Paura di saltare

Saluti a tutti.
Vi scrivo per esporvi la mia situazione, che è per me fonte di disagio.
Avete presente il salto in alto? Quello dove con il corpo bisogna superare un'asticella... Io ho la necessità di dover saltare 1.20m. Non è un'altezza particolarmente elevata, riesco anche a saltare 1.30m, però... solo con qualcosa che non sia l'asticella. Mi spiego meglio...
Se al posto della sbarra metto un elastico, salto. Se invece c'è la sbarra, non salto: preparo tutto, corro, sono pronto per lo stacco ma... al momento decisivo mi blocco. Anche se la sbarra la alzo a 1 metro. Mi arrabbio, divento furibondo e se è presente qualcun altro do la colpa a lui, altrimenti rimprovero me stesso perché so bene che è irragionevole, in quanto riesco tranquillamente a saltare altezze più alte di quanto dovrò fare. Se però c'è qualcuno a guardarmi, il più delle volte salto: se sono solo la maggior parte delle volte no. Con l'elastico salto sempre. So che è una cosa stupida, irragionevole... ma ho provato in tutti i modi a saltare: convincendomi, gridando... ma niente. Ho notato una cosa, non so se può esservi utile: quando non salto, tipicamente stringo i denti, ma non lo faccio volontariamente, quasi istintivamente. Però poi mi fermo.
Mi sento, per questo, un po' stupido, pur sapendo di non esserlo. Non so se non salto per paura o per qualcos'altro... so solo che non salto, e questo è un grosso problema per me, perché dovrei, tra qualche giorno, saltare per sostenere un concorso.

Grazie mille a tutti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, il problema dell'ansia da prestazione nello sport è ben noto e può essere risolto attraverso colloqui con uno psicologo che utilizzi un approccio breve e focalizzato, meglio se dotato di competenze specifiche di psicologia dello sport.

Tuttavia, mi perdoni se glielo dico, forse sarebbe stato meglio pensarci un po' prima: nemmeno lo psicologo può far miracoli in pochi giorni. Provi comunque a rivolgersi a un collega di persona, e a farsi dare un parere.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la prontissima risposta, le sono grato. Le dico anche che il problema non è recentissimo: sono mesi che mi sto allenando e credevo di riuscire pian piano a superare il problema. Non credo, tuttavia, che si tratti di ansia da prestazione sportiva, in quanto con l'elastico salto. Non vorrei che sia "paura" della sbarra... o forse è proprio quella l'ansia da prestazione... non lo so.
Perché, ad esempio, se ci sono i miei genitori salto e se c'è la mia ragazza no? Sarei curioso di conoscere le fonti della mia insicurezza, ma capisco bene che non è certo questa la sede adatta. Quello che mi interessa precipuamente è saltare la sbarra! Ho paura di andare lì e non saltare, anche se sono ben consapevole che molto probabilmente salterò. Spero di non sembrare troppo stupido.

Grazie mille!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non si preoccupi di sembrare stupido, non è questo il problema. Conoscere le fonti della propria insicurezza può soddisfare appunto una curiosità, ma di solito non serve. Nei problemi d'ansia (o "paura") sono invece indicati interventi di tipo breve che si focalizzino sul funzionamento del problema, per risolverlo.

Apparentemente le confermo che sembra trattarsi di un problema d'ansia da prestazione, anche se limitato alla sola asticella e non all'elastico. La differenza che fanno le persone che ci stanno a guardare mentre eseguiamo una certa prestazione, anche quello è un fenomeno ben noto agli psicologi dello sport. Diciamo, semplificando molto, che le persone dalle quali ci aspettiamo un giudizio, se sono presenti, in genere influenzano la nostra prestazione in senso negativo. E anche questo può essere superato.

Si rivolga a uno psicologo, se si tratta di un problema importante: questo però solo lei può stabilirlo.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per la risposta.
Il discorso è questo: se sono con la mia ragazza non salto, se ci sono i miei si. Per me l'importante è saltare: non vorrei che inconsciamente non mi interessi il giudizio della mia ragazza (per cui la sua presenza è ininfluente, e quindi non salto) mentre il giudizio dei miei genitori può essere importante (e quindi salto, magari per non fare brutta figura o per non sembrare incapace, non riesco a capirlo). Ora, il giorno in cui dovrò saltare, ci sarà un esaminatore e questo potrebbe essere il "punto di svolta" che mi farà saltare, visto che in presenza di persone salto, anche se non sono ben sicuro che sia un fenomeno certo o aleatorio.
Ad ogni modo, le sono molto grato per la risposta!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Casomai potrebbe essere proprio l'opposto: con la sua ragazza non salta perché, consapevolmente o meno, teme il suo giudizio di più di quello dei suoi genitori.

E se fosse così con la sua ragazza, che conosce bene, cosa potrebbe succedere di fronte a un esaminatore?

Ma qualunque ipotesi senza conoscerla di persona resta appunto solo un'ipotesi: si consulti con un collega come suggerito, vedrà che se si è trovato bene con le nostre risposte, di persona sarà molto più utile e probabilmente risolutivo.

Cordiali saluti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
mi sembra che la cosa interessante sia legata al fatto che Lei, in parte, teme di "rischiare": in allenamento ha trovato comunque delle soluzioni (elastico) ma si pone molte domande circa il significato di alcune Sue difficoltà legate al salto. E in questo sembra voler "controllare" ogni piccolo particolare della situazione "salto". Non accetta di avere dei dubbi.

E il "controllo" è tipico di chi non vuole rischiare nulla, per non lasciare niente al caso.

Probabilmente questo tentativo di controllo è direttamente proporzionale al Suo desiderio di superare questo famoso concorso. E questo comporta ansia. Ansia che tra l'altro può essere funzionale nella performance sportiva.

Provi ad esempio a leggere questo articolo sull'ansia per farsi un'idea in proposito

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

Nel trattamento dell'ansia i migliori risultati si sono ottenuti attraverso la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale: nel Suo caso però potrebbe essere utile contattare uno Psicologo dello Sport.

Ma questo dipende dalla presenza eventuale di ansia anche in altri aspetti della Sua vita.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Bulla,

ho appena esaminato il suo articolo e devo dire che è stata una lettura scorrevole e piacevole. Tuttavia, non mi vedo in nessun punto da lei evidenziato, per cui dovrei ricorrere all'assistenza di un terapeuta. Il fatto è che per me è una cosa "stupida": semplicemente mi metto in testa che devo saltare, poi non salto. Arrivo alla fine e non salto, pur sentendomi motivatissimo (e, a quanto pare, non è detto che io lo sia davvero). Probabilmente sto sottovalutando il problema, ma di norma sono una persona con un'indole pacata, tranquilla e riflessiva: raramente provo ansia per qualcosa, anche se mai affrontata prima (ad esempio, ho sostenuto (e superato brillantemente!) le prove preliminari di questo 'famoso' concorso senza alcun problema e muovendomi in totale autonomia).
Proprio adesso sto andando ad allenarmi, cercherò di canalizzare la mia ansia verso qualcosa di positivo (ad esempio, il morbido atterraggio sul materasso piuttosto che tutta la fase preparativa del salto, cercherò di agire 'naturalmente'). Non vorrei però che tutta questa fase preparativa, come immaginarmi mentre salto (piuttosto che pensare a quando mi fermo e non salto) e magari tutto il riscaldamento facciano "crescere" la mia ansia (anche se continuo a ritenerla immotivata), piuttosto che lenirla. Vediamo che succede. :-)

Grazie mille per il suo supporto, è davvero importante.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Tanto meglio,
anche per questo le ho consigliato la consulenza con uno psicologo dello sport: proprio per imparare a canalizzare quest'ansia nel miglior modo possibile.

Buon allenamento
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dopo
Utente
Utente
Ci ho provato, ma niente. Non ho saltato. Solo con l'elastico. Quello che provo adesso? Rabbia. Tantissima rabbia. Fortissima rabbia. Ho preso a pugni e calci il materasso dove "atterro" e ho quasi rotto l'asticella. Beh, non è servito come sfogo. Il mio cruccio è la volontà, non la curiosità, la bramosia di sapere PERCHE' non salto con l'asticella e con l'elastico si.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, ho paura che lei si stia dirigendo verso una strada che non la porterà nella direzione dove vorrebbe andare.

Incaponirsi in questi casi non solo non serve, ma oltre un certo punto, che lei sembra già aver oltrepassato, qualsiasi sforzo ripetuto avrà come effetto quello di alimentare il problema. La sua tentata soluzione si sta trasformando NEL problema.

Lei ora ha la bramosia di sapere PERCHÈ non salta con l'asticella solo perché non riesce a farlo. È ovvio che se invece ci riuscisse, non si porrebbe nemmeno la domanda.

Le rinnovo l'invito a rivolgersi a uno psicologo - meglio se dello sport - per risolvere questo blocco. Da qui non è possibile intervenire direttamente sulle questioni portate dagli utenti, quindi più di questo non possiamo fare, purtroppo.

Cordiali saluti
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il perchè credo sia legato alla Sua paura di non riuscire a farcela: noi la chiamiamo "profezia che si auto-avvera": se mi aspetto un certo effetto finirò con l'ottenerlo.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le vostre risposte, ribadisco che sono molto importanti. In buona sostanza, è sufficiente pensare di farcela per riuscire a saltare? Sembra semplice, però "imparare" a pensare mi risulta strano, innaturale. Ad ogni modo, oggi ci riproverò.

Grazie mille!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
"però "imparare" a pensare mi risulta strano, innaturale."

Ciò che è non naturale è imparare a pensare durante l'azione sportiva. Per questo le ho consigliato lo psicologo dello sport.

Buon lavoro
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Utente
Utente
Gent.mi Dottori,

oggi ho saltato, l'elastico non l'ho pensato minimamente (se la soluzione è quella ho paura di perdere il "focus" sulla sbarra e di assimilare l'elastico all'asta non solo come difficoltà, ma proprio come ostacolo esclusivo, nel senso di una troppo facile soluzione) e ho saltato. La sbarra è caduta moltissime volte (avrò fatto 3 salti validi in tutto all'altezza che mi serve, 1.20m), perché comunque ho un dolore fortissimo al vasto mediale della gamba sinistra (quella con cui stacco), dovuto agli estenuanti allenamenti a cui mi sottopongo quotidianamente. A volte però mi sono comunque bloccato prima di saltare. Per risolvere ho abbassato l'asta solo da un lato, saltato un paio di volte e poi rialzato l'asta, così ho risolto e salto. Mi è anche venuta a trovare la mia ragazza, e ho saltato ugualmente. Spero solo di non avere problemi il giorno della prova, di non bloccarmi e di spiccare un buon salto, avendo un solo tentativo a disposizione.

Grazie a tutti!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, allora vorrei darle un piccolo suggerimento: invece di tentare di saltare ogni volta al meglio, commetta volontariamente degli errori mentre si allena. Tipo: metta l'asticella a 50cm e sbagli rovinosamente.

In questo modo s'immunizzerà contro il pensiero di sbagliare, dandogli libero sfogo.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Santocito,
il suo consiglio mi sembra "anomalo", mi ha fatto un po' sorridiere, ma lo trovo molto interessante. Ok, domani mi allenerò nuovamente e... sbaglierò apposta! Aggiornerò con un nuovo post e la terrò informato.

Grazie mille!!!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
tenga però presente che questo Servizio non può sostituirsi ad un supporto psicologico reale.