Perdita di sé e direzione: quale terapia?
Salve a tutti, ho bisogno di chiarezza circa un problema che mi affligge da anni, sto evitando di leggere su internet perché non vorrei fossilizzarmi su delle etichette.
Mi sento senza direzione, senza obiettivi, e non intendo in un’area della vita, ma intendo in generale, su tutto, come se non sapessi più come fossi, è letteralmente come se avessi perso la mia essenza (non saprei come altro chiamarla), sento che seppure prendo una decisione non so dove va a finire e perché la sto prendendo, dall’inizio ho come percepito che non sapevo più perché facevo le cose, anche le cose più abituali che facevano parte della mia quotidianità.
Non so più come sono che cosa voglio, come reagire, alle cose, è come se non mi sentissi più autentica, è come se la parte interna di me fosse sparita lasciandomi in balia della mia stessa vita.
Nel frattempo molte cose sono cambiate e ogni cambiamento l’ho vissuto come uno strappo, come se lasciassi me stessa nella precedenti situazioni senza poter intervenire, adesso è come se non sapessi più da dove ricominciare, come se non potessi più immergermi nella realtà perché è troppo netta e mi fa stare male, mi sento in un abisso dal quale non posso uscire.
Mi fa molta paura tutto questo perché attorno a me non riesco più a riconoscere niente che mi appartenga e io non appartengo a nulla, tutto questo peggiora al contatto con gli altri, perché non so chi sono o come sono e rapportarmi a mondo esterno mi risulta pressoché impossibile, ogni volta è come se facessi le veci di me stessa, senza essere me stessa, ma se provo a essere me stessa, non sento niente, sento tutto insopportabile.
Vorrei solo capire quale potrebbe essere il tipo di terapia più adatto a me, quantomeno per capire cosa quale strada sarebbe meglio intraprendere.
Mi scuso se mi sono dilungata
Mi sento senza direzione, senza obiettivi, e non intendo in un’area della vita, ma intendo in generale, su tutto, come se non sapessi più come fossi, è letteralmente come se avessi perso la mia essenza (non saprei come altro chiamarla), sento che seppure prendo una decisione non so dove va a finire e perché la sto prendendo, dall’inizio ho come percepito che non sapevo più perché facevo le cose, anche le cose più abituali che facevano parte della mia quotidianità.
Non so più come sono che cosa voglio, come reagire, alle cose, è come se non mi sentissi più autentica, è come se la parte interna di me fosse sparita lasciandomi in balia della mia stessa vita.
Nel frattempo molte cose sono cambiate e ogni cambiamento l’ho vissuto come uno strappo, come se lasciassi me stessa nella precedenti situazioni senza poter intervenire, adesso è come se non sapessi più da dove ricominciare, come se non potessi più immergermi nella realtà perché è troppo netta e mi fa stare male, mi sento in un abisso dal quale non posso uscire.
Mi fa molta paura tutto questo perché attorno a me non riesco più a riconoscere niente che mi appartenga e io non appartengo a nulla, tutto questo peggiora al contatto con gli altri, perché non so chi sono o come sono e rapportarmi a mondo esterno mi risulta pressoché impossibile, ogni volta è come se facessi le veci di me stessa, senza essere me stessa, ma se provo a essere me stessa, non sento niente, sento tutto insopportabile.
Vorrei solo capire quale potrebbe essere il tipo di terapia più adatto a me, quantomeno per capire cosa quale strada sarebbe meglio intraprendere.
Mi scuso se mi sono dilungata
Gentile utente,
da quello che scrive si sente una sofferenza profonda e continua. Non parla di un singolo problema, ma della sensazione di essersi persa, di non riconoscersi più e di non sapere da dove ripartire. È una condizione molto faticosa e comprensibilmente spaventosa.
È importante dirle una cosa con chiarezza: non significa che lei sia vuota o che non abbia più un’identità. Piuttosto sembra che, nel tempo, tra cambiamenti e vissuti dolorosi, abbia perso il contatto con ciò che sentiva come suo. Quando i cambiamenti vengono vissuti come strappi, può succedere di sentirsi come sospesi, di fare le cose senza sentirle davvero proprie.
Il fatto che stare con gli altri peggiori questa sensazione è coerente: se dentro ci si sente confusi o lontani da sé, anche il rapporto con il mondo esterno diventa difficile. Non perché lei non sappia relazionarsi, ma perché in questo momento manca un senso di stabilità interna.
Rispetto alla sua domanda sulla terapia, più che cercare una cura per un sintomo specifico, sembra importante un percorso che l’aiuti a ritrovare un senso di sé, a capire cosa le è successo e come ha reagito nel tempo. In genere sono più adatti percorsi che permettono di parlare in profondità, di collegare emozioni, esperienze e cambiamenti, e non solo di aggiustare ciò che non va.
Al di là del tipo di approccio, è fondamentale sentirsi a proprio agio con il professionista: sentirsi ascoltata, capita e non forzata. Questo è spesso l’aspetto più importante perché il percorso possa funzionare.
Il fatto che lei stia cercando di capire quale strada intraprendere è già un passo significativo. Non serve avere subito risposte chiare: a volte il lavoro terapeutico serve proprio a costruirle, poco alla volta.
Un caro saluto.
da quello che scrive si sente una sofferenza profonda e continua. Non parla di un singolo problema, ma della sensazione di essersi persa, di non riconoscersi più e di non sapere da dove ripartire. È una condizione molto faticosa e comprensibilmente spaventosa.
È importante dirle una cosa con chiarezza: non significa che lei sia vuota o che non abbia più un’identità. Piuttosto sembra che, nel tempo, tra cambiamenti e vissuti dolorosi, abbia perso il contatto con ciò che sentiva come suo. Quando i cambiamenti vengono vissuti come strappi, può succedere di sentirsi come sospesi, di fare le cose senza sentirle davvero proprie.
Il fatto che stare con gli altri peggiori questa sensazione è coerente: se dentro ci si sente confusi o lontani da sé, anche il rapporto con il mondo esterno diventa difficile. Non perché lei non sappia relazionarsi, ma perché in questo momento manca un senso di stabilità interna.
Rispetto alla sua domanda sulla terapia, più che cercare una cura per un sintomo specifico, sembra importante un percorso che l’aiuti a ritrovare un senso di sé, a capire cosa le è successo e come ha reagito nel tempo. In genere sono più adatti percorsi che permettono di parlare in profondità, di collegare emozioni, esperienze e cambiamenti, e non solo di aggiustare ciò che non va.
Al di là del tipo di approccio, è fondamentale sentirsi a proprio agio con il professionista: sentirsi ascoltata, capita e non forzata. Questo è spesso l’aspetto più importante perché il percorso possa funzionare.
Il fatto che lei stia cercando di capire quale strada intraprendere è già un passo significativo. Non serve avere subito risposte chiare: a volte il lavoro terapeutico serve proprio a costruirle, poco alla volta.
Un caro saluto.
Dr. Vincenzo Capretto, psicologo.
Ricevo a Roma e on line.
vincenzocapretto.psy@icloud.com - 3356314941
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2 visite dal 28/12/2025.
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