La diversità
Ciao.
Da come si può vedere dal titolo, vorrei parlare della diversità, un tema delicato e controverso, e della mia esperienza personale come individuo diverso dalla maggior parte.
Nel corso degli anni ho avuto modo di notare che, ancora oggi, la diversità non è ben vista e accettata, e che la società incoraggia tutti a conformarsi a definite norme di pensiero e comportamento.
Per quanto riguarda me, ho iniziato a prendere consapevolezza della mia diversità già ai tempi delle scuole medie: moltissimi mi hanno sempre considerato strano, osservandomi e interagendo con me in modo particolare, a differenza di come lo facevano con tutti gli altri, dove invece mostravano un atteggiamento normale; questo è stato uno dei motivi per i quali non sono mai riuscito a stringere amicizie con nessuno durante tutti gli anni scolastici.
Inoltre, mi sono accorto che ho un modo particolare di vedere il mondo in generale, e che su molti argomenti (di qualsiasi tipo) ho delle opinioni che non corrispondono a quelle della maggioranza (compresi i miei familiari) e questo mi ha portato più volte a scontrarmi, anche perché ho notato che molte persone non sono inclini a rispettare le opinioni altrui e quindi rendono a sovrastare e a criticare, come nel mio caso, appunto, è successo a volte.
Tutto questo mi fa sentire distaccato, alienato, come se venissi da un altro pianeta, e di conseguenza mi fa sentire solo, dato che non ho nessuno che condivida le mie idee e con il quale avere complicità e sentirmi in sintonia.
Non so spiegare il motivo di questa mia diversità, so solo che ce l'ho, e da una parte vorrei poterla eliminare, in modo da essere più conforme alla realtà nella quale vivo e, di conseguenza, essere più accettato; ma dall'altra, so che ciò non è possibile, perché in pratica dovrei cambiare cervello, e ad oggi non credo che si possa fare una cosa del genere.
Ecco, vorrei sapere come comportarmi, come posso fare per migliorare la situazione almeno un po' e sentirmi meno solo; in famiglia (con la quale tra l'altro c'è un rapporto complicato) mi è stato suggerito di parlarne con un terapeuta, ma lui/lei cosa potrebbe fare in merito a ciò? Come potrebbe elaborare e trovare una soluzione ad una cosa così grande e complessa?
Apprezzerei molto se mi venissero dati più consigli diversi a riguardo.
Grazie.
Da come si può vedere dal titolo, vorrei parlare della diversità, un tema delicato e controverso, e della mia esperienza personale come individuo diverso dalla maggior parte.
Nel corso degli anni ho avuto modo di notare che, ancora oggi, la diversità non è ben vista e accettata, e che la società incoraggia tutti a conformarsi a definite norme di pensiero e comportamento.
Per quanto riguarda me, ho iniziato a prendere consapevolezza della mia diversità già ai tempi delle scuole medie: moltissimi mi hanno sempre considerato strano, osservandomi e interagendo con me in modo particolare, a differenza di come lo facevano con tutti gli altri, dove invece mostravano un atteggiamento normale; questo è stato uno dei motivi per i quali non sono mai riuscito a stringere amicizie con nessuno durante tutti gli anni scolastici.
Inoltre, mi sono accorto che ho un modo particolare di vedere il mondo in generale, e che su molti argomenti (di qualsiasi tipo) ho delle opinioni che non corrispondono a quelle della maggioranza (compresi i miei familiari) e questo mi ha portato più volte a scontrarmi, anche perché ho notato che molte persone non sono inclini a rispettare le opinioni altrui e quindi rendono a sovrastare e a criticare, come nel mio caso, appunto, è successo a volte.
Tutto questo mi fa sentire distaccato, alienato, come se venissi da un altro pianeta, e di conseguenza mi fa sentire solo, dato che non ho nessuno che condivida le mie idee e con il quale avere complicità e sentirmi in sintonia.
Non so spiegare il motivo di questa mia diversità, so solo che ce l'ho, e da una parte vorrei poterla eliminare, in modo da essere più conforme alla realtà nella quale vivo e, di conseguenza, essere più accettato; ma dall'altra, so che ciò non è possibile, perché in pratica dovrei cambiare cervello, e ad oggi non credo che si possa fare una cosa del genere.
Ecco, vorrei sapere come comportarmi, come posso fare per migliorare la situazione almeno un po' e sentirmi meno solo; in famiglia (con la quale tra l'altro c'è un rapporto complicato) mi è stato suggerito di parlarne con un terapeuta, ma lui/lei cosa potrebbe fare in merito a ciò? Come potrebbe elaborare e trovare una soluzione ad una cosa così grande e complessa?
Apprezzerei molto se mi venissero dati più consigli diversi a riguardo.
Grazie.
Gentile utente,
forse dovrà accontentarsi di un consiglio solo, ma questa volta seguirlo, se davvero desidera "migliorare la situazione almeno un po' e sentirmi meno solo".
Ha ricevuto più volte il suggerimento, su questa pagina e altrove, anche dai suoi familiari, di rivolgersi ad un terapeuta.
In altre sue email afferma di essersi già avvalso di diversi consulenti, ma senza risultato.
Il parere più circostanziato l'ha ricevuto dal dr Canovi, il quale le ha spiegato che uno psico-pedagogista le insegnerebbe le tecniche per poter affermare la sua originale visione della realtà ed essere tuttavia rispettato, rispettando e ascoltando gli altri. Questa tecnica rimanda alla ASSERTIVITA', concetto cardine della comunicazione.
Se tuttavia lei continua a sentirsi "diverso" in maniera dolorosa e incomprensibile, e non cerca i siti e gli incontri professionali che si occupano di disforia di genere e delle altre peculiarità connesse a questa condizione, c'è da chiedersi se dietro la sua richiesta non ci sia qualcosa di non realizzabile.
Mi spiego meglio con un esempio: se voglio essere compresa in un mio particolare interesse per la fisica nucleare andrò a parlare con degli studiosi di fisica, non con le casalinghe al mercato; ma se voglio tuttavia catturare l'interesse e la simpatia di queste casalinghe metterò da parte il mio argomento preferito e mi interesserò, almeno inizialmente, ai loro problemi con la spesa.
Può succedere ovviamente che a scuola, nell'adolescenza, il bisogno di omologazione tra pari agisca come una livella crudele, e questa visione di una realtà che non ci comprende può trasmettersi indebitamente a tutti gli aspetti della vita. Ma in realtà gli "originali", i "diversi", sono molti di più di quanto si creda, e l'importante è non imporre la propria diversità a chi desidera la conformità e l'omologazione.
Esiste un'altra ragione molto diversa da questa per cui si potrebbe rimanere soli e quasi incapaci di relazionarsi con chiunque, ma quest'altra ragione attiene a dei seri disturbi mentali.
Le vorrei suggerire di non tornare su questa pagina, perché la sua ripetuta domanda a noi specialisti sembra più uno sfogo contro i "cattivi" che non la comprendono che una vera richiesta d'aiuto. Prova ne è il fatto che non ha mai dettagliato le caratteristiche della "disforia di genere" che si attribuisce, e nemmeno ci ha mai detto chi e come l'avrebbe diagnosticata.
In questa condizione mentale il ricorso continuo a questa pagina, prendendo il posto di un serio confronto con i professionisti idonei, diventa un modo per alleviare una tensione momentanea e rimandare la soluzione dei suoi problemi indefinitamente.
Pensi al suo benessere, invece.
Auguri.
forse dovrà accontentarsi di un consiglio solo, ma questa volta seguirlo, se davvero desidera "migliorare la situazione almeno un po' e sentirmi meno solo".
Ha ricevuto più volte il suggerimento, su questa pagina e altrove, anche dai suoi familiari, di rivolgersi ad un terapeuta.
In altre sue email afferma di essersi già avvalso di diversi consulenti, ma senza risultato.
Il parere più circostanziato l'ha ricevuto dal dr Canovi, il quale le ha spiegato che uno psico-pedagogista le insegnerebbe le tecniche per poter affermare la sua originale visione della realtà ed essere tuttavia rispettato, rispettando e ascoltando gli altri. Questa tecnica rimanda alla ASSERTIVITA', concetto cardine della comunicazione.
Se tuttavia lei continua a sentirsi "diverso" in maniera dolorosa e incomprensibile, e non cerca i siti e gli incontri professionali che si occupano di disforia di genere e delle altre peculiarità connesse a questa condizione, c'è da chiedersi se dietro la sua richiesta non ci sia qualcosa di non realizzabile.
Mi spiego meglio con un esempio: se voglio essere compresa in un mio particolare interesse per la fisica nucleare andrò a parlare con degli studiosi di fisica, non con le casalinghe al mercato; ma se voglio tuttavia catturare l'interesse e la simpatia di queste casalinghe metterò da parte il mio argomento preferito e mi interesserò, almeno inizialmente, ai loro problemi con la spesa.
Può succedere ovviamente che a scuola, nell'adolescenza, il bisogno di omologazione tra pari agisca come una livella crudele, e questa visione di una realtà che non ci comprende può trasmettersi indebitamente a tutti gli aspetti della vita. Ma in realtà gli "originali", i "diversi", sono molti di più di quanto si creda, e l'importante è non imporre la propria diversità a chi desidera la conformità e l'omologazione.
Esiste un'altra ragione molto diversa da questa per cui si potrebbe rimanere soli e quasi incapaci di relazionarsi con chiunque, ma quest'altra ragione attiene a dei seri disturbi mentali.
Le vorrei suggerire di non tornare su questa pagina, perché la sua ripetuta domanda a noi specialisti sembra più uno sfogo contro i "cattivi" che non la comprendono che una vera richiesta d'aiuto. Prova ne è il fatto che non ha mai dettagliato le caratteristiche della "disforia di genere" che si attribuisce, e nemmeno ci ha mai detto chi e come l'avrebbe diagnosticata.
In questa condizione mentale il ricorso continuo a questa pagina, prendendo il posto di un serio confronto con i professionisti idonei, diventa un modo per alleviare una tensione momentanea e rimandare la soluzione dei suoi problemi indefinitamente.
Pensi al suo benessere, invece.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 344 visite dal 05/08/2025.
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