Dare del tu o del lei
Buongiorno a tutti gli specialisti.
Innanzitutto, volevo precisare che, anche se la mia domanda è inserita nella sezione "psicologia ", il quesito è rivolto anche ai medici di qualsiasi specialità.
Come già suggerito dal titolo del consulto, la mia richiesta verte sulla scelta di dare del tu o del lei ai pazienti, da parte dello psicologo o del medico e viceversa.
Frequento (purtroppo) abbastanza spesso ambulatori e ambienti ospedalieri in generale.
Durante le mie visite, mi è capitato di avere a che fare con personale sanitario che si rivolgeva a me, dandomi del lei; al contrario, specialisti (o infermieri) che mi davano del tu.
Sono stata seguita da vari psicologi.
La maggior parte mi dava del lei.
Il punto è che io non so come rivolgermi, a mia volta, a loro.
Mi è capitato anche di sentirmi dire "possiamo darci del tu", ma io di solito non soddisfo questa richiesta perché ad ogni modo, considero il medico/psicologo/infermiere un estraneo.
Non mi fa sentire proprio a mio agio.
E a volte, quando mi viene dato del tu, considero questa modalità poco rispettosa nel miei confronti, forse perché non ho più 15 anni.
Vi chiedo: qual è la formula di cortesia giusta da usare con i pazienti?
Innanzitutto, volevo precisare che, anche se la mia domanda è inserita nella sezione "psicologia ", il quesito è rivolto anche ai medici di qualsiasi specialità.
Come già suggerito dal titolo del consulto, la mia richiesta verte sulla scelta di dare del tu o del lei ai pazienti, da parte dello psicologo o del medico e viceversa.
Frequento (purtroppo) abbastanza spesso ambulatori e ambienti ospedalieri in generale.
Durante le mie visite, mi è capitato di avere a che fare con personale sanitario che si rivolgeva a me, dandomi del lei; al contrario, specialisti (o infermieri) che mi davano del tu.
Sono stata seguita da vari psicologi.
La maggior parte mi dava del lei.
Il punto è che io non so come rivolgermi, a mia volta, a loro.
Mi è capitato anche di sentirmi dire "possiamo darci del tu", ma io di solito non soddisfo questa richiesta perché ad ogni modo, considero il medico/psicologo/infermiere un estraneo.
Non mi fa sentire proprio a mio agio.
E a volte, quando mi viene dato del tu, considero questa modalità poco rispettosa nel miei confronti, forse perché non ho più 15 anni.
Vi chiedo: qual è la formula di cortesia giusta da usare con i pazienti?
Buonasera,
ritengo, come psicologo, che la scelta tra il "tu" e il "lei" dovrebbe essere guidata principalmente dal rispetto e dal comfort del paziente. È importante tenere in considerazione che alcuni pazienti potrebbero percepire il "tu" come una forma di vicinanza, di calore e di empatia, mentre per altri potrebbe risultare troppo intimo o invadente.
La formula adatta dipende dalla singola persona e dalla relazione che si instaura. In generale, è una buona prassi iniziare con il "lei", per poi passare al "tu" solo se il paziente esprime un desiderio esplicito di maggiore confidenza.
ritengo, come psicologo, che la scelta tra il "tu" e il "lei" dovrebbe essere guidata principalmente dal rispetto e dal comfort del paziente. È importante tenere in considerazione che alcuni pazienti potrebbero percepire il "tu" come una forma di vicinanza, di calore e di empatia, mentre per altri potrebbe risultare troppo intimo o invadente.
La formula adatta dipende dalla singola persona e dalla relazione che si instaura. In generale, è una buona prassi iniziare con il "lei", per poi passare al "tu" solo se il paziente esprime un desiderio esplicito di maggiore confidenza.
Utente
Dott. Prinzivalli, La ringrazio per la sua celere ed esaustiva risposta.
Sono d'accordo con Lei su quanto scritto. Dalla mia esperienza però, anche i medici che mi hanno dato del Lei, mi hanno manifestato vicinanza ed empatia. Allo stesso modo ho avvertito anche il contrario: sanitari che mi davano del tu, dimostrando però una scarsa capacità di mettersi nei miei panni.
Le racconto inoltre degli aneddoti che mi sono capitati in ambiente ospedaliero.
Dovevo fare delle terapie più volte a settimana, per alcuni mesi. Incontravo sempre gli stessi sanitari che si rapportavano con me dandomi del tu, suggerendomi a mia volta di farlo. Il problema è che capitava che a volte, rincontrandomi, cambiassero formula di cortesia. Questo cambiamento creava in me solo una sensazione di confusione e di incoerenza ed è anche per questo motivo che preferisco dare del Lei e che mi venga dato del Lei. Che non si ricordassero di me, ne dubito, visto che era la centesima volta che mi vedevano.
La ringrazio ancora per avermi dedicato del tempo leggendo e rispondendo alla mia richiesta di consulto.
Sono d'accordo con Lei su quanto scritto. Dalla mia esperienza però, anche i medici che mi hanno dato del Lei, mi hanno manifestato vicinanza ed empatia. Allo stesso modo ho avvertito anche il contrario: sanitari che mi davano del tu, dimostrando però una scarsa capacità di mettersi nei miei panni.
Le racconto inoltre degli aneddoti che mi sono capitati in ambiente ospedaliero.
Dovevo fare delle terapie più volte a settimana, per alcuni mesi. Incontravo sempre gli stessi sanitari che si rapportavano con me dandomi del tu, suggerendomi a mia volta di farlo. Il problema è che capitava che a volte, rincontrandomi, cambiassero formula di cortesia. Questo cambiamento creava in me solo una sensazione di confusione e di incoerenza ed è anche per questo motivo che preferisco dare del Lei e che mi venga dato del Lei. Che non si ricordassero di me, ne dubito, visto che era la centesima volta che mi vedevano.
La ringrazio ancora per avermi dedicato del tempo leggendo e rispondendo alla mia richiesta di consulto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 04/04/2025.
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