Bimbo non riesce ad abituarsi alla mancanza del ciuccio (tolto già da più di 4 mesi)
Ho tolto il ciuccio a mio figlio pochi giorni prima del suo secondo compleanno mentre dormiva, dicendo al risveglio che lo aveva preso la fatina per portarlo ai bimbi più piccoli.
Nonostante la prima notte sia andata abbastanza bene, dalle giornate seguenti invece non fa che chiederlo in continuazione giorno e notte, più volte al giorno, soprattutto nei momenti di difficoltà o di sonno, anche se sono passati più di 4 mesi ormai.
Fa fatica a rilassarsi prima di dormire, la notte è agitato e chiede il ciuccio con un tono sofferente o disperato anche nel sonno talvolta, e questa sofferenza la manifesta anche durante il giorno.
Lo chiede in continuazione, ed anche se non sempre piange quando lo chiede, si capisce che sta patendo tantissimo la mancanza del ciuccio.
Da mamma lo rassicuro con parole dolci e coccolandolo, ma mi chiedo se sia normale essendo passato tutto questo tempo, che lui ancora non si sia abituato alla mancanza del ciuccio.
Vedendolo stare così male sono stata più volte tentata di ridarlo.
Cosa posso fare?
Ho paura di aver causato qualche trauma.
So di aver sbagliato nel togliere il ciuccio così all'improvviso, adesso non vorrei tornare indietro ma se fosse necessario lo farei pur di non vederlo stare così.
Potreste suggerirmi cosa è meglio fare per il bambino?
Nonostante la prima notte sia andata abbastanza bene, dalle giornate seguenti invece non fa che chiederlo in continuazione giorno e notte, più volte al giorno, soprattutto nei momenti di difficoltà o di sonno, anche se sono passati più di 4 mesi ormai.
Fa fatica a rilassarsi prima di dormire, la notte è agitato e chiede il ciuccio con un tono sofferente o disperato anche nel sonno talvolta, e questa sofferenza la manifesta anche durante il giorno.
Lo chiede in continuazione, ed anche se non sempre piange quando lo chiede, si capisce che sta patendo tantissimo la mancanza del ciuccio.
Da mamma lo rassicuro con parole dolci e coccolandolo, ma mi chiedo se sia normale essendo passato tutto questo tempo, che lui ancora non si sia abituato alla mancanza del ciuccio.
Vedendolo stare così male sono stata più volte tentata di ridarlo.
Cosa posso fare?
Ho paura di aver causato qualche trauma.
So di aver sbagliato nel togliere il ciuccio così all'improvviso, adesso non vorrei tornare indietro ma se fosse necessario lo farei pur di non vederlo stare così.
Potreste suggerirmi cosa è meglio fare per il bambino?
Gentile Signora
Comprendo le sue preoccupazioni e il forte dispiacere che prova nel vedere il Suo bambino provare tanto disagio.
Per prima cosa mi piace dirLe che "Le madri non sbagliano mai"! È il titolo di un noto libro di Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile in Italia. Libro che mi permetto di suggerirLe e che sono certo Le sarà di conforto e di aiuto nell imparare il difficile "mestiere" di genitore.
Quanto al caso specifico non posso dirLe niente di preciso non conoscendo il caso i tutti i suoi dettagli. Tuttavia si può inquadrare la situazione almeno in generale: il ciuccio permette a un bambino tante cose tra cui quelle di controllare le proprie emozioni e trovarvi, all'occorrenza, la rassicurarazione di cui sente il bisogno. Il tutto in autonomia.
Sono d'accordo con Lei: togliere il ciuccio come ha fatto è stato un errore. Lo ha provato all'improvviso di un oggetto familiare per lui piacevole e rassicurante.
Un bimbo di 2 anni sta attraversando una fase molto importante e emozionante della sua vita: è una fase fortemente esplorativa: si muove, si alza in piedi, cammina, parla, tocca e smonta tutto quello che trova. Sta scoprendo il mondo: ha diritto, come facciamo noi adulti del resto, a routine "regressive" che gli permettono di elaborare e consolidare le nuove esperienze, di rilassarsi. Lei Signora si preoccupa per caso che il bimbo possa usare il ciuccio fino all'esame di maturità?...
Il ciuccio verrà prima o poi rimpiazzato da altre routine, da altri oggetti esterni e da oggetti "interni" che svolgeranno la stessa funzione rassicurante.
Questo il quadro generale.
Nel caso specifico: Lei non ha procuratore nessun "trauma", ha solo involontariamente creato al piccolo una difficoltà in più rispetto a quelle che già affronta ogni giorno e che sono le difficoltà normali della crescita.
Se si sente serena e sicura gli rioffra il ciuccio. Se la sola idea Le fa venire l'angoscia, non glielo ridia.
È Lei, gentile Signora, l'adulto e, come adulto, sa che non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma modi di gestire le conseguenze delle nostre scelte che possono complicarci la vita o migliorarla. A noi e agli altri.
Lei, in fondo, non dice la cosa forse più importante: cosa le dà fastidio del ciuccio?... Nella mia esperienza ormai trentennale le posso assicurare di conoscere persone assolutamente normali equilibrate e anche brillanti che ho visto, all'epoca della loro infanzia, tenere il ciuccio fino al loro ingresso in prima elementare, Perciò..come vede... il ciuccio non è un problema per il bambino ma solo per (alcuni) adulti.
Continui, come già sta facendo, ad essere un genitore affettuoso presente attento e "coccoloso" e vedrà che le difficoltà le supererete insieme!
Con i miei migliori auguri
Dr.Claudio Puliatti
Comprendo le sue preoccupazioni e il forte dispiacere che prova nel vedere il Suo bambino provare tanto disagio.
Per prima cosa mi piace dirLe che "Le madri non sbagliano mai"! È il titolo di un noto libro di Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile in Italia. Libro che mi permetto di suggerirLe e che sono certo Le sarà di conforto e di aiuto nell imparare il difficile "mestiere" di genitore.
Quanto al caso specifico non posso dirLe niente di preciso non conoscendo il caso i tutti i suoi dettagli. Tuttavia si può inquadrare la situazione almeno in generale: il ciuccio permette a un bambino tante cose tra cui quelle di controllare le proprie emozioni e trovarvi, all'occorrenza, la rassicurarazione di cui sente il bisogno. Il tutto in autonomia.
Sono d'accordo con Lei: togliere il ciuccio come ha fatto è stato un errore. Lo ha provato all'improvviso di un oggetto familiare per lui piacevole e rassicurante.
Un bimbo di 2 anni sta attraversando una fase molto importante e emozionante della sua vita: è una fase fortemente esplorativa: si muove, si alza in piedi, cammina, parla, tocca e smonta tutto quello che trova. Sta scoprendo il mondo: ha diritto, come facciamo noi adulti del resto, a routine "regressive" che gli permettono di elaborare e consolidare le nuove esperienze, di rilassarsi. Lei Signora si preoccupa per caso che il bimbo possa usare il ciuccio fino all'esame di maturità?...
Il ciuccio verrà prima o poi rimpiazzato da altre routine, da altri oggetti esterni e da oggetti "interni" che svolgeranno la stessa funzione rassicurante.
Questo il quadro generale.
Nel caso specifico: Lei non ha procuratore nessun "trauma", ha solo involontariamente creato al piccolo una difficoltà in più rispetto a quelle che già affronta ogni giorno e che sono le difficoltà normali della crescita.
Se si sente serena e sicura gli rioffra il ciuccio. Se la sola idea Le fa venire l'angoscia, non glielo ridia.
È Lei, gentile Signora, l'adulto e, come adulto, sa che non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma modi di gestire le conseguenze delle nostre scelte che possono complicarci la vita o migliorarla. A noi e agli altri.
Lei, in fondo, non dice la cosa forse più importante: cosa le dà fastidio del ciuccio?... Nella mia esperienza ormai trentennale le posso assicurare di conoscere persone assolutamente normali equilibrate e anche brillanti che ho visto, all'epoca della loro infanzia, tenere il ciuccio fino al loro ingresso in prima elementare, Perciò..come vede... il ciuccio non è un problema per il bambino ma solo per (alcuni) adulti.
Continui, come già sta facendo, ad essere un genitore affettuoso presente attento e "coccoloso" e vedrà che le difficoltà le supererete insieme!
Con i miei migliori auguri
Dr.Claudio Puliatti
Dr. Claudio Puliatti, psicologo.
Ricevo a Roma e Online.
www.psicologoclaudiopuliatti.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 342 visite dal 04/12/2024.
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