-relazionale
Iscr.Ord.Psic.Umbria sez. A n°536
www.rominaventi.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, il modo in cui lei pone il problema in un certo senso è più variegato di quello di altri utenti che ci scrivono. Lei correttamente riconosce che forse non è necessario essere dei "vulcani di simpatia" - bella immagine, se permette gliela copio - per essere felici. Allo stesso tempo non ha amici, non ha vita sociale né - presumo - un fidanzato.

Quindi la domanda diventa: quale di queste cose è il problema fondamentale, quello da cui dipendono tutti gli altri? Vorrei davvero essere al centro dell'attenzione di tutto il mondo? Oppure mi basterebbe avere solo tante conoscenze superficiali e nessun amico? Oppure solo qualche amico vero e poche o nessuna conoscenza? Oppure solo un fidanzato da amare e che mi ami, e al diavolo il resto? Sa, anche se è banale dirlo, ogni individuo è diverso dall'altro.

Ritengo quindi che prima di riflettere sul perché, dato che è stata così capace da soppesare tutti questi aspetti, bisognerebbe che riflettesse sul cosa. Cosa vuole lei, veramente? Glielo dico perché spesso non è facile capirlo. Soprattutto quando si sono avute poche esperienze, è difficile dire cosa ci piacerebbe avere davvero.

Ecco perché il primo passo indispensabile, quando si ha poca esperienza, consiste nel farsene un po'. Tutto parte dall'azione. E per fare esperienza bisogna essere disponibili anche, saltuariamente, a ricevere qualche rifiuto. Fa parte del gioco.

Non penso che lei non venga cercata perché è poco interessante ma, forse, solo perché è così concentrata sul suo problema da non riuscire a interessarsi veramente agli altri e a farli sentire a proprio agio. Del resto anche questa è un'abilità che s'impara, di nuovo, con l'esperienza.

Uno psicologo potrebbe essere d'aiuto in tal senso.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Vi ringrazio molto per le risposte. A dire il vero un fidanzato ce l'ho, qualche mese fa ho scritto per avere un consiglio anche riguardo questo punto: il mio convivente D. ha un figlio di quasi 13 anni e a me la sua presenza era proprio indifferente, Lei in particolare dottor Santonocito mi aveva risposto. Riguardo quell'argomento devo dire che tutt'ora le cose non sono cambiate, io mi limito a salutarlo e trattarlo con gentilezza quando viene qui a casa ma non posso certo dire di essermi affezionata a lui. Per me rimane un ragazzino come tanti, proprio non riesco a sentirlo come parte della mia famiglia.
Per quanto riguarda invece il problema "vita sociale" non ritengo indispensabile essere al centro dell'attenzione, anzi... Non sono mai stata bene in compagnie troppo numerose, a me basterebbe avere anche pochi amici ma veri; per intenderci, mi basterebbe che le persone che ho sempre considerato amiche mi cercassero ogni tanto, altrimenti ho sempre pensato che se a cercare sono sempre e solo io che amiche sono? E proprio questo è quello che è successo, cioè che non vengo cercata nemmeno dalle due persone che ritenevo amiche. Non so cosa mai possa fare per non far sentire le persone a proprio agio, mi piacerebbe davvero saperlo, e non credo di andare a scegliere in particolare gente che ama circondarsi di musoni o che so io... Come tutti ho i miei problemi e quando capita non mi disturba parlarne con gli altri, ma spesso mi succede che le persone con cui saltuariamente esco (vecchie e nuove conoscenze, ma sempre su mio invito) si sfoghino con me (che premetto sono sempre disponibile ad ascoltare e un paio di volte in piena notte sono anche andata a casa di una collega che mi aveva chiamata perché era stata lasciata dal fidanzato e aveva bisogno di sfogarsi), poi però quando sono io ad aver bisono di qualcuno con cui parlare o anche solo uscire per stare in compagnia tutti di dileguano... Sono anche stata ricoverata in ospedale a febbraio per un problema ai reni e nessuno (tranne i miei familiari) mi è venuto a trovare. Trovo tutto molto triste e certo mi piacerebbe poter cambiare qualcosa, ma nonostante il fare il primo passo, la disponibilità ad ascoltare, il contattare sempre io le persone nulla cambia, e non so davvero che fare. Dopo un po' mi stanco di essere sempre io ad interessarmi degi altri, quando vedo che a questi non importa niente di me mi rassegno e basta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, ma il suggerimento di rivolgersi a uno psicologo, lo ha poi preso in considerazione?

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Sì, mi sono recata da uno specialista per approfondire questo "problema" del figlio di D. che non mi faceva stare proprio bene con me stessa, ma il rapporto ha avuto vita breve. Al primo appuntamento la psicologa (imolese) mi ha fatto quache domanda per conoscermi meglio, mi ha chiesto cosa faccio nella vita, le mie esperienze scolastiche, della mia famiglia, ecc. E' venuto fuori, tra le altre cose, che adoro gli animali e che faccio parte di un'associazione nazionale che si occupa della loro salvaguardia e protezione e che nel tempo libero aiuto nei canili. Ed essendo molto amante degli animali credo di aver parlato dell'argomento in maniera molto coinvolta ed appassionata. Almeno penso, dato che, per farla breve, alla fine dell'incontro alla mia domanda "Le è mai capitato di seguire qualcuna che come me ha o ha avuto dei problemi ad accettare il figlio del suo compagno?" mi è stato risposto (più o meno, non ricordo le testuali parole) "Sinceramente non ho mai incontrato qualcuno che amasse più gli animali dei bambini, ma vedremo cosa possiamo fare insieme per aiutarti nella situazione".
Ora, forse sarò paranoica io, ma credo fortemente di aver sentito una certa "pena" nelle parole della psicologa, e questo mi ha fatto desistere dal tornarci. Questo succedeva un mesetto fa, e da allora non mi sono recata da nessun altro. E mi secca anche un po' andare da qualcun altro, dato che a quanto pare amare più gli animali dei bambini non è una cosa vista di buon occhio...Capiamoci, non da me, per me è assolutamente naturale e mi viene spontaneo, ma sembra che agli altri suoni strano... Io credo invece che al mondo ci sia bisogno di gente che ami "cose" diverse; insomma, se tutti amassero solo i bambini e si preoccupassero solo di loro, chi si occuperebbe degli animali, o dell'ambiente, o ancora deli anziani? E la lista naturalmente è infinita! Ma tale è stata la reazione della psicologa (mi ha quasi compatita) che mi ha fatto anche salire una certa stizza...









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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ok, ma allora, se non capisco male, lei starebbe affermando di amare gli animali più dei bambini. E se fosse davvero così, allora forse non ci sarebbe bisogno di stupirsi che lei abbia problemi con il figlio del suo ragazzo. Né bisogno di andare a cercare chissà quali cause o traumi nascosti: la sua passione spiegherebbe tutto.

Riguardo alle persone che amano gli animali più delle persone, la mia personale convinzione è che ne esistano di due tipi: quelle che stanno così bene da poter fare a meno della compagnia degli altri, e quelle che hanno così tante difficoltà a relazionarsi con gli altri da sentirsi costretti a riversare il proprio amore su esseri di altre specie.

Lei si ritrova in una di queste due categorie?

Cordiali saluti
[#7]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Buonasera dottore.
Beh, dire che la non compagnia degli altri esseri umani non mi ferisce sarebbe una bugia. Come ho scritto, qualche volta mi piacerebbe essere cercata, anziché essere sempre io a cercare gli altri, ma alla fine mi sono rassegnata al fatto che purtroppo non è così che va la mia vita sociale. Il rassegnarmi però non vuol dire che l'abbia accettato , solo che ho smesso di ammalarmi per questo.
Vorrei cambiasse qualcosa? Sì, ma non so come. Amo gli animali perché non vengo considerata dagli esseri umani? Non credo, semplicemente perché sono esseri indifesi troppo spesso trattati male e non considerati e ho sempre trovato odioso ed insopportabile il maltrattamento di chi da solo non si sa o non può difendersi. Certo, una delle caratteristiche che mi fa amare gli animali è che non sono mai falsi, non sono approfittatori, ti amano con tutto il loro cuore senza doppi fini e non chiedono altro che la stessa cosa da te, ma non mi dedico a loro solo perché non ho altra vita sociale. Semplicemente mi viene dal cuore farlo.
Lei crede che questa sia una scusa inconscia per sfuggire alla realtà che ai miei "simili" non piaccio? Boh...potrebbe anche darsi, ma è una noia cercare di piacere sempre agli altri, e soprattutto non dovrebbe essere così! Chi ti vuole bene dovrebbe accettarti per come sei...a meno che tu non sia un tipo alla Mengele d'accordo, ma non è il mio caso!!! Secondo la sua esperienza le persone con problemi di socializzazione simili ai miei riescono a cambiare qualcosa?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, ci riescono, ma non è una cosa che si può fare online. Deve affidarsi a un professionista, di persona.

Cordiali saluti
[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Immagino sia una cosa non risolvibile on-line, spero solo di trovare ancora la voglia di tornare ad affidarmi ad un professionista, con la speranza che, anziché compatire i pazienti, cerchi di metterli a proprio agio ed aiutarli senza giudicarli.
Grazie di nuovo per i Suoi consigli e buon lavoro. B
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Purtroppo in ogni campo è possibile incontrare persone al di sotto delle nostre aspettative. Questo però non è un buon motivo per socraggiarsi. Provi a leggere quest'articolo, che contiene anche una sezione su come scegliere un terapeuta:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Tenga presente che molte cose si possono capire già dalla prima telefonata.

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Va bene, oramai le ho provate quasi tutte! Spero di poterla aggiornare tra qualche tempo con notizie positive. Grazie ancora, B.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, saremo lieti di leggere gli aggiornamenti.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Utente
ho letto attentamente gli scambi che si sono succeduti in questa pagina, il problema che io intavedo è che probabilmente lei tende a considerarsi al di sopra di ogni responsabilità nella determinazione della realtà che sta vivendo.
>>Eppure non credo ci sia qualcosa di sbagliato in me


E' chiaro che ognuno di noi ha un peso nella costruzione delle relazioni altrimenti come si spiegherebbe che "tutti" abbiano la stessa reazione davanti a lei?

Tuttavia lei ha una vita sentimentale dunque significa che date determinate circostanze probabilmente è in grado di smussare dei lati del suo carattere che pregiudicherebbero un rapporto.
Credo che il suo compagno possa rappresentare una preziosa risorsa per sbrogliare questa matassa, perchè non prova a chiedere a lui quali sono, secondo lui, i lati del suo carattere che la ostacolano nella costruzione dei rapporti?

Credo comunque che un nuovo tentativo psicoterapico possa esserle di grande aiuto.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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dopo
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Buongiorno Dott. Sussarellu e grazie per la Sua risposta.
In effetti più volte tra me ed il mio compagno c'è stato uno scambio di opinioni a riguardo. Dice di vedere in me una grande dolcezza, disponibilità e sincerità. D'altro canto mi dice anche che sono a volte un po' zuccona (nel senso di testarda), timida ed ingenua, comunqe nella norma, come tante altre persone. Ma siamo sempre lì: un'amica non dovrebbe volerti bene nonostante la tua testardaggine o simili?
Credo fermamente che ci sia qualcosa in me che non vada bene agli altri, il problema è che non riesco a capire cosa, altrimenti avrei cercato di lavorarci sopra già da tempo; sono infatti perfettamente d'accordo nel constatare che se 20 persone hanno caldo ed una sola ha freddo probabilmente c'è qualcosa che non va in quest ultima e non nelle altre 20...
Ho anche pensato che in fondo a tutto il pentolone potrebbe esserci una maturità non raggiunta pienamente che potrebbe essere la causa della mia difficoltà nell'accettare il figlio del mio compagno e, più in generale, della mia indifferenza verso i bambini. Gli esperti in campo potrebbero aiutare, se non fosse che il mio primo incontro con la suddetta psicologa (forse amante dei bambini) non mi avesse fatto un po' perdere la voglia di aprirmi di nuovo per i motivi che ha potuto leggere negli scambi con il Dott. Santonocito...